SLC CGIL Nazionale

mercoledì 30 giugno 2010

Comunicato Segreteria Slc Cgil Napoli (24.06.2010)



ANCHE ALLE ELEZIONI RSU/RLS IN RAI LA SLC E’ PRIMA

Nei giorni 22 e 23 giugno si sono tenute le elezioni RSU/RLS nel Centro di Produzione e Tv Rai di Napoli. La Slc Cgil è risultata la prima Organizzazione con 241 voti, seconda la Uilcom con 216 voti, di seguito lo Snater con 151 voti, l’Ugl 110 ed infine la Cisl con 91 voti.
Il risultato di queste elezioni premia il lavoro svolto dalla Slc Cgil in RAI in un momento di grande difficoltà di questa azienda per le posizioni di svuotamento della qualità del servizio pubblico messe in campo dal Governo Berlusconi.
Sul territorio della Campania, inoltre, le iniziative della Slc Cgil, si sono tutte incentrate verso il rilancio del CPTV di Napoli che con la sua struttura si candida a centro di produzione di fiction e grandi eventi sfruttando tra l’altro l’alta qualità delle professionalità che operano al suo interno.
Questo risultato dimostra il grande consenso che la Slc ha ottenuto anche nel settore dell’informazione, dove la Cgil è la prima Organizzazione sia nella carta stampata che nelle aziende di emittenza pubblica e privata.
La scelta dei lavoratori di votare la nostra lista è stato anche un riconoscimento alla netta posizione presa dalla Cgil contro il Ddl sulle intercettazioni ed altre grandi campagne sulla libertà di comunicare che hanno visto la nostra Organizzazione portare all’interno del mondo del lavoro questi grandi temi di libertà e diritti.

Napoli, 24 giugno ’10
La Segreteria Slc Cgil Napoli


lunedì 28 giugno 2010

Comunicato Slc Cgil Rai Milano



RAI MILANO 25 GIUGNO 2010
PERCENTUALI ADESIONE SCIOPERO CGIL
RAI Milano (totale) 28%
Produzione TV Milano 33%
Radiofonia Milano 50%
(dati Uff.Pers.Mi)

La SLC-CGIL della RAI di Milano ringrazia tutti i lavoratori iscritti e no alla CGIL che hanno permesso la buona riuscita dello sciopero. Un gruppo di lavoratori della RAI di Milano era presente al corteo ed ha sfilato fino a piazza Duomo, dove si sono svolti gli interventi conclusivi, indossando la t-shirt arancione “La RAI siamo noi”. Ciò ha permesso di essere riconoscibili e di ottenere dichiarazioni di apprezzamento da parte dei manifestanti a difesa del Servizio Pubblico.
L’emendamento sulla RAI (Calderoli-Bossi) inserito nella legge finanziaria, che anche l’associazione dei dirigenti RAI sta fortemente contrastando unitamente al piano industriale, è stato uno degli argomenti delle interviste rilasciate agli organi di informazione durante la manifestazione.
Riteniamo che la mobilitazione organizzata dalla CGIL non sia un fatto politico, bensì serva a contrastare la rassegnazione.
Nello stesso tempo siamo ben consapevoli che, in tempi di crisi, uno sciopero generale va ad incidere sul peso economico di ognuno di noi. Ma è necessario sottolineare che lo sciopero è uno strumento di pressione tanto più forte quanto più è consistente il fronte dei lavoratori.
Infine, coerentemente con chi ha aderito allo sciopero, proponiamo che i lavoratori “precettati” versino l’equivalente della paga giornaliera ad un fondo di solidarietà.

SLC-CGIL RAI MILANO


venerdì 25 giugno 2010

Comunicato Delegati Craipi Cgil (25.06.2010)



Comunicato CRAIPI

Cari Lavoratori,
nella sessione del 22 giugno scorso, l’Assemblea dei Delegati ha approvato, all’unanimità, il bilancio della CRAIPI per l’anno 2009, di cui si riporta una sintesi dei risultati.

- Risultato della gestione finanziaria 10.114.766 euro
- Rendimento % 4,6% per iscritti ordinari (2,7% linea iscritti silenti)
- Incremento dell’attivo netto dedicato alle prestazioni 15.181.785 euro

Si tratta di risultati decisamente in controtendenza rispetto a quelli realizzati nei due anni precedenti (2007 e 2008) e superiori al rendimento legale del TFR (1,98%).

Il rendimento del fondo è risultato, anche nel 2009, ancora inferiore a quello medio realizzato da fondi simili per composizione patrimoniale (8,1%, dati COVIP). Rinviamo alla lettura dell’allegato 1, consultabile nel ns. sito www.inforai.blogspot.com, per una dettagliata analisi dei risultati del fondo e una comparazione con i principali indicatori finanziari di riferimento. Il livello di professionalità dei nuovi organi associativi ci rende ragionevolmente ottimisti circa la possibilità di colmare o ridurre fortemente il gap attualmente esistente.

Abbiamo ottenuto:
La modifica dei termini di approvazione del bilancio. A seguito delle nostre motivate considerazioni, che hanno trovato autorevole conferma nella comunicazione COVIP del 20 maggio 2010, il Consiglio di Amministrazione ha introdotto una modifica statutaria che anticipa al 30 aprile la data ultima per l’approvazione del bilancio. Dal prossimo anno, Delegati, Iscritti e Potenziali Aderenti conosceranno prima i dati del fondo e potranno discuterne in modo più puntuale;
Maggiori informazioni sulla gestione. Abbiamo indirizzato al Consiglio di Amministrazione una serie di domande scritte su aspetti gestionali di fondamentale importanza. L’allegato 2, consultabile nel ns. sito www.inforai.blogspot.com, riporta le domande formulate e una nostra sintesi delle risposte ricevute;
Più Trasparenza. Abbiamo presentato una mozione, approvata all’unanimità, che impegna il Consiglio di Amministrazione a convocare un’Assemblea entro il prossimo mese di ottobre per discutere di:
- aggiornamento dello statuto. Proponiamo la costituzione di un gruppo di lavoro, sotto la guida del Presidente, che aggiorni, in tempi rapidi, lo statuto vigente, per assicurare una maggiore efficacia ed efficienza nella gestione e una migliore tutela degli interessi degli iscritti. Il Presidente del Consiglio di Amministrazione ha manifestato interesse per tale proposta;
- adeguamento dei flussi informativi verso Delegati, Iscritti, Potenziali Aderenti. L’Allegato 3, consultabile nel ns. sito www.inforai.blogspot.com, ripropone integralmente quanto da noi comunicato a CRAIPI e alla COVIP nello scorso mese di febbraio. Il Consiglio di Amministrazione ha peraltro già richiesto alla RAI le risorse necessarie per la realizzazione di un sito internet.

Abbiamo rinnovato la richiesta di:
passare in tempi brevi dalla gestione DIRETTA a quella INDIRETTA delle risorse finanziarie nell’ambito del processo di adeguamento alla normativa previdenziale che impone, entro il 2012, l’assegnazione delle predette risorse a soggetti qualificati da individuare attraverso forme selettive e trasparenti e da contrattualizzare mediante apposite convenzioni;
un radicale intervento sul comparto delle polizze assicurative, i cui risultati, nel 2009 e più in generale nel decennio, sono assolutamente non in linea con le attese e con quelli conseguiti dalle altre tipologie di investimento. Il Presidente ha dichiarato che nell’anno ci saranno importanti novità;
una ripartizione più equa delle risorse finanziarie tra i diversi “gestori”, il cui numero deve essere ampliato. Attualmente (dati fine 2009) 3 gestori (Gruppo Generali, Allianz-Ras, Gruppo Helvetia) gestiscono l’80% del patrimonio del fondo (nell’ordine, al netto del portafoglio titoli, 39%, 26%, 14%);
 predisporre idonee soluzioni organizzative (es. advisor esterni) per assicurare la valutazione dell’adeguatezza del profilo di rendimento/rischio degli investimenti, il costante monitoraggio dell’asset allocation e dei risultati della gestione finanziaria, il rispetto delle condizioni contrattuali concordate con i gestori,

I nostri prossimi passi:
Siamo felici di registrare che un clima “nuovo” caratterizza, ormai da alcune riunioni, il dibattito assembleare. CRAIPI non può né deve essere oggetto di scontri “politici”; deve piuttosto diventare terreno di confronti tecnici con l’obiettivo di massimizzare i risultati finanziari degli iscritti nell’ambito di una gestione sana, oculata, prudente delle risorse aventi finalità previdenziali.
Nell’intento di apportare un fattivo contributo all’attività degli Organi Amministrativi e di Controllo del Fondo, nei prossimi mesi approfondiremo le tematiche relative alla gestione del portafoglio finanziario e ai relativi aspetti organizzativi (banca depositaria, uniformità degli obiettivi dei gestori per rendere possibile il confronto dei risultati realizzati, …). I nostri suggerimenti saranno comunicati agli Organi del Fondo e ai Delegati, anche allo scopo di farne oggetto di discussione in una assemblea da convocare su tali specifiche questioni.

