SLC CGIL Nazionale

lunedì 27 dicembre 2010

Video Annozero anteprima 9 dic 2010





Comunicato stampa su Audizione in Commissione di Vigilanza Rai (Slc Cgil, Ugl Telecomunicazioni, Snater)



Il Presidente Zavoli terra conto delle posizioni sindacali negli atti di indirizzo ai Vertici Rai
Oggi le organizzazioni sindacali Slc Cgil, Ugl Telecomunicazioni, Snater sono state audite dalla Commissione di Vigilanza Rai, a seguito della richiesta d’incontro inviata lo scorso 4 novembre. Una delle iniziative di pressione e di lotta messe in campo dalla Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Tlc, Snater, Libersind-ConfSal contro il Piano Industriale presentato dal Direttore Generale Mauro Masi e sostenuto dall’intero CDA.
Le sigle sindacali presenti hanno consegnato e letto un documento articolato (sottoscritto anche dal Libersind-ConfSal) sull’attuale condizione aziendale all’Ufficio di Presidenza della commissione, composto dal Presidente Zavoli, dai Vicepresidenti Merlo (Pd) e Lainati (Pdl), dal Capogruppo PD al Senato Morri.
Nel documento si è ribadito con forza, anche grazie alla massiccia adesione allo sciopero in Rai del 10 dicembre (l’85% dei lavoratori), la scelleratezza di un Piano Industriale che blocca gli investimenti e fa risparmio attraverso tagli, esternalizzazioni, svendita di asset strategici, producendo inevitabilmente esuberi di personale e minore capacità ideativa e produttiva del servizio pubblico.
Nel documento presentato si conferma l’importanza del servizio pubblico. “La Rai non è solo informazione giornalistica, la Rai è attenzione alle minoranze etniche e alle comunità territoriali, contributo al cinema d’autore e indipendente italiano e europeo, attenzione, attraverso programmazioni dedicate, ai bambini, ai giovani, agli anziani e ai disabili, diffusione di programmazioni culturali, educative, formative. La Rai è ovviamente anche intrattenimento informativo, culturale e leggero.”
Per mantenere questo patrimonio pubblico i sindacati sono disponibili, lo hanno dichiarato da mesi, a migliorare la capacità produttiva, a operare nel solco del risparmio in un patto in cui tutte le parti aziendali, compresi giornalisti e dirigenti contribuiscano a ridurre sprechi, incarichi, appalti e consulenze inutili.
Il Presidente Zavoli ha espresso vivo interesse per la relazione reputandola funzionale ad un importante lavoro che la Commissione sta svolgendo, lavoro finalizzato alla promozione di atti di indirizzo ai vertici aziendali. Nel corso dell’audizione sono state accolte positivamente le ulteriori considerazioni relative alla cessione delle torri trasmittenti di RaiWay, tema sul quale l’ufficio di presidenza si è riservato un ulteriore approfondimento.
Le OO.SS. esprimono soddisfazione per l’attenzione ricevuta, in quanto soltanto grazie alla disponibilità del Presidente e della Commissione l’incontro si è potuto tenere in tempi brevi nonostante il convulso calendario istituzionale.
Roma, 21 dicembre 2010

Slc Cgil Ugl Telecomunicazioni Snater


Documento sindacale consegnato durante l'audizione in Commissione Vigilanza (Slc Cgil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind-ConFsal)




DOCUMENTO SINDACALE
CONSEGNATO DURANTE L’AUDIZIONE IN COMMISSIONE DI VIGILANZA RAI


Illustrissimo Presidente,
intanto La ringraziamo per la disponibilità dimostrata ricevendoci.

Sicuramente saprà della piena riuscita dello Sciopero generale dei lavoratori della Rai del giorno 10 dicembre u.s.

Vogliamo però sottolineare l’importante risultato di partecipazione: ben l’85% della popolazione dipendente, compresi i lavoratori a tempo determinato, ha partecipato all’astensione dal lavoro.

Inoltre, si è svolta una grande, pacifica e colorata manifestazione sotto Viale Mazzini, con la presenza di circa 1500 lavoratori.

Questa, Presidente (Lei lo sa bene), è forse la più grande e partecipata iniziativa di protesta dei lavoratori della Rai dal giorno della sua fondazione.

I nostri rappresentati non sono portati a grandi mobilitazioni: solitamente in Rai le soluzioni si trovano discutendo. Evidentemente, se questo è accaduto, è perché vi è un clima di esasperazione generale.

Tale esasperazione, che non ha un preciso colore politico (lo sciopero, infatti, è stato indetto da Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConfSal), assume il forte aspetto della richiesta a tutti di salvare la Rai, il servizio pubblico radio televisivo e i posti di lavoro, professionalità, conoscenze, esperienze che hanno costituito per anni la più grande industria culturale del paese.

Vorremmo anche sottolineare che a questa iniziativa delle maestranze hanno aderito, con astensione audio video, anche i giornalisti, e che hanno ad essa fornito il loro importante sostegno i molti dirigenti che hanno devoluto, in segno di protesta per la gestione dei vertici aziendali, il proprio salario del 10 dicembre a Telethon.

Da questo, dai numeri che si sono espressi, è facile capire che i lavoratori della Rai, tutti a qualsiasi livello, non sono d’accordo con i vertici aziendali, Direttore Generale e Consiglio di Amministrazione, sulle scelte espresse nel Piano Industriale.

Vogliamo essere chiari: la nostra non è una posizione legata a condizionamenti politici. E’ semplicemente mossa dal pragmatico desiderio di salvare l’azienda con tutto ciò che rappresenta ed esprime.

Nel mese di giugno, Presidente, noi Le abbiamo consegnato un documento articolato, in cui esprimevamo la nostra idea di servizio pubblico, elencando anche le problematiche da affrontare per rimettere in sesto l’azienda.
Questi mesi sono passati, in azienda e fuori, nella polemica strumentale. Nonostante le nostre considerazioni si è portata avanti un’idea di “risanamento” tutta fondata su tagli, ridimensionamenti, svendite, riduzione di costi in maniera orizzontale (investimenti tecnologici compresi).

Si sono fermati i percorsi di stabilizzazione del personale precario, di fatto impedendo l’attuazione piena di un accordo sottoscritto da tutti nel 2008, ed esponendo, oltretutto, circa 2500 lavoratori precari all’impatto della legge 183/2010.




Comunicato Slc Cgil Uilcom Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind Confsal (20.12.2010)



COMUNICATO

Le scriventi OO.SS., così come richiesto nella lettera alla Rai del 7 dicembre, hanno ricevuto la convocazione da parte delle Relazioni Sindacali con questa dicitura:
Spett.li Slc Cgil
Uilcom Uil
Ugl Telecomunicazioni
Snater
Libersind-ConfSal


Facendo seguito alle Vostre richieste di avviare un confronto in merito alle problematiche derivanti dalla legge n. 183/2010 (cd. Collegato lavoro), Vi confermiamo la nostra disponibilità ad incontrarVi il giorno 12 gennaio 2011 alle ore 10.30.

Sarà compito delle scriventi organizzazioni definire una posizione unitaria ed a seguito dell’incontro informare tempestivamente i lavoratori sull’esito.
Roma, 20 dicembre 2010

Slc Cgil - Uilcom Uil - Ugl Telecomunicazioni - Snater - Libersind ConfSal


Slc Cgil: informativa su TD e Collegato Lavoro





lunedì 20 dicembre 2010

martedì 14 dicembre 2010

comunicato Slc‐Cgil Uilcom‐Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind‐ConfSal (14.12.2010)



I Lavoratori Rai hanno scioperato per salvare la Rai
Lo Sciopero Rai è pienamente riuscito.

Il 10 dicembre le lavoratrici e i lavoratori della Rai si sono astenuti per l’intero turno di lavoro con punte di adesione allo sciopero superiori all’85‐90%.

Conseguentemente sono saltati tutti i programmi in diretta, alcuni di essi sono stati spostati alla giornata successiva.

Oltre 1500 lavoratori, provenienti da tutta Italia, si sono radunati davanti Viale Mazzini per manifestare il loro dissenso al piano industriale.