Concludiamo sottolineando e ringraziando per l’approccio professionale tenuto degli Organi del fondo, che hanno risposto, con un apprezzabile grado di dettaglio, alle molte domande formulate dai delegati. Tale novità e i primi risultati concreti ottenuti ci inducono a essere fiduciosi sul futuro andamento del nostro fondo. Senza voler scadere nella propaganda, consapevoli tuttavia dell’importanza di assicurare nuove iscrizioni al fondo, invitiamo tutti i potenziali aderenti a prendere in seria considerazione la possibilità di aderire alla CRAIPI. Evidenziamo, al riguardo, che esiste la possibilità di accedere al fondo anche come iscritti silenti. Tale modalità assicura un rendimento minimo al TFR conferito (è garantito il rendimento minimo di legge) e la possibilità di ottenere un rendimento ulteriore in base all’andamento della gestione assicurativa in cui lo stesso TFR è investito; sarà poi sempre possibile ottenere il contributo aziendale (ricordiamo pari al 2% dello stipendio) che, da statuto attuale, verrà versato, insieme a quello personale, nel comparto ordinario. Abbiamo comunque proposto l’adozione di adeguate iniziative promozionali (lettera ai potenziali aderenti, Craipi day, …) per far conoscere le potenzialità del fondo e i vantaggi della previdenza integrativa.

Roma, 25 giugno 2010
I Delegati CGIL della CRAIPI



mercoledì 23 giugno 2010

Comunicato stampa Slc Cgil Fistel Cisl Uil.com Uil Ugl Telecomunicazioni Snater (22.06.2010)



COMUNICATO STAMPA

Scopriamo che grande scalpore e indignazione ha suscitato l’oscuramento di parte della partita della Nazionale nel Torinese.
In effetti, una serie di eventi dovuti a cause esterne a Rai Way (Rai), hanno danneggiato i trasmettitori, che a fatica, sono stati ripristinati nell’arco di qualche ora.
Continuiamo a registrare dalla politica solamente dichiarazioni strumentali: c’è chi ha parlato di come mai non ci fosse presidio nelle stazioni trasmittenti, chi ha ipotizzato che anche per questo non si debba pagare il canone, mentre, al contrario, solo grazie alle scelte strategiche della Rai e grazie alle professionalità presenti in loco, si è evitato che una interruzione dell'energia elettrica dell'ENEL, provocasse un disservizio delle tramissioni RAI di una durata notevolmente maggiore rispetto all'accaduto. Nella realtà il sindacato da sempre ha “attenzionato” la politica, azionista della Rai, sull’immobilismo che l’attraversa; tutte le forze sociali dei dipendenti, giornalisti e finanche dei Dirigenti, hanno denunciato che i recenti orientamenti normativi e giuresprudenziali che obbligano alla pubblica evidenza delle gare, rallenta enormemente gli investimenti con conseguente difficoltà al normale svolgimento dell’attività radiotelevisiva e conseguente svantaggio rispetto alle principali competitors.
Mentre la Rai è dissanguata di risorse e tecnologie dal “progetto industriale” contenuto nel Piano Industriale dell’attuale C.d.A. e nell’emendamento Calderoli alla Finanziaria, la risposta della politica è stata il “digital divide” ossia un’accelerazione al passaggio al digitale terrestre; ci chiediamo se ci si sia posto il problema di cosa realmente comporta la digitalizzazione per la Rai, e lo chiediamo nel rispetto dei suoi veri editori, ossia gli abbonati.
Pertanto a salvaguardia della più grande azienda culturale della Nazione, chiediamo con forza attenzione e rispetto per i lavoratori della Rai; chiediamo la verifica delle ricadute della digitalizzazione; chiediamo che la politica legiferi nell’interesse dell’Azienda rendendola capace di garantire il servizio pubblico compito che ha svolto, magistralmente, negli ultimi cinquant’anni.


Slc Cgil Fistel Cisl Uil.com Uil Ugl Telecomunicazioni Snater


martedì 22 giugno 2010

Comunicato Slc Cgil nazionale (22.06.2010)



Comunicato

La scrivente O.S. informa che in data 21 giugno 2010, come previsto dalla legge 146/90 e dagli accordi e prescrizioni successive, ha sottoscritto, tramite la RSU, il verbale di accordo per le garanzie minime sul servizio pubblico.

Il verbale di accordo stabilisce le minime presenze di personale regolato dal “CCNL Quadri, Impiegati ed Operai”. Il personale chiamato in servizio per le prestazioni minime dovrà garantire: 6 minuti su alcune edizioni dei TG Nazionali, 5 minuti sui TG Regionali, due edizioni di 6 minuti del TG di RAINews24, più il presidio del Controllo Tecnico per la continuità del Servizio Pubblico.

SLC CGIL sollecita pertanto l’Azienda, ad utilizzare l’accordo nei suoi contenuti, senza stravolgerne il senso al fine di vanificare le garanzie concordate tra le parti per le esigenze di servizio pubblico ed il diritto di Sciopero.

SLC CGIL invita pertanto, tutti i lavoratori regolati dal “CCNL Quadri, Impiegati ed Operai” a segnalare alle strutture sindacali, eventuali indebite pressioni riguardanti l’adesione allo sciopero del 25 giugno. Indebite pressioni che oltre a creare ulteriore attrito tra le parti, sposterebbero il confronto su tavoli non prettamente sindacali.
Ricordiamo inoltre la sospensione delle prestazioni straordinarie e aggiuntive, sollecitiamo la sensibilità delle lavoratrici e dei lavoratori a non sostituire il lavoro di coloro che scioperano e all’azienda a non limitare il diritto di Sciopero.

Roma, 22 giugno ’10
Slc Cgil Nazionale


giovedì 17 giugno 2010

Richiesta audizione AGCOM



Roma 17 giugno 2010
Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
Centro Direzionale - Isola B5
Torre Francesco - 80143 Napoli

Illustrissimo Presidente,
le scriventi organizzazioni Sindacali le chiedono di poter avere una audizione con l’autorevole Commissione da Lei presieduta, per rendere esplicite le legittime riserve sul Piano industriale 2010 – 2012, presentato dal Direttore Generale della RAI alle scriventi il 7 giugno u.s.
In particolar modo appaiono controversi lo scenario di riferimento e l’evoluzione del mercato pubblicitario, si rilevano inoltre antinomie tra le sintetiche “Linee guida strategiche” e le azioni organizzative e di riequilibrio economico.
In tale contesto si evidenzia una ragionevole dissonanza tra le linee guida che precedono la stesura del contratto di servizio per il triennio 2010-2012, approvate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni d’intesa il Ministero dello sviluppo economico previste dalla Legge 3 maggio 2004, n. 112 – “Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI -Radiotelevisione italiana Spa” e dal Testo unico della radiotelevisione (dpr 177/2005) e le politiche editoriali ed industriali della RAI che dovrebbero essere orientate ad assicurare all’Azienda, la prima “Industria Culturale Italiana”, la funzione di “Servizio Pubblico”, fondamentale per la crescita intellettuale della società e delle sue professionalità.
In relazione al celere progredire della situazione le scriventi organizzazioni sindacali, Le rivolgono cortese richiesta di poter essere ascoltate nei tempi utili ad un concreto confronto con la RAI.

Distinti saluti.


SEGRETERIE NAZIONALI
Slc Cgil - Fistel Cisl - Uil.com Uil - Ugl Telecomunicazioni - Snater


Richiesta audizione alla Commissione di Vigilanza



Roma 17 giugno 2010
Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Palazzo S. Macuto
Via del Seminario, 76
00187 - Roma
Fax 06-678XXX


Illustrissimo Presidente,
le scriventi organizzazioni Sindacali le chiedono di poter avere una audizione con l’autorevole Commissione da Lei presieduta, per rendere esplicite le legittime riserve sul Piano industriale 2010 – 2012, presentato dal Direttore Generale della RAI alle scriventi il 7 giugno u.s.

In particolar modo appaiono controversi lo scenario di riferimento e l’evoluzione del mercato pubblicitario, si rilevano inoltre antinomie tra le sintetiche “Linee guida strategiche” e le azioni organizzative e di riequilibrio economico.
In tale contesto si evidenzia una ragionevole dissonanza tra le linee guida che precedono la stesura del contratto di servizio per il triennio 2010-2012, approvate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni d’intesa il Ministero dello sviluppo economico previste dalla Legge 3 maggio 2004, n. 112 – “Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI -Radiotelevisione italiana Spa” e dal Testo unico della radiotelevisione (dpr 177/2005) e le politiche editoriali ed industriali della RAI che dovrebbero essere orientate ad assicurare all’Azienda, la prima “Industria Culturale Italiana”, la funzione di “Servizio Pubblico”, fondamentale per la crescita intellettuale della società e delle sue professionalità.
In relazione al celere progredire della situazione le scriventi organizzazioni sindacali, Le rivolgono cortese richiesta di poter essere ascoltate nei tempi appropriati al confronto con la RAI.

Distinti saluti.