Mai, negli ultimi decenni, c’è stata una reazione cosi forte e coesa dei lavoratori contro un Piano Industriale, e le scelte dei vertici aziendali.

Un dato così alto non può che segnalare al Direttore Generale e al CDA l’indisponibilità dei lavoratori ad accettare questo Piano Industriale.

Va doverosamente citata anche la contemporanea adesione con astensione audio/video dei giornalisti e il documento di sostegno dei dirigenti alla vertenza dei lavoratori.

Tutta l’azienda reputa sbagliato determinare il risparmio attraverso esternalizzazioni, cessione di asset strategici e riduzione di personale che riducano le capacità produttive e ideative del servizio pubblico.

I lavoratori hanno indicato con forza l’importanza del mantenimento del perimetro aziendale e la necessità di salvare l’azienda rilanciandola attraverso gli investimenti in formazione e sviluppo tecnologico, il taglio degli sprechi, il miglioramento dei processi produttivi e gestionali, la salvaguardia della rete trasmittente e quella dei lavoratori precari che in questi anni hanno determinato in maniera strutturale la capacità produttiva aziendale.

Le OO.SS. ribadiscono che solo attraverso un Patto che impegni tutti a un percorso di riduzione dei costi, senza intaccare la produzione e la struttura aziendale, investendo su tecnologie e formazione si può salvare il Servizio Pubblico italiano.

Progetti aziendali che ipotizzano la vendita o la cessione della gestione dei gioielli di famiglia per passare la nottata e l’idea che la Rai possa divenire simile ai concorrenti privati dal punto di vista produttivo, tutto questo è stato respinto dalle Lavoratrici e dai Lavoratori della Rai, nonostante il palese quanto discutibile ostruzionismo messo in atto da chi non ha proclamato lo sciopero.

Slc‐Cgil Uilcom‐Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind‐ConfSal


venerdì 10 dicembre 2010

Comunicato Slc Cgil (10.12.2010)



COMUNICATO STAMPA


I LAVORATORI RAI RESPINGONO IL PIANO INDUSTRIALE

"Grande successo di adesione allo sciopero e alla manifestazione Rai. Allo sciopero ha aderito l’85% dei lavoratori. Alla manifestazione erano presenti almeno 1500 persone. Un primo risultato lampante è che sono saltate tutte le trasmissioni in diretta fin dalla prima mattina. I tg e i radiogiornali sono andati in onda in forma ridotta e sono stati introdotti dalla lettura di un comunicato unitario sulle ragioni dello sciopero." Così una nota della segreteria nazionale Slc/Cgil.
"I numeri parlano chiaro: il piano industriale presentato dal Direttore Generale Masi e approvato dal CdA è stato nettamente respinto - prosegue il comunicato. L’esito della giornata, dopo il referendum indetto dall’Usigrai, dimostra quanto oggi i vertici aziendali non rappresentino il sentire comune di chi vi lavora."
"Non vediamo altra via per riavviare un tavolo se non il ritiro delle cessioni degli asset aziendali e la rinuncia alle esternalizzazioni - conclude la nota. Solo a queste condizioni il sindacato è disponibile ad affrontare responsabilmente la crisi che investe l’azienda, trovando al suo interno le risorse necessarie per riqualificare e rilanciare il servizio pubblico."


Agenzie su sciopero e manifestazione



(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Se la Rai avesse ancora un gruppo dirigente oggi dovrebbe ringraziare i dipendenti che hanno scioperato perché credono ancora nel servizio pubblico e non vogliono assistere passivamente alla sua liquidazione industriale, culturale, editoriale": è l'opinione di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21.
"La loro - afferma Giulietti in una nota - non è una manifestazione di parte, ma la protesta di chi ancora crede che l'interesse generale venga prima del conflitto di interessi". (ANSA).

RAI: SCIOPERO; RIZZO NERVO, RISPETTO MA ORA RIPRENDA DIALOGO
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Bisogna avere un grande rispetto per i lavoratori della Rai che oggi hanno deciso di scioperare e che hanno organizzato una civile manifestazione sotto viale Mazzini. Adesso però è necessario che il dialogo riprenda. Sono, infatti, convinto che il piano industriale non sia stato spiegato bene a chi ogni giorno con il suo lavoro contribuisce al successo della Rai" E' l'auspicio del consigliere di amministrazione di Viale Mazzini Nino Rizzo Nervo.
"Il servizio pubblico attraversa un momento molto difficile - spiega Rizzo Nervo in una nota - che può essere superato soltanto con il concorso di tutti. Il piano non prevede affatto il ridimensionamento dell'azienda, anzi mette al centro il prodotto che è il vero core business e crea le condizioni per il risanamento attraverso l'aumento delle produzioni interne e non la cessione all'esterno dei contenuti del servizio pubblico. Per questo ritengo che il tavolo del confronto deve restare aperto ma l'azienda deve finalmente illustrare con chiarezza la situazione e i contenuti del piano industriale. Ma alla Rai bisogna chiedere di avere le carte in regola: non si possono chiedere sacrifici se prima non vengono eliminati gli sprechi, i privilegi di pochi e le scelte contrarie agli interessi aziendali". (ANSA)

RAI: PARDI (IDV), SOLIDARIETA' CON LAVORATORI IN SCIOPERO
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Per un servizio pubblico italiano e non 'all'italianà esprimo la più completa solidarietà a tutti i lavoratori Rai che oggi scioperano contro un piano industriale fatto sulla loro pelle e che favorirà soltanto un ulteriore impoverimento dell'azienda", dice Francesco 'Pancho' Pardi, capogruppo dell'Italia dei Valori in Vigilanza, annunciando l'adesione dell'Idv alla mobilitazione di oggi promossa da Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Tlc, Snater, Libersind Confsal, rappresentative degli operai, impiegati e quadri della Rai. "Un piano industriale - prosegue Pardi in una nota – che prevede la cessione di asset aziendali, anche strategici come RaiWay, l'esternalizzazione del lavoro e i conseguenti esuberi del personale significa rinunciare alle professionalità di altissimo livello presenti da sempre in Rai. Per questo è urgente riprendere immediatamente il dialogo tra azienda e sindacati, dialogo incomprensibilmente negato da mesi dai vertici. I lavoratori Rai sono il baluardo del Servizio Pubblico, gli ultimi difensori di un servizio di tutti e per tutti i cittadini".
"Tra l'altro - conclude l'esponente Idv - dispiace vedere che su una vicenda così importante, come quella per i diritti sacrosanti dei lavoratori, i sindacati non siano uniti: è infatti incomprensibile la posizione della Cisl. Nel prossimo futuro, indipendentemente da come andrà la questione di fiducia, è essenziale che le forze del centrosinistra sappiano ripensare il destino della Rai in una prospettiva capace di fare esprimere a pieno le potenzialità professionali dell'azienda senza più lottizzazioni". (ANSA).

(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Il Partito Democratico sostiene le ragioni dei lavoratori Rai che oggi scioperano. Il futuro della Rai non può prescindere dalla valorizzazione delle professionalità interne che sono la vera ricchezza del servizio pubblico. Oggi la Rai deve dimostrarsi all'altezza della sfida dell'innovazione tecnologica e non potrà certo farlo procedendo con scelte improvvisate, nascoste dietro la pur evidente esigenza di risanare i conti". E' la solidarietà degli esponenti del Pd Matteo Orfini e Carlo Rognoni. "Il risanamento - affermano Orfini e Rognoni in una nota - si può fare in tanti modi, e certamente scaricarne i costi sui lavoratori e impoverire l'azienda smembrandola non sono le uniche soluzioni possibili. Il piano industriale, per quel poco che è stato possibile capire dato che lo si è voluto di fatto secretare, non è adeguato a fare della Rai un'azienda forte, innovativa e competitiva. E' inoltre indispensabile recuperare un metodo di confronto e concertazione con le parti sociali a cui un piano così delicato non va semplicemente illustrato, ma deve essere discusso seriamente e approfonditamente". (ANSA).