SEGRETERIE NAZIONALI
Slc Cgil - Fistel Cisl - Uil.com Uil - Ugl Telecomunicazioni - Snater


mercoledì 16 giugno 2010

Delegati Craipi SLC-CGIL: richieste di informazioni e chiarimenti sul bilancio e sulla gestione



Spett. le
CRAIPI
Viale Mazzini, 14
00195 - ROMA
al Presidente del C.d.A.
e p.c. ai Consiglieri
ai Revisori
al Responsabile del Fondo
Roma, 9 giugno 2010

OGGETTO: richiesta di informazioni e chiarimenti sul bilancio e sulla gestione ai sensi dell’art. 2423 del codice civile.
Egregio Presidente,
in vista dell’Assemblea della CRAIPI convocata per il prossimo 22 giugno, come Delegati appartenenti all’organizzazione sindacale SLC-CGIL Le anticipiamo alcune richieste di informazioni e chiarimenti sulle materie all’ordine del giorno.
La nostra iniziativa, conforme a quanto previsto dal codice civile in materia di diritto di informativa dei rappresentanti degli iscritti, intende:
- favorire lo svolgimento della discussione assembleare che sempre precede le operazioni di voto del progetto di bilancio;
- agevolare l’attività degli organi amministrativi e di controllo, consentendo loro un’anticipata predisposizione delle risposte alle richieste formulate.
Le richieste di seguito formulate hanno, più in generale, lo scopo di raggiungere la maggiore consapevolezza possibile – ovviamente nel rispetto dei tempi e dei mezzi a disposizione del Fondo – sullo stato dell’arte della gestione 2009 appena conclusa; rappresentano altresì il nostro contributo – nel rispetto delle attribuzioni e delle competenze dei Delegati – alla richiesta di chiarezza e trasparenza e di innovazione della gestione che ci è stata affidata dagli iscritti nostri elettori.
Siamo peraltro ben consapevoli:
- dell’impegno profuso dai nuovi organi associativi, nel breve lasso temporale intercorso dalla loro costituzione (gennaio 2010) alla scadenza statutaria di (continua...)


martedì 15 giugno 2010

Comunicato Slc Cgil Fistel Cisl Uil.com Uil Ugl Telecomunicazioni Snater, (15.06.2010)



COMUNICATO

Con il presente comunicato le OO.SS. SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL, UGL TELECOMUNICAZIONI, SNATER, aprono le procedure per la proclamazione dello sciopero nazionale dei lavoratori Rai così come previsto dall’accordo del 22 novembre 2001 in attuazione della legge 146/90 con le seguenti motivazioni:
- contro l’impostazione del Piano Industriale presentato dal Direttore Generale;
- contro gli sprechi e la cattiva gestione dell’Azienda;
- per il cambiamento degli indirizzi di governo e di gestione del gruppo Rai.
In relazione a tali motivazioni, le OO.SS. richiedono al Direttore Generale di voler utilizzare il previsto incontro per la conciliazione non in modo formale e rituale ma, così come nello spirito della legge sullo sciopero nei servizi pubblici, quale occasione concreta per porre le condizioni di un vero negoziato mirato a risolvere i problemi posti. Secondo l’impegno assunto dal D.G., le proposte del Piano industriale sarebbero state aperte al confronto con le OO.SS., mentre in alcuni settori risultano già in fase attuativa.
Le Lavoratrici e i Lavoratori della Rai sono sempre più consapevoli che occorre una svolta nelle scelte che riguardano il loro futuro. È inaccettabile che le misure previste dal Piano Industriale per superare le difficoltà di bilancio consistano in esternalizzazioni, cessioni di attività, riduzioni del personale.
Nulla è specificato a proposito di contenimento e razionalizzazione dei costi esterni, che anzi in tal modo crescerebbero ulteriormente.
Nulla è l’attenzione alle competenze e professionalità presenti in Azienda che non engono prese in considerazione come componente decisiva per superare la crisi.
Reparti come Ingegneria, Teche, Riprese Esterne sono ostacolati e considerati un peso. Addirittura Produzione Abbonamenti, ICT, Trucco, Parrucco, Costumi sono candidati all’esternalizzazione. Oscure e preoccupanti sono le previsioni sulla cessione della gestione delle Torri di trasmissione, sulla razionalizzazione della Radiofonia, di Rai Internazionale, degli Uffici di Corrispondenza.
In una generica ipotesi di revisione degli assetti societari (internalizzazione di Rai Trade e Rai Net) è prevista la chiusura di Rai Corporation.
Assenza di politiche di formazione del personale, di prospettive di sviluppo ecnologico, ridimensionamento dell’attività sul versante informazione, ulteriore ricorso ai format “chiavi in mano” sono fatti che stanno avvenendo e destano profonda preoccupazione e profondo dissenso tra i Lavoratori.
In un quadro che vede svilupparsi ogni giorno un pesante attacco alla Rai e alle sue caratteristiche di Servizio Pubblico (quali l’emendamento Calderoli-Bossi), che le OO.SS. sono impegnate a contrastare, è necessario che la gestione e il progetto della Rai siano più che mai connotati da autonomia, capacità di rilancio e qualità del prodotto. Tutto questo non lo vediamo, sembra anzi che il Piano Industriale possa facilitare tale disegno.
Le OO.SS. chiederanno audizioni alla Agcom e alla Commissione Parlamentare di Vigilanza per sollevare, anche in tali sedi, l’esigenza di cambiamento della Rai, nell’interesse dei Lavoratori e dei Cittadini.

Roma, 15 giugno 2010
Slc Cgil Fistel Cisl Uil.com Uil Ugl Telecomunicazioni Snater


Comunicato Slc Cgil Fistel Cisl Uil.com Uil Ugl Telecomunicazioni Snater (15.06-2010)



Comunicato Stampa Organizzazioni sindacali Rai

Le OO.SS. Slc Cgil, Fistel Cisl, Uil.com Uil, Ugl Telecomunicazioni e Snater, riuniti in Coordinamento Unitario il giorno 14 giugno 2010, hanno deciso di organizzare iniziative di lotta per rispondere al Piano Industriale presentato dal Direttore Generale della rai alle stesse il giorno 7 giugno 2010.
In data 15 giugno si sono avviate le procedure per la proclamazione di sciopero così come previsto dalla legge 146/90.
Tale iniziativa è la doverosa risposta ad un progetto che taglia il costo del lavoro, limita le capacità produttive e professionali dei lavoratori, aumenta i costi di appalti ed esternalizzazioni, il tutto senza toccare minimamente sprechi e eccessi “dell’azienda di stato”.
Grande preoccupazione deriva inoltre dall’Emendamento Calderoli presentato in Finanziaria, “impianto” che ridurrebbe di 1/3 la capacità produttiva dell’azienda, e metterebbe in grave pericolo la libertà e la pluralità dell’informazione e del prodotto culturale.
Le OO.SS. nelle prossime settimane intendono uscire da un isolamento mediatico costruito contro i lavoratori e contro il servizio pubblico. La demagogia di provvedimenti governativi, deve essere superata incontrando le cittadine/cittadine utenti del servizio pubblico radio televisivo.
Per questo nelle prossime settimane si intende costruire una grande iniziativa pubblica con la distribuzione di materiale informativo.
I lavoratori della Rai chiedono di avere:
• adeguato trattamento economico, tanti ce ne sono che guadagnato 900 euro e che hanno un contratto a termine,
• adeguata formazione e strumenti tecnologici per svolgere al meglio il proprio compito,
• piena utilizzazione, anche attraverso la riduzione di appalti che spostano i costi oltretutto aumentandoli.
Per tutto questo non si possono accettare:
• tagli indiscriminati di settori,
• esternalizzazioni,
• proliferazione di appalti,
• proliferazione di dirigenti senza direzioni,
• fuoriuscita di figure professionali centrali per la produzione (incentivazione all’esodo) senza il giusto ricambio,
• la mancata riduzione di sprechi.
Le OO.SS. inoltre si impegnano a costruire anche con le altre organizzazione (giornalisti e dirigenti) la condivisione delle iniziative programmate.
Nei prossimi giorni, in tutti i luoghi di lavoro si svilupperanno assemblee a sostegno delle iniziative su citate.

Roma, 15 giugno 2010
Slc Cgil Fistel Cisl Uil.com Uil Ugl Telecomunicazioni Snater


lunedì 14 giugno 2010

Comunicato RSU Sede reg. Friuli Venezia Giulia



DOCUMENTO APPROVATO DALL’ASSEMBLEA DEI LAVORATORI DELLA SEDE REGIONALE RAI PER IL FRIULI VENEZIA GIULIA L'11 GIUGNO 2010.