“Smantellano la parte tecnologica della Rai e colpiscono chi lavora per mantenere nani e ballerine." Cosi' Emilio Miceli, Segretario generale Slc-Cgil, nel corso della manifestazione a viale Mazzini per lo sciopero generale della Rai. "Chiediamo una commissione che indaghi sugli sprechi.Vogliono esternalizzare gran parte della Rai, a partire da Raiway. E’ indubbio che l’attività centrale dell’azienda sia quella trasmissiva. Invece vogliono dismettere le torri e la gente che lavora in questo settore dell’azienda. La nostra firma sulle esternalizzazioni non ci sarà. In un momento di crisi, il Cda vuole continuare ad assicurare il dividendo politico. Forse, allora, i lavoratori e i sindacati sono gli unici che tengono alla Rai in questo paese. Ci chiediamo perché soldi finiscano nelle tasche di chi non si spende per migliorare l’azienda. Non c’è dubbio che le cose migliori della Rai sono quelle realizzate dai lavoratori interni. Chiediamo allora una commissione anti sprechi che ci dica come vengono spese le risorse dell’azienda. Né si può continuare a ricattare i precari e cacciarli: perché altrimenti saremo di nuovo in piazza. Siamo forti e questa manifestazione lo dimostra. Forte e determinante è stato il contributo dei giornalisti Rai per la riuscita dello sciopero. Chiediamo al Cda di riflettere su questo sciopero.”


SCIOPERO; MASI, APERTO A DIALOGO MA PROTESTA E' ERRORE
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Premesso che lo sciopero è un diritto fondamentale dei lavoratori e pertanto va non solo rispettato ma anche sempre e comunque garantito, ribadisco che la manifestazione di alcune sigle sindacali oggi in Rai rischia di essere un grave e controproducente errore perché allontana dal tavolo delle trattative e di quel dialogo necessario per trovare soluzioni in un momento in cui c'é bisogno di collaborazione da parte di tutti". Lo afferma il direttore generale della Rai, Mauro Masi, in merito allo sciopero di oggi.
"Un momento in cui Rai sta per la prima volta tentando di risolvere sul serio i propri problemi strutturali di bilancio per troppo tempo lasciati marcire - prosegue la nota -. Sarebbe forse utile e interessante che i promotori dello sciopero di oggi andassero a esercitare il loro diritto verso chi per decenni ha gestito Rai tra sprechi e disattenzioni magari indagando a fondo le cause di questi sprechi e disattenzioni e, chissà, forse individuando in questo esercizio, sorprese interessanti". "Per parte mia - conclude Masi - ribadisco di essere sempre disponibile al dialogo, 24 ore al giorno sette giorni su sette, ma sempre e solo nell'interesse dell'azienda e non di chi utilizza questi eventi per tentare, peraltro inutilmente, come accaduto di recente, di farsi un po' di pubblicità patetica d'accatto a scapito dell'immagine di Rai".

RAI : SCIOPERO; AZIENDA, NO PROVOCAZIONI,OK RIPRESA CONFRONTO
IMPEGNO A RISANAMENTO E QUINDI A DIFESA DEI POSTI DI LAVORO
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Rai continua a ritenere che vadano rigettate tutte le provocazioni e le strumentalizzazioni politiche e che invece la ripresa del confronto con tutte le componenti sindacali sia la maniera per poter ricercare soluzioni strutturali e governare i processi di cambiamento in atto". E' quanto recita il controcomunicato aziendale della Rai, in onda nelle edizioni in forma ridotta di telegiornali e giornali radio. "Il diritto di scioperare - prosegue la nota - va sempre rispettato e garantito, ma i telespettatori devono sapere che - in questo caso - si tratta di uno sciopero contro una Rai impegnata a risanare per la prima volta, in maniera seria e responsabile, il proprio bilancio e pertanto a difendere i posti di lavoro; contro una Rai in grado di vincere - e quest'anno con un distacco record - la competizione degli ascolti; contro una Rai capace, in pochi mesi, di moltiplicare la propria offerta passando dagli storici tre canali analogici ai 14 digitali, tutti a titolo gratuito, con un grande vantaggio per i telespettatori". (ANSA).