I lavoratori della Sede Regionale Rai per il Friuli Venezia Giulia riunitisi in Assemblea per conoscere e valutare le linee guida del Piano Industriale;

ASCOLTATA

la relazione da parte sindacale sulla scarna esposizione fatta il 7 giugno dall’Azienda, che ha evidenziato la pesante situazione economica ed alcune priorità individuate per superarla;

RICORDATO

il documento tecnico del 2008 di analisi dei bilanci RAI del quadriennio 2002 – 2006, che prevedeva puntualmente il rapido crollo degli attivi ora verificatosi;

DENUNCIANO
del Consiglio di Amministrazione e del Direttore Generale

- l’insipienza, per non aver attivato, sin d’allora, significativi provvedimenti di buona governance;
- l’ingiustificato aumento delle spese esterne per acquisti, appalti, collaborazioni;
- le inammissibili intromissioni del potere politico, che ostacola l’autonomia aziendale, incrementa le spese, impone scelte estranee;
- il moltiplicarsi del numero dei Dirigenti;
- le responsabilità, nella rescissione del contratto con SKY, nella temporanea soppressione di importanti e redditizi programmi di approfondimento, nell’oscuramento di RaiNews24, nella controversa sostituzione di alcuni Direttori;
- l’insufficenza di reazioni, verso gli ingiustificabili discrediti espressi nei mass-media che sviliscono l’immagine pubblica dell’Azienda ed umiliano il costante, onesto, importante lavoro di noi operatori;
- l’assenza di iniziative, tese al sostegno di ruoli ed immagine della nostra funzione di “primo operatore culturale” del paese, di assegnatario del servizio pubblico di informazione, di componente basilare della struttura democratica disegnata dalla Costituzione Repubblicana;

AFFERMANO

la peculiarità delle Sedi Regionali, elemento vitale di prossimità col territorio e di vicinanza coi cittadini, maggiormente utilizzabili;

RIVENDICANO

il primato negli indici di gradimento e nella quantità degli abbonamenti che la Rai può vantare nel Friuli Venezia Giulia, grazie alle Strutture di Programmazione, in autonomia regionale e in lingua Slovena, ai maggiori spazi di TGR e TG Sloveno, ai Programmi in Friulano, alla TV Transfrontaliera;

ESORTANO
tutte le Organizzazioni Sindacali presenti in Rai


• a convergere con la massima efficacia, senza fuorvianti distinguo, in un’azione di contrasto all’attuale gestione Rai, contraria al bene dell’Azienda, e tesa a ridurre i livelli occupazionali;
• a reagire alle campagne di discredito politico-imprenditorial-mediatiche, evidenziando il valore del nostro lavoro e l’assoluta normalità dei nostri stipendi;
• a sollecitare manifestazioni di sostegno nell’opinione pubblica, nel mondo della cultura, nelle personalità istituzionali;
• ad individuare forme di lotta collettive che ci impegniamo a sostenere.

RAPPRESENTANZA SINDACALE UNITARIA
Sede Regionale Rai per il Friuli Venezia Giulia


domenica 13 giugno 2010

Volantone sciopero 25 giugno






25 GIUGNO SCIOPERO GENERALE IN RAI
Contro:
i tagli ai trasferimenti alle regioni e agli enti locali,
la chiusura del 40% degli enti pubblici di ricerca,
il congelamento del turnover ed il licenziamento dei precari,
un “nuovo” condono edilizio,
la riduzione delle finestre di uscita per i pensionandi,
il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici e della scuola,
i tagli al servizio pubblico radio televisivo.

Per:
• prevedere norme di controllo sulla protezione civile,
• tassare le rendite a livelli europei e introdurre la patrimoniale sui grandi
patrimoni,
• reintrodurre l’ICI per i redditi più alti e introdurre una addizionale per i redditi oltre i 150 mila euro,
• prevedere il 2% in più ai beneficiari dello scudo fiscale,
• intervenire veramente sugli sprechi e riformare la Pubblica Amministrazione,
• una riforma fiscale con abbassamento della tassazione sui redditi da lavoro e pensione,
• definire un piano per il lavoro – incentivare le assunzioni a tempo indeterminato e cancellare la precarietà,
• incentivare la ricerca e stabilizzare i precari della pubblica amministrazione,
• confermare i diritti modificando radicalmente il collegato lavoro,
• avviare un piano formativo straordinario che preveda di tornare ad investire in scuola e università.

Modalità di sciopero per i dipendenti Rai:
  • Full time: metà orario di lavoro a fine turno
  • Part time: metà turno di lavoro, per per part time orizzontali che eccedono le 20 ore settimanali e part time verticali, fino ad un massimo di 3 ore a fine turno.
  • Blocco delle prestazioni aggiuntive e straordinarie.

IL PAESE SIAMO NOI



Comunicato Rsu Rai Milano (11.06.2010)



RAI: A.A.A.
PIANO INDUSTRIALE CERCASI

Le “LINEE GUIDA DEL PIANO INDUSTRIALE” appena consegnato alle Organizzazioni Sindacali, non ci hanno “guidato” affatto fuori dai dubbi e dalle serie preoccupazioni che in questi anni sono maturati intorno al futuro della Rai.
L’unica cosa che appare con certezza da quelle pagine è la volontà di ridurre i costi. Sforzo di per sé apprezzabile (anche se un piano industriale dovrebbe tracciare delle strategie, essendo la nostra la più grande impresa editoriale del Paese e non un condominio), ma dalla lettura appare chiaramente che quello su cui ci si concentra è il solo costo del lavoro. Del nostro lavoro, naturalmente.
Intanto un suggerimento: si eliminino tutte le cariche (direzioni, vicedirezioni, ecc) assegnate con evidenti scopi clientelari.
L’apoteosi si coglie però laddove si ipotizzano, si dice per risparmiare, riduzioni o dismissioni di interi settori produttivi interni. Ad esempio, il drastico ridimensionamento delle squadre esterne (a proposito: questo spiega perché l’Azienda ha sempre rinviato la discussione sul trattamento di trasferta) è esplicativo della strategia: facciamo tutto in appalto e poi ci appiccichiamo il marchio per la messa in onda (Rai Fiction docet); termini decisamente più pesanti sono applicati ad attività altrettanto fondamentali (Servizi Generali, ICT, Amministrazione, Abbonamenti, Paghe e Contributi, Trucco e Parrucco). Ciliegina sulla torta: il riciclo dell’idea di (s)vendita delle antenne. Nessuna analisi né “razionalizzazione”, invece, dei cosiddetti costi esterni che, anzi, sono ritenuti fisiologici (cioè li dovremmo subire senza batter ciglio) e addirittura in calo (dovremmo forse sentirci in colpa?).
Un’Impresa per produrre necessita di uomini e mezzi. Esternalizzare significa trasferire il lavoro dall’interno al’esterno a svantaggio dei lavoratori interni, ma anche della qualità del prodotto e a beneficio di appalti, società, amici & conoscenti, in gran misura come forma di “pagamento” dei potenti politici di turno: molte “aziende” con personale perlopiù sottopagato, ma che “costano” molto per le suddette ragioni.
L’esatto contrario di quello di cui avremmo bisogno. Avremmo bisogno cioè di una drastica riduzione degli appalti ed un utilizzo (o riutilizzo) delle risorse interne, per sperimentare ad esempio quelle frontiere che le nuove tecnologie e le piattaforme multimediali impongono. Se ciò non avviene, è “un attimo” concludere che i “vuoti a perdere”, quelli che “costano” siamo noi.
Da ultimo una considerazione su Milano. Negli scorsi Piani Industriali la questione milanese era citata esplicitamente, ciò in una precisa ottica di rilancio della Rai. Sinceramente abbiamo sempre nutrito una sorta di pessimistico disincanto nella lettura di quelle righe, ma oggi siamo nella desolata consapevolezza che, nel futuro della Rai, Milano non occupa nessun posto in particolare. A meno che non ci si rifaccia alle dichiarazioni del Sottosegretario Paolo Romani sul nuovo Centro di Produzione milanese (che comunque, lo ribadiamo, non sono contenute nell’odierno Piano Industriale) e che sono invece contrapposte a quelle del presidente Garimberti, il quale ha dichiarato che la Rai non ha i soldi.
Sappia il Direttore Generale che, come è vero che un Piano Industriale rappresenta l’alfabeto perché le maestranze interpretino il futuro e l’idea di progetto, tanta è la speranza e la fiducia nella sua governance aziendale che la domanda più insistente che circola nei corridoi aziendali riguarda l’incentivazione all’esodo.

11 giugno 2010
RSU RAI MILANO


venerdì 11 giugno 2010



Comunicato Stampa Unitario contro Emendamento Calderoli per taglio delle retribuzioni dei dipendenti Rai.

Slc Cgil, Fistel Cisl, Uil.com, Ugl Tel. e Snater respingono con forza il contenuto e l’impostazione dell’emendamento Calderoli per la Finanziaria sulla Rai.
Lo strumento è lesive del ruolo delle parti sociali e della contrattazione, oltretutto, produce un impatto devastante sul lavoro da far ipotizzare 3000 esuberi.

Tale proposta appare niente più che un assalto dialettico e mediatico del Governo verso i lavoratori e al fondamentale ruolo svolto dalla prima "Industria Culturale Italiana" nel Sistema Paese, truffando gli Italiani attraverso lo slogan della riduzione degli stipendi apicali.

L'aggressione è un attacco alla RAI e alla sua dimensione ideativa, produttiva e trasmissiva.

In realtà l’operazione Calderoli, da un rapido calcolo, sposta ca. 500/600 milioni di euro dal costo della produzione alla “cassa”, senza però chiarire la destinazione del risparmio.
Nell’incontro del Coordinamento Unitario, 14 giugno 2010 a Roma presso il centro congressi Myfair , Via Sicilia, 104, le OO.SS. tutte vaglieranno le iniziative di risposta da intraprendere.

Nelle prossime ore, si contatteranno tutte le organizzazioni sindacali aziendali al fine di organizzare un presidio davanti al Ministero della Semplificazione.