RAI : SCIOPERO; USIGRAI, CONFRONTO SOLO CON ADEGUATE GARANZIE
A GARIMBERTI E CDA CHIEDIAMO PARTECIPAZIONE ATTIVA
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Con lo sciopero, insieme alle sigle sindacali dei lavoratori e con la solidarietà dei dirigenti, stiamo dando una storica adeguata risposta ad un'azienda che sventola i nostri successi per celare il proprio malgoverno. Che dire degli ostacoli che hanno dovuto superare Annozero e Vieni via con me?". Lo afferma il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna, chiedendo adeguate garanzie per la ripresa del confronto. "L'Usigrai respinge tutte le affermazioni contenute nel controcomunicato aziendale - si legge in una nota -, cogliendo come positivo solo il pentimento laddove si parla di "ripresa del confronto con tutte le componenti sindacali" come modo per ricercare soluzioni. La Rai avrebbe dovuto semmai parlare di avvio del confronto visto che il direttore generale arroccandosi su alcune pregiudiziali lo ha di fatto precluso". "Fa sorridere amaramente il preambolo del controcomunicato Rai - prosegue Verna -, secondo cui il diritto di scioperare va sempre rispettato e garantito. C'é già la Costituzione a dircelo, non abbiamo bisogno di ulteriori concessioni Piuttosto la risposta che ci attendiamo dall'azionista e dal CdA, anche dopo il referendum su Masi, è sulla legittimazione dell'attuale Dg E poi come andare ad un tavolo di confronto con una controparte che si mostra senza reticenze "annoiata" da quel che diciamo? Ci si può sedere solo con precise garanzie. Va bene dunque l'auspicio espresso dal presidente Garimberti, ma chiederemo a lui e al consiglio di amministrazione (bene anche Verro e Rizzo Nervo) una partecipazione attiva". (ANSA).

SCIOPERO; VENDOLA, LAVORATORI DICONO NO A DECLINO
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Sono al fianco degli operai, degli impiegati e dei quadri della Rai, che oggi scioperano. I lavoratori scioperano perché non vogliono assistere al declino della loro azienda". E' quanto scrive il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola, sul suo sito. "I lavoratori della Rai scioperano contro il piano industriale - afferma Vendola - che, di fronte ai problemi di bilancio dell'azienda, non trova migliore soluzione se non quella di scaricare i costi della crisi sui lavoratori, mortificando chi quella azienda l'ha costruita. Il piano industriale pensato dai vertici aziendali, infatti, non guarda alla possibilità di conquistare nuovi mercati o di costruire nuovi format, puntando sulle tante e validissime professionalità presenti nell'azienda; non pensa ai lavoratori come a risorse importanti, tramite le quali uscire dalla crisi".
"Al contrario - prosegue il leader di Sel -, esternalizza il lavoro, cede i settori strategici della Rai, e chiudendo la porta in faccia a molti lavoratori, rinuncia a produrre nuove idee, rinuncia all'innovazione e alla creatività. Il piano industriale mette una pietra sul futuro dell'azienda culturale più importante del nostro Paese. E non è un caso che anche l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, abbia aderito oggi allo sciopero delle maestranze. Evidentemente le preoccupazioni degli operai, dei costumisti, degli sceneggiatori, dei falegnami, sono condivise anche dai giornalisti, ben consapevoli di come la Rai sia ormai da tempo occupata dai partiti e dalle lobby, e non sia più purtroppo un bene comune".


Federconsumatori e Adusbef sostengono la protesta contro il nuovo piano industriale



Comunicato Stampa


RAI: FEDERCONSUMATORI E ADUSBEF SOSTENGONO LA PROTESTA CONTRO IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE.