Roma, 11 giugno 2010
Slc Cgil Fistel Cisl Uil.com Ugl Tel. Snater


Comunicato unitario Raiway (11.06.2010)



La rete "radiotelevisiva Rai" è bene pubblico, è lo strumento fondamentale per la diffusione dell’ informazione e della “cultura” a tutti i cittadini.
Per questo tutte le OOSS non possono considerarla una semplice merce o un bene da poter commercializzare, e ritengono che debba rimanere “pubblica” e di proprietà della Rai. La rete è uno strumento fondamentale per l’azienda oltre ad essere una risorsa con ampi margini di guadagno, che si potranno ottenere saturando le potenzialità del carrier.
Il processo di digitalizzazione della rete effettuata mediante risorse interne altamente qualificate, ha dimostrato che Rai Way già adesso è una società che può anche fornire all’esterno servizi di broadcasting “chiavi in mano” e che, alla luce delle new technology (si pensi all’alta definizione, wimax, radio digitale ecc.), può brillantemente ampliare i margini di business alleggerendo il deficit del gruppo.
L’utilizzo del personale interno, che ha prodotto un significativo recupero degli appalti portandola ad un buon attivo di bilancio, dovrà essere l’esempio trainante per la gestione di tutte le strutture del Gruppo RAI.
Tutte le OOSS sono preoccupate per le modalità con cui il Piano Industriale fa riferimento a Rai Way:
“Valorizzazione delle torri – Cessione ad un operatore di mercato degli asset e della gestione delle componenti passive delle torri di trasmissione, con saving sul perimetro di costi ceduto.”
Si potrebbero ritenere come uniche componenti “passive” i centri dismessi (es. Roma Prato Smeraldo, Pomezia Santa Palomba, ecc.) Solo in questo caso sarebbe accettabile che l’Azienda si attivasse per una “cessione” dalla quale si possano trarre risorse da reinvestire in tecnologie per l’ammodernamento della rete.
Va inoltre aggiunto che in Italia non esistono operatori di mercato di tale rilievo che possano assorbire un patrimonio unico nella nazione: non assisteremo passivamente ad operazioni che ripetono gli orrori delle privatizzazioni dell’ultimo decennio, con i conseguenti scenari sull’occupazione e sulla libera circolazione delle informazioni.
Per questo le OOSS per la piena saturazione e utilizzo di tutte le componenti preferiscono parlare di incremento dell’ospitalità (regolata), scelta che consentirebbe di aumentare le entrate, e di sviluppare un lavoro interamente gestito dai dipendenti Rai Way. Questo consentirebbe alla Rai di essere “l’operatore” del settore.

Roma, 11 giugno 2010
Slc Cgil Fistel Cisl Uil.com Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind-Confsal



Comunicato dei lavoratori Rai di Torino al Coordinamento Unitario (11.06.2010)



Al Coordinamento Unitario Nazionale Rai.

I lavoratori di tutte le realtà Rai di Torino impegnano il Coordinamento Unitario a programmare immediate ed efficaci iniziative contro le scelte del Consiglio dei Ministri che, con l’approvazione dell’emendamento Calderoli, mette a rischio 3000 posti di lavoro e la sopravvivenza stessa dell’azienda.

Piano industriale e manovra finanziaria fanno parte di uno stesso disegno che ha l’obbiettivo di smantellare il servizio pubblico radiotelevisivo.

Per Torino l’applicazione della norma varata ieri può significare, insieme ai progetti di esternalizzazione previsti dal piano industriale, la chiusura definitiva degli insediamenti.

Noi siamo pronti a mobilitarci ed a manifestare anche con azioni esemplari la nostra volontà di difendere il nostro posto di lavoro ed il servizio pubblico.
Siamo pronti a venire a Roma con una massa arancione e determinata.

Ci aspettiamo anche dal livello nazionale una reazione proporzionata alla gravità della situazione.


Torino 11 giugno 2010

Comunicato delle lavoratrici, dei lavoratori della Rai e RSU Sede di Genova (12.06.2010)





La situazione della RAI è oggi allarmante: riduzione del personale, processi di esternalizzazione, alienazione delle principali risorse strategiche, sono i punti chiave di uno stato di degrado del quale anche gli organi di stampa riportano quotidianamente notizie.

Le lavoratrici e i lavoratori della RAI denunciano la mancanza di piani editoriali e industriali, strumenti necessari e imprescindibili per organizzare il lavoro e operare le linee guida che danno forza e concretezza al ruolo di servizio pubblico che la RAI da sempre svolge.

Con le parole del direttore generale RAI Mauro Masi, nel tavolo di confronto con le Organizzazioni Sindacali, restano intatte le preoccupazioni sull’aumento dei processi di esternalizzazione.
Tra le indiscrezione pubblicate dall’Espresso, sul piano industriale, emerge anche la notizia che i 19 mega-pullman per le riprese esterne si ridurranno a non più di 4 in tutta Italia da utilizzare solo quando sarà obbligatorio esporre il marchio Rai. Si parla anche di chiusura di molti uffici amministrativi.

Il personale della Sede Regionale Rai della Liguria, seppure consapevole della necessaria politica di contenimento delle spese - che dovrebbe cominciare dalla riduzione delle spese di esternalizzazione - chiede di superare la situazione di precarietà legata alla carenza di personale e all’arretratezza delle attrezzature tecniche, per raggiungere le condizioni che permetterebbero di essere competitivi sul mercato.

Oggi le lavoratrici e i lavoratori della Rai manifestano perché pensano che la Rai

- debba ricominciare ad esprimere scelte editoriali coerenti con la propria funzione

- debba produrre idee e raccontare il Paese

- debba conservare e tutelare il proprio patrimonio storico, e investire in tecnologie e impianti

- debba valorizzare le risorse interne e stimolarne le capacità produttive senza ricorrere al sistematico e dispersivo uso e abuso delle esternalizzazioni in ogni settore.

12 Giugno 2010
Le lavoratrici e i lavoratori della Rai e RSU Sede di Genova


Una prima valutazione del Piano industriale RAI



Le linee guida del Piano industriale RAI confermano la volontà del management aziendale di ridimensionare il servizio pubblico radiotelevisivo. E’ un ridimensionamento che riguarda sia il perimetro industriale dell’azienda, sia la sua capacità di competere sul mercato nella produzione di contenuti di qualità. La crisi della RAI, che è insieme economica, culturale, istituzionale ed etica, non trova alcuna risposta adeguata da parte di chi sta dirigendo l’azienda.
La scelta dei vertici è ancora una volta quella di far ricadere sul lavoro i costi di una gestione dissennata che per troppi anni ha moltiplicato le sacche di privilegio, gli sprechi, i mancati investimenti nei settori strategici.
Le linee guida tracciate dalla direzione generale sono semplicemente desolanti.
• Si prende atto della diminuzione degli ascolti televisivi e si riconosce il “peggioramento della qualità del target” (canali generalisti il cui pubblico è sempre più vecchio mentre i giovani sono in fuga verso i canali tematici) ma non si propone nulla per rinnovare un’offerta ormai ripiegata su un’immagine del Paese che non ha alcun riscontro nella realtà dei fatti. Il compito di recuperare audience tra il pubblico più giovane e scolarizzato è delegato ai canali tematici digitali (che attualmente raccolgono il 7%), dimenticando che per i canali in questione non vi sono allo stato le risorse necessarie per produrre ore di programmazione - si tratterebbe dunque di alimentarli con repliche, materiale di magazzino o di archivio, acquisti.
• Si prevede una crescita dell’indebitamento che nel 2012 toccherà, nella migliore delle ipotesi, la cifra record di 200 milioni di euro, tale da sprofondare la RAI in una crisi irrimediabile.
• La voce “costi esterni”, di cui buona parte addebitabile ai costi di produzione, è uno dei punti di maggior criticità, ma la soluzione indicata non prevede in nessun modo un’inversione di tendenza, né sul piano produttivo e ancor meno sul piano editoriale. Si continuerà ad arricchire le società esterne fornitrici di format (la più importante delle quali, Endemol, è di proprietà Mediaset, dunque del nostro principale concorrente); il lavoro interno verrà ancor più sottoutilizzato e la sacca dei precari continuerà a crescere. Là dove sarebbe necessario un piano di graduale ma incisiva riduzione delle programmi di acquisto (commisurato sia sul budget complessivo che sulle ore di programmazione prodotta) si continua invece con una politica editoriale che ha completamente snaturato l’offerta RAI.
• La mission della RAI viene completamente ignorata: non c’è alcun accenno al ruolo ed ai compiti del servizio pubblico. La svolta “commerciale” della RAI, sempre più indistinguibile da Mediaset, viene data per scontata. Il pubblico è solo “target”, per di più definito di livello “mediocre” perché poco incline all’acquisto di prodotti ad alto valore aggiunto. Le responsabilità che un servizio pubblico ha nei confronti del Paese (rappresentarlo interamente, soddisfarne la domanda di cultura – alta o bassa che sia – informare e comunicare) non esiste più.
• Si indica nella “riorganizzazione strategica canali-generi-fasce” la soluzione che dovrebbe traghettare la RAI dentro un nuovo modello industriale. Nei fatti si dà vita a nuove super-direzioni (che avranno il controllo finanziario su ciò che va in onda, dunque un controllo di fatto sulle stesse scelte editoriali) che ridimensionano drasticamente l’autonomia culturale delle reti.
• Si propone una “razionalizzazione dell’area News” che è propedeutica a tagli drastici del personale e la chiusura e il ridimensionamento degli Uffici di corrispondenza (quali?)
• Si richiede una “revisione degli istituti contrattuali RAI” con l’intento di frammentare e parcellizzare le figure contrattuali a discapito dei nuovi assunti e dei precari.
• Si esternalizzano settori strategici (torri di trasmissione) ipotizzandone la cessione ad altri operatori (chi?).
• Si esternalizzano le “aree non-core” identificate, di seguito, nei settori: Servizi generali, ICT, Amministrazione, abbonamenti, Paghe e contributi senza indicare quanti sarebbero i lavoratori interessati. La sede di Torino è già alle prese con un processo di ridimensionamento che prevede la chiusura di interi comparti.
• Si riducono (ma di fatto si azzerano) le Riprese Esterne.
• Nessuna risposta (se non l’assorbimento di Rainet) al mancato presidio di Internet. Oggi il sito www.rai.it non svolge alcun compito proprio di un grande servizio pubblico. E’ un sito-vetrina, del tutto pleonastico e privo di interesse. I dati audiweb parlano chiaro (oltre il 40° posto nella classifica dei siti più visitati) e il confronto con i siti delle altre emittenti pubbliche europee è semplicemente imbarazzante.