Federconsumatori e Adusbef esprimono il loro sostegno allo sciopero del personale RAI, sceso oggi in piazza per ribadire il proprio no all’esternalizzazione dei servizi e dei programmi determinati dal nuovo Piano Industriale 2010-2012.
“Siamo convinti che, a fare le spese di tale scelta, saranno ancora una volta i cittadini. – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti - È questo, infatti, l’ennesimo atto di un copione che conduce dritto al tracollo culturale del nostro Paese”.
Il clima di instabilità e incertezza creato dalle prospettive di esuberi e di cessione degli asset aziendali a privati, oltre a mettere in discussione i sacrosanti diritti dei lavoratori che operano in questo campo, non potrà che influire negativamente sulla qualità e sull’elevato profilo culturale che, da sempre, hanno distinto la RAI. Ma vi è di peggio. Attraverso tali operazioni si rischia di mettere in discussione lo stesso ruolo pubblico del servizio radiotelevisivo.
Per questo, se si deciderà di proseguire in tale direzione, metteremo in campo iniziative per ristabilire il diritto dell’utenza ad un servizio pubblico e di qualità. Anzi, qualora questi fondamentali presupposti dovessero venire a mancare, daremo mandato ai nostri uffici legali di studiare tutte le modalità di intervento necessarie.


martedì 7 dicembre 2010

Lettera unitaria inviata all’azienda sulla questione TD/collegato lavoro



Spett. le RAI Radio Televisione Italiana
Direzione Risorse Umane
Relazioni Industriali e Sindacali
Viale Mazzini, 14
00195 Roma

Slc Cgil, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind-ConFsal esprimono grande preoccupazione per la situazione dei precari in Rai.
Tale preoccupazione si somma alla difficile condizione dell’azienda, un Piano Industriale sbagliato e provvedimenti adottati dal Direttore Generale e dal CDA inefficaci.
La difficile attuazione e manutenzione dell’Accordo sui Bacini del 4 giugno 2008, il blocco del turn-over preannunciato dal Direttore Generale, l’entrata in vigore della Legge 4 novembre 2010, n. 183, sono tutti elementi che obbligano l’azienda a trovare una soluzione condivisa per la stessa tenuta produttiva e ideativa della Rai.
Le scriventi OO.SS. reputano assolutamente necessario mettere in sicurezza i tanti lavoratori che in questi anni hanno consentito all’azienda di proseguire la sua missione di servizio pubblico.
Per questo evidenziano la necessità di sviluppare al più presto una trattativa, al fine di inserire nell’Accordo sui Bacini quegli elementi di tutela che garantiscano i lavoratori TD nel loro iter di stabilizzazione.
In tal senso si vuole ricordare l’esigenza, espressa anche nell’accordo del 2008, di riportare entro dicembre 2014, la soglia dell’utilizzazione dei contratti a tempo determinato ad un livello fisiologico dell’8%.
Va aggiunto che ci preoccupa anche la condizione di collaboratori, partite iva, consulenze e scritture.
L’abnorme e alle volte irregolare utilizzazione di tali forme contrattuali nel tempo ha sedimentato esperienze, professionalità probabilmente divenute indispensabili alla Rai.
Le OO.SS. vogliono però essere chiare, è loro intenzione raggiungere una soluzione condivisa che garantisca il processo di stabilizzazione dei precari.
I tempi purtroppo però sono stretti, il collegato Lavoro, che prevede la prescrizione per i diritti conseguiti entro 60 giorni, è entrato in vigore il 24 novembre 2010, quindi il tempo utile per trovare una soluzione evitando la via vertenziale è molto breve.
Per questo si invita la Rai, nel più breve tempo possibile, a condividere con le OO.SS. scriventi un serio confronto su tale tema.
Distinti Saluti,
Roma, 7 dicembre 2010
SLC-CGIL UILCOM-UIL UGL-TEL SNATER LIBERSIND-CONFSAL



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Interrogazione parlamentare dell'IDV