In sostanza si prefigura un Piano Industriale che prevede tagli ed esternalizzazioni con ricadute pesanti sul piano occupazionale. Quanti saranno, al termine di questo processo, i posti di lavoro perduti? E’ evidente che, così stando le cose, gli incentivi al pre-pensionamento non saranno sufficienti.
Sarà una RAI più piccola e ridimensionata, sempre più marginale, certo non più competitiva o in grado di riqualificarsi. Il servizio pubblico radiotelevisivo scompare, se non nella parte destinata a soddisfare gli appetiti di questa o quella forza politica, e la percezione della sua importanza nella società civile è sempre più indebolita. E’ un processo che va avanti da anni e che è stato perseguito con cinica determinazione.
A tutto questo noi diciamo NO.
Chiediamo a tutte le sigle sindacali, rappresentative di tutti i comparti aziendali e di tutte le figure professionali, di esprimere il massimo di unità possibile. Non è il momento di traccheggiare, di cercare accordi al ribasso, perché è in gioco il destino della RAI. Serve una visione complessiva e strategica, la capacità di guardare lontano e di prefigurare un futuro migliore e diverso per la nostra azienda.

Il Movimento dei Lavoratori RAI


giovedì 10 giugno 2010

Rai: Miceli (Slc Cgil), qualche numero sulla Rai



DICHIARAZIONE DI EMILIO MICELI,
SEGRETARIO GENERALE SLC/CGIL
Proviamo a fare due conti, pronti ad eventuali successive correzioni: i costi operativi, nel 2008, unici dati di cui disponiamo, assommavano a circa 2 miliardi e 700 milioni. Il costo del lavoro era, in quel bilancio, all’incirca 900 milioni, dunque il 33% dei costi operativi. E’ facile fare due conti: il taglio è di circa 8 punti e dunque sicuramente di una cifra superiore di gran lunga a 200 milioni. E’ semplicemente sconcertante che un Ministro della Repubblica autorizzi, tramite decreto, il licenziamento oppure un taglio profondissimo del salario dei lavoratori Rai.
Siamo certi che la Presidente di Confindustria si dichiarerà subito d’accordo.


Rai: Miceli (Slc/Cgil), l'ennesimo intervento illegittimo del Governo




DICHIARAZIONE DI EMILIO MICELI, SEGRETARIO GENERALE SLC/CGIL

La fantasia di Calderoli è davvero illimitata. Ci domandiamo come possa un governo decidere sopra la testa del Consiglio d’Amministrazione di un’azienda di diritto privato e come possa riscrivere attraverso un editto i contratti di lavoro dei dipendenti. Ormai in questo paese il governo produce leggi di ogni tipo: cambia i contratti di lavoro privati delle fondazioni lirico sinfoniche, calpesta le prerogative delle Regioni mentre parla di federalismo, ed in questo caso interviene sulla Rai.
Ci sembra una manovra propagandistica e destinata a non produrre alcun effetto. Noi non ci scandalizzeremmo se il Direttore Generale, al contrario di quello che ha scritto sul piano industriale, decidesse di intervenire sull’insieme dei costi esterni comprese le collaborazioni: lo abbiamo espressamente chiesto. Il dott. Masi invece vuole esternalizzare a tutto svantaggio dell’azienda.
C’è grande confusione. La verità è che la Rai è allo sbando e al governo c’è qualcuno che ha alzato un po’ troppo il gomito.


RAI: Braccialarghe (Dir. centro produzione TO), nessuna garanzia per sede Torino riunione in comune.



(ANSA) - TORINO, 10 GIU - "Il piano industriale della Rai, per il momento, non contiene elementi di garanzia per la sede di Torino". A dirlo, durante la riunione di oggi della commissione Lavoro del Comune di Torino, e' stato il direttore del Centro di produzione Rai torinese, Maurizio Braccialarghe.
Il quadro della situazione - e' emerso nel corso della riunione - vede una contrazione dei ricavi legata alla crescente elusione del canone. Da questo presupposto, il piano industriale dell'azienda, ancora in fase di discussione con i sindacati, prevede la chiusura della sede di via Cernaia a Torino, che occupa 380 lavoratori, con l'esternalizzazione dei servizi amministrativi e 'corporate'.
''Torino - ha spiegato Braccialarghe - e' indicata come distretto di produzione della tv per bambini e ragazzi, ma sara' fondamentale capire in quale maniera questo si tradurra' in atti concreti''. Sempre a Torino, a partire dal prossimo autunno, Dovrebbero essere insediate le Teche di Radio Rai. In attesa di maggiori dettagli sull'applicazione del piano industriale dell'azienda, nel capoluogo piemontese rimangono incertezze e preoccupazioni: il progetto della Rai prevede 1.000 esuberi a livello nazionale, di cui la meta' a Torino.

Fonte: Ansa

Adnkronos:"Calderoli: 'A dieta anche mamma Rai''



RAI: CALDEROLI, L'ABBIAMO MESSA A DIETA

Roma, 10 giu. (Adnkronos) - "In tempo di crisi e' giusto che ognuno faccia la sua parte, per questo abbiamo messo a dieta anche mamma Rai". Lo afferma Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle segreterie della Lega.
"Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al mio emendamento, con il quale gli stipendi dei lavoratori non dipendenti che prestano servizio in Rai saranno ridotti almeno del 20 per cento rispetto alla media dei bilanci del triennio 2007/2008/2009 -spiega Calderoli-. Non solo, l'emendamento prevede inoltre il divieto per la societa' concessionaria di sostenere una spesa complessiva annuale per
il personale che ecceda del 25 per cento dei costi operativi complessivi annuali, nei rispettivi esercizi finanziari".


Fonte: http://www.adnkronos.com

Agenzia Dire: "Rai, ecco la dieta Calderoli: -20% ai collaboratori, tetto costi interni"



Oggi il CDM ha dato il via libera alle "misure di razionalizzazione della spesa per il personale della societa' concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo".

ROMA - Ecco la norma Calderoli, che "mette a dieta" la Rai, come ha detto il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli. Oggi il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alle "misure di razionalizzazione della spesa per il personale della societa' concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo".
Si tratta di una modifica al testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici che prevede due disposizioni: la prima riguarda i collaboratori esterni. "A decorrere dal 1° gennaio 2011 e con efficacia fino al 31 dicembre 2013- recita- l'ammontare complessivo annuale della spesa per i trattamenti economici complessivi corrisposti ai lavoratori non dipendenti che prestano servizio presso la societa' concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo non puo' eccedere l'80 per cento dell'ammontare della predetta spesa risultante dalla media dei bilanci degli esercizi finanziari 2007, 2008 e 2009.". La seconda riguarda il personale dipendente e stabilisce "il divieto per la societa' concessionaria di sostenere una spesa complessiva annuale per il personale che ecceda il 25 per cento
dei costi operativi complessivi annuali nei rispettivi esercizi finanziari." Anche questa seconda limitazione resta in vigore fino al 31 dicembre del 2013.

Fonte: http://www.dire.it


mercoledì 9 giugno 2010

Manifestazione nazionale 12 giugno 2010







Comunicato Rsu Cernaia - Giambone



COMUNICATO RSU

Ieri siamo finalmente venuti a conoscenza delle linee guida del piano industriale RAI.
Purtroppo le indiscrezioni trapelate nei mesi scorsi, si sono rivelate esatte.
Le premesse sono desolanti: il modello di sistema radiotelevisivo di riferimento è quello del competitore privato, il ruolo che viene dato alla RAI è di riempitivo marginale del sistema tv nazionale, gregario delle pay-tv, rinunciando così al ruolo di “spina dorsale” dell’ offerta tv.
Sintomatico è il fatto che non vengano mai citate nel quadro di riferimento le parole servizio pubblico, né tantomeno il contratto di servizio.
Il modello proposto ricalca le esigenze di un ristretto gruppo dirigente, orientato ad un governo “oligarchico” e finanziario della RAI, visto come collettore di risorse economiche, che controlli una filiera esterna di produttori di contenuti.
Per fare questo si mortificano le risorse interne, si tenta di esternalizzare interi settori, si aumentano gli appalti, si rinuncia ad investire in adeguamento tecnologico ed innovazione che sono le premesse necessarie per un progetto a lungo termine.
Le operazioni relative al contenimento dei costi sono di pura facciata, non si toccano le sacche di privilegio, non si mette in discussione l’inutilità di strutture create ad “personam”, si fa largo uso di consulenze inutili e/o dannose, non si ha l’orgoglio di difendere una struttura editoriale pluralista e indipendente dal controllo dei partiti.
La RAI ha interpretato nella vita della Nazione la possibilità di tutti i cittadini di riuscire ad accedere a contenuti e tecnologie altrimenti riservati a pochi.
Negare, nei fatti, la possibilità di partecipare attivamente alle nuove piattaforme multimediali, alla rete per tutti, significa rinunciare a quel ruolo di garanzia contro l’emarginazione tecnologica, informativa e culturale dei nuovi media, significa impedire agli abbonati, veri editori oltre che fruitori del servizio pubblico il diritto gratuito di accedere a risorse che non possono essere soggette alle regole del mercato, men che meno a quello pubblicitario.
Dietro al progetto delle esternalizzazioni, che sono previste soprattutto in periferia ed in particolare a Torino vediamo enormi manovre speculative, la dismissione di strumenti strategici, l’intenzione palese di svendere ai concorrenti il timone amministrativo e le risorse della azienda, tutta la pubblicità ed il controllo del canone.
Si favoleggia di enormi investimenti sull’ Expo 2015, la realtà è che con queste premesse la RAI non arriverà a quella data, smembrata e rivenduta, chi ripagherà di questa rapina “industriale”?
Non riuscendo a controllare al 100% la vita aziendale dall’interno, nonostante la palese “infedeltà di alcuni”, si pensa di svendere strutture portanti come è stato fatto in passato con altri gruppi di interesse pubblico finiti nelle spirali della speculazione.
Così si pensa di cedere il patrimonio dei centri trasmittenti, la rete informatica, il patrimonio immobiliare, la gestione ed il controllo del bilancio, il rapporto fiduciario con gli abbonati.
Si continuano a soffocare le capacità professionali dei CPTV a favore delle produzioni esterne, non si adeguano gli impianti per far collassare gli studi per avere più giustificazioni per esternalizzare.
L’occasione del digitale terrestre, senza le risorse necessarie, nonostante le enormi possibilità tecnologiche connesse e le opportunità di integrare le piattaforme per il servizio pubblico, viene mortificata ed utilizzata per oscurare RAI News24.
Non si intravede, insomma, nessuna strategia a lungo termine che possa far pensare alla possibilità di un reale e duraturo risanamento dell’azienda, qualcosa che possa costituire una garanzia per i prossimi anni a venire. Ciò che emerge chiaramente è il tentativo di scaricare sulla parte più debole, che è rappresentata dai lavoratori, la responsabilità di non saper salvaguardare un patrimonio importantissimo di cui verrebbe privata l’intera società civile di questo Paese.
Denunciamo anche il rischio di essere invischiati in una logica di relazioni industriale dei “gruppi” di lavoro che allungano all’inverosimile i tempi, mentre le operazioni di smantellamento vanno avanti.
La politica, quando non è complice, sembra non comprendere la gravità di questo scempio.
Chiediamo alle OOSS nazionali di dare un segnale forte, che esca dall’ ambito interno per denunciare la rapina che viene fatta sotto gli occhi di tutti gli abbonati fedeli sostenitori del servizio pubblico.
Torino rappresenta uno dei punti di maggior criticità per l’attuazione di questo disegno, non basta una postilla sulla TV dei ragazzi a salvare il CPTV, non bastano le rassicurazioni informali a proteggere Orchestra e Centro Ricerche, non hanno nessun fondamento contabile ed industriale le chimere di esternalizzazione di ICT e delle Direzioni Generali di via Cernaia.
Gli abbonati piemontesi hanno concretamente dimostrato di non tollerare questo smantellamento che parte dalla periferia per travolgere tutta la RAI.
Gli abbonati non staranno a guardare se li chiameremo a difendere il servizio pubblico, a Torino lo hanno dimostrato in piazza al Salone del Libro ed al concerto del 2 giugno, 5000 firme in poche ore!
Perché una RAI migliore non è solo possibile, ma è necessaria all’esercizio della Democrazia nel nostro Paese.

RSU Cernaia Giambone


Rsu Rai FVG: indizione assemblea in data 11.06.2010



RAPPRESENTANZA SINDACALE UNITARIA
Sede Regionale RAI per il FVG

E' indetta un’Assemblea generale per tutti i lavoratori e le lavoratrici della Sede RAI FVG, in data venerdi' 11 giugno 2010 dalle ore 15.00 alle ore 16.00, presso la sala Arcal al VI piano della Sede, alla quale invitiamo anche i lavoratori di RAI WAY e i CdR italiano e sloveno, per discutere della situazione dell'Azienda alla luce dell'illustrazione del Piano Industriale Rai.

Trieste, 9 giugno 2010
RSU – Sede Rai per il Friuli Venezia Giulia


Rsu Cernaia Giambone: apertura Procedura vertenziale



Direzione del Personale
Via Cernaia e Corso Giambone
Commissione di Garanzia
per l'attuazione dela legge sullo
sciopero nei servizi pubblici essenziali
Via Po 16 A
00 1 98 Roma
Fax 0667….
Unione Industriale Torino
Fax 01154….

OGGETTO: Apertura vertenza

Le RSU RAI di Torino Direzione Generale, raccolte le pressanti preoccupazioni dei lavoratori in merito al loro futuro, giudicato assolutamente lacunoso il documento di sintesi del Piano Industriale 20 10-20 12 presentato dal Direttore Generale Mauro Masi alle Organizzazioni Sindacali, in particolare per quanto riguarda il punto 4 dei cosiddetti cantieri di lavoro, dichiarano formalmente aperta la procedura vertenziale, a norma della legge vigente, in attesa di convocazione del tavolo di confronto.
Sono da considerarsi decorrenti dalla data odierna gli adempimenti previsti dalla procedura di raffreddamento di cui all'Accordo Nazionale sulla regolamentazione dell'esercizio di sciopero del 22 Novembre 2001

Torino, 08/06/20 10
RSU CERNAIA GIAMBONE


Comunicato sindacale RSU di Bari



COMUNICATO SINDACALE DELLA RSU DI BARI

E' dibattito di questi giorni, la disastrosa situazione economica della RAI, ed il piano industriale che dovrebbe consentirne il superamento.
In attesa di conoscere meglio i contorni di un intervento sul personale, che da quanto riportato su un organo di stampa, prevedrebbe oltre mille esuberi, esprimiamo la convinzione che per migliorare i conti aziendali, bisognerebbe puntare sul pieno utilizzo delle risorse umane interne alla RAI, vero serbatoio di capacità e professionalità, in grado sicuramente di evitare consulenze e contratti di appalto esterni non sempre rispettosi delle norme in tema di sicurezza, ma sempre esosi nei costi.
All'appello da sempre fatto da tutti i sindacati nazionali, su questo argomento, si unisce questa RSU, denunciando l'intenzione aziendale, in questa fase, di non riconoscere la stabilizzazione contrattuale di quanti lavorano da anni, avendone già acquisito il diritto giuridico.
E' il caso del Sig. Mauro Lorenzo, tecnico della Produzione di Bari, correntemente utilizzato al confezionamento dell'informazione di testata regionale, in tutti i uoi segmenti, peraltro senza le interruzioni contrattuali previste per i Lavoratori a t.d.
E' del tutto evidente, che in tal modo si sviliscono le giuste attese di quanti anno dedizione ed attaccamento a questa Azienda, e contemporaneamente si infrangono le regole di Legge.
Non accettiamo questa logica aziendale, punitiva verso i propri Lavoratori ipendenti e generosa e prodiga verso le esternalizzazioni,pertanto questa RSU, ell'interesse comune dei Lavoratori e della stessa Azienda, si farà promotrice di rossime iniziative sindacali.

Bari 8 giugno 2010
LA RSU DELLA SEDE RAI DI BARI


martedì 8 giugno 2010

Comunicato unitario su incontro con Masi (07.06.2010)



COMUNICATO UNITARIO


Il 7 giugno 2010, le OO.SS della Rai hanno incontrato il Direttore Generale, Mauro Masi, per l’illustrazione del Piano Industriale.
Il DG ha descritto un documento sintetico con le linee guida del Piano Industriale Rai.
La volontà dell’azienda , nel quadro dato:
Riduzione degli introiti pubblicitari,
Stabilità delle entrate con il canone,
Dato eccezionale negli ascolti dei nuovi canali free specializzati (7%);
è quello di ridurre i costi, questo nel tentativo di “assorbire” il disavanzo preventivato per il 2012 di 200 milioni di euro.
Questo lo si farà:
• utilizzando la leva gestionale e organizzativa ( es. c’è la volontà di rivedere la struttura delle reti e delle News per ridurre sovrapposizioni e sprechi)
• calmierando il costo del lavoro,
• incidendo sugli appalti.
Il DG ha affermato che è intenzione dell’azienda discutere dei punti di merito, sintetizzati nella proposta di Piano Industriale, in specifici “Cantieri di Lavoro”.
Affermando in questo modo che il Piano è “modificabile” nella struttura ma non nel risultato economico che deve conseguire.
I perimetri descritti per approntare la riduzione dei costi del lavoro sono:
• riprese esterne,
• amministrazione: Ict, contabilità, abbonamenti e manutenzioni tecnologiche,
• trucco e parrucco,
• riduzione dei costi derivanti da istituti contrattuali anacronistici,
• valorizzazione dei sistemi trasmittenti (RaiWay),
• dismissione di Rai Corporation,
• costituire un unico presidio – Rai Internazionale,
• Riorganizzare Radiofonia,
• Riorganizzare gli Uffici di Corrispondenza estera,
• Ipotesi di internalizzare Rai Net e Trade (operazione già in essere per RaiSat).