Premesso che:

nel 2000 la Rai sciolse la Divisione "Trasmissione e Diffusione", dando vita alla Consociata Raiway, facendo confluire al suo interno le 2300 stazioni trasmettenti ed il personale di manutenzione e progettazione, con l’intento di destinarne al mercato il 49%, per finanziare la digitalizzazione degli impianti di produzione TV;

la multinazionale Crown Castle, interessata al collocamento sul mercato delle stazioni trasmittenti, elaborò una proposta d'acquisto della somma di 413 mil di euro, in ragione della quotazione per l’intero asset in 905 mil di euro. L'operazione industriale relativa alla cessione dell’asset fu bloccata dall'allora Ministro delle Comunicazioni Sen. Maurizio Gasparri, poiché considerato strategico per la Rai;

il direttore generale Masi, nel proprio piano industriale, ha stimato un ricavo di 300 milioni di euro derivante dalla vendita dell’intero asset, ossia meno della metà dell’importo che sarebbe stato riscosso dalla Rai con la vendita del solo 49% e che le avrebbe consentito un cospicuo autofinanziamento, mantenendo comunque la quota di maggioranza dell’azienda;

Raiway costa alla capogruppo 230 mil. l’anno, ma ricava da terzi una somma compresa tra i 60 e 100 mil di euro ed inoltre sta investendo 120 mil di euro per la conversione della rete al digitale terrestre. Rai Way ha beneficiato di finanziamenti pubblici (legge 488/92) e continua a beneficiarne (dm 2007.08.02), utilizzandoli anche per il potenziamento di quello che il piano industriale definisce “asset passivi”;

Il Ministero dello sviluppo economico ha dato il via all’asta delle frequenze derivanti dal riassetto delle concessioni analogiche che comporterà l’assegnazione di almeno 5 frequenze nazionali. Pertanto, i nuovi gruppi editoriali assegnatari avranno la necessità di rivolgersi ad un operatore di rete, ruolo che Rai Way, avendo la rete italiana più capillare per la copertura della popolazione nazionale, potrebbe svolgere mediante il sistema “towers rental” arrivando così, a triplicare i suoi ricavi, senza che questo comporti un aumento dei costi fissi finanziandosi per soddisfare le esigenze di diffusione e di trasmissione dei programmi della Rai. L’appetibilità dell’asset è dimostrata dal fatto che la maggior manifestazione d’interesse all’acquisto, proviene dall’gruppo editoriale principale concorrente della Rai;

Il piano industriale, approvato all’unanimità dal CDA Rai su proposta del DG, prevede, oltre ad una serie di esternalizzazioni, la cessione delle torri di trasmissione di proprietà di Rai Way poiché, a Loro avviso, facenti parte di attività ”no-core”. Nel piano industriale, le torri, sono definite ”Asset passivi”

Considerato che

l’attuale situazione d’indebitamento della Rai, che chiuderà il bilancio 2010 con un passivo compreso tra i 118-130 milioni di euro, sommati al passivo dei precedenti esercizi, porterà l’azienda a una pesante esposizione finanziaria pari a circa 250 milioni di euro. Per fare fronte a ciò, il Direttore generale è riuscito ad operare una riduzione dei costi tramite tagli al turn over, alle utenze mobili, alle auto blu, alle trasferte del personale, a consulenze ed appalti con un presunto risparmio di 10 milioni di euro;

l’attuale esposizione finanziaria della Rai, la riduzione dei ricavi conseguente alle scelte strategiche dell’attuale management e vista l’impossibilità di aumentare i ricavi pubblicitari fissati per legge;

la richiesta di nulla-osta alla vendita delle torri, sarebbe stata effettuata dall’attuale Direttore generale ai ministeri competenti ;
si chiede di sapere:

- se non si ritenga necessario riconsiderare l’autorizzazione alla cessione delle torri, in coerenza con la decisione del Ministro Gasparri che bloccò la vendita del solo 49% per: "l'interesse a mantenere in capo alla Rai impianti di un così rilevante interesse strategico anche per la sicurezza; i dubbi circa la congruità del valore attribuito agli impianti, che risulta eguale a quello attribuito dall'IRI nel 1991; la pesante portata dei patti parasociali che assegnavano al socio di minoranza poteri di indirizzo addirittura superiori a quelli della Rai, socio di maggioranza” (resoconto stenografico, Senato, 8° commissione permanente (lavori pubblici, comunicazioni) seduta dell’13-11-2001);

- in ragione della valutazione delle eventuali conseguenze della vendita delle torri rispetto