Da parte loro le OO.SS, dopo aver accolto positivamente la volontà di sviluppare una discussione, hanno chiesto proprio per permettere tale confronto di non anticipare unilateralmente scelte proprie della Piano Industriale (es. il blocco delle assunzioni dei TD fuori bacino).
Da subito le OO.SS. hanno espresso forte preoccupazione per il futuro dei settori sopra elencati, tali operazioni darebbero vita ad una riduzioni di funzionalità e conseguentemente ad un “esubero di risorse umane”, modificando evidentemente il perimetro produttivo aziendale.
I sindacati hanno affermato che l’operazione più importante per tenere in equilibrio i conti della Rai è quella di ridurre i costi esterni e valorizzare il lavoro interno, per far questo si può utilizzare da subito e bene il Gruppo di Lavoro costituito da poche settimane.
Le OO.SS. hanno chiesto in tempi rapidi di:
• sviluppare incontri specifici sul Piano Industriale,
• trovare rapidamente soluzione alla situazione dei tempi determinati,
• trovare rapidamente soluzione alla trattativa su “buon giorno regione” delle sedi regionali
• valorizzare ed esportare il modello di gestione di RaiWay, rimarcando l’importanza e la centralità della “rete” per il futuro produttivo ed economico della Rai,
• valorizzare la capacità produttiva dei territori (centri e sedi),
• avere chiaro il piano di incentivazione all’esodo per valutare anche l’impatto sulla perdita di competenze esperte oggi presenti in azienda.
Infine, tutte le OO.SS. hanno convenuto di sviluppare una discussione franca tra organizzazioni sindacali con la convocazione di un Coordinamento Nazionale Unitario per il 14 di giugno 2010.
In tale occasione si dovranno necessariamente individuare le linee guida per proseguire nella discussione con la Rai e le iniziative da intraprendere.

Roma, 7 giugno 2010
Slc Cgil Fistel Cisl Uil.com Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind-Confsal


venerdì 4 giugno 2010

Comunicato Slc Cgil Dir. Prod. Roma (04.06.2010)



COMUNICATO

La SLC CGIL della Dir. Prod. di Roma viste le indiscrezioni di stampa riguardanti il Piano Industriale della RAI, ritiene dette indiscrezioni, se non smentite, una grave anticipazione che contiene pericolosi presupposti di riduzione della la capacità produttiva dell’Azienda.
Vogliamo essere chiari:

Noi non siamo d’accordo con quanto sta accadendo in RAI.

Tutte le richieste avanzate in quest’ultimo periodo:
• Taglio costi esterni;
• Riduzione sostanziale delle collaborazioni;
• Investimenti su risorse interne e tecnologia;
• Utilizzo delle risorse Interne;
• Formazione del personale.
Non hanno avuto accoglienza.

Solo negli ultimi 4 mesi abbiamo assistito alla nomina di 36 Vicedirettori e 14 direttori, mentre per proseguire nel risparmio affidiamo alla solita consulenza un studio urgente per esternalizzare settori che, secondo l’azienda, non sono core-business o hanno alti costi di gestione vedi : Centrali Elettriche, ICT, Affari e Finanza, Abbonamenti, Riprese Esterne, Truccatori/Parrucchieri e forse anche il Centro Ricerche.
Come se questo non bastasse proseguiamo con le acquisizioni di format esterni ed appaltiamo “chiavi in mano” attività che almeno in parte venivano realizzate internamente.
In Rai, e nei Centri di Produzione si opera oramai “A VISTA”, con gravi danni economici e organizzativi.
Le continue modifiche della programmazione, i mancati investimenti tecnologici, e la continua riduzione d’organico, fanno parte di una precisa strategia tesa a portare al collasso la struttura produttiva, favorendo così gli interessi ingordi di chi da tempo vorrebbe controllare la Rai con prodotti “Chiavi in Mano”.
L’ultima novità è la costruzione di un parcheggio per far posto ai mezzi mobili locati attualmente presso la pal.E di Saxa che dovrà essere destinata all’espansione della TGS.
Invece di sviluppare un piano organico che tenga conto delle esigenze produttive si agisce con il principio del più forte.
Fino ad oggi solo il senso di responsabilità dei lavoratori ha fatto sì che impegni straordinari, ma prevedibili, calati improvvisamente sulla filiera siano stati realizzati, anche se con qualche attrito; ma questo non può continuare.
Pertanto la scrivente O.S. della Dir. Produzione di Roma, attende una smentita da parte aziendale degli annunci mezzo-stampa e l’avvio immediato di un serio confronto per il rilancio produttivo.

Roma, 4 giugno 2010
SLC CGIL Dir. Prod. Roma


MiceliI: Commissione di indagine sui costi esterni Rai



Il direttore generale della Rai, dott. Mauro Masi, è riuscito in una sola giornata ad assestare due colpi micidiali al sistema delle relazioni industriali dell’azienda: ha fatto saltare l’incontro sul piano industriale e lo ha anticipato a mezzo stampa. Si tratta, come si vocifera e si legge sulla stampa, di linee guida e non del piano, e non si capisce perché, e sembra ci sia la volontà di produrre mille esuberi e contemporaneamente di aumentare i costi esterni.
E’ bene ricordare che i costi esterni della Rai già oggi riguardano i due terzi dei ricavi e già oggi duplicano, con sprechi impressionanti, attività che l’azienda può svolgere a costi infinitamente più contenuti e di uguale qualità. I costi esterni sono, alla Rai, il costo che l’azienda paga al sistema politico e che si incanala nei mille rivoli delle raccomandazioni, delle spese clientelari, degli affari.
Rappresenta, con le dovute eccezioni, la faccia impresentabile della Rai su cui un management davvero all’altezza dei suoi doveri dovrebbe concentrarsi per disboscare, ottimizzare, risanare moralmente.
Al presidente Garimberti, persona stimata ed autorevole, chiediamo di fare il contrario di quella che sembra essere la scelta del CdA: mettere sotto la lente d’ingrandimento il “sistema” dei costi esterni Rai, attraverso la costituzione di una commissione d’indagine interna che riferisca al Parlamento, alle forze sociali, al Paese. Ciò farebbe bene all’azienda ed alla sua credibilità.
Bisogna avere la forza di mettere sotto controllo quella “Rai sommersa”, vera nemica del servizio pubblico, che gestisce i soldi dei cittadini per un servizio universale ormai anch’esso privatizzato. Si tratta di una marea di arbìtri, favori e discrezionalità che sta avvolgendo l’intero sistema radiotelevisivo pubblico. Non occuparsi di questo grande tema significa alla fine essere corresponsabili.
Per quanto ci riguarda faremo ogni sforzo per portare in trasparenza questo sistema che, a ben vedere, potrebbe non essere lontano da altri che si annidano nelle pieghe della amministrazione pubblica del paese.
Per conto nostro ci metteremo al lavoro per offrire ai lavoratori e al paese una radiografia precisa di questo poco credibile “sistema Rai”.

Roma, 4 Giugno 2010


giovedì 3 giugno 2010

Fulvio Fammoni: "Cgil sarà presente domani al presidio di Vle Mazzini"



RAI: FAMMONI (CGIL) FARE CHIAREZZA SU FUTURO DI RAINEWS 24
SINDACATO ADERISCE A PRESIDIO LAVORATORI A VIALE MAZZINI

Roma, 3 giu. - (Adnkronos) - "Piena adesione e partecipazione all'iniziativa promossa domani dai lavoratori di Rainews24 in sciopero per protestare contro il colpevole silenzio della Rai sul futuro del canale all-news". Ad affermarlo in una nota è il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, in merito alla protesta che si terrà domani mattina dalle 10 davanti alla sede di Viale Mazzini per chiedere immediate risposte ai vertici del servizio pubblico.

Cio' che è successo a Rainews24, continua Fammoni, "con un oscuramento di fatto del canale non ancora risolto, insieme ai continui tentativi di depotenziamento della testata, è inaccettabile per un canale che vanta indici di ascolto in costante incremento e che arriva, nel fondamentale settore delle 'all news', a competere con il gigante Sky".

Motivi per i quali la Cgil sarà presente domani al presidio di Viale Mazzini perchè, conclude, "si faccia immediata chiarezza sul futuro del canale".


Slc cgil sarà presente al presidio Usigrai del 4 giugno



RAI: SLC/CGIL DOMANI SARA' AL PRESIDIO USIGRAI


Domani, venerdì 4 giugno, Slc Cgil sarà presente al presidio indetto dall’Usigrai davanti la sede Rai di Viale Mazzini.

“Esprimiamo solidarietà ai giornalisti di Rai News 24 ed esprimiamo forte disagio per la condizione dei lavoratori che rappresentiamo – così la nota di Slc/Cgil nazionale.

“La nostra presenza al presidio nasce anche dalla volontà di sostenere le OO.SS. dei dipendenti, dei giornalisti e dei dirigenti che nella mattinata incontreranno il Direttore Generale per la presentazione del Piano Industriale. Sono forti le preoccupazioni dei lavoratori per un Piano Industriale “lacrime e sangue”. Il sindacato, responsabilmente, deve operare per costituire tra le diverse realtà quel “tessuto solidale” che consenta di rispondere con efficacia e fermezza a possibili proposte inadeguate o peggio dannose.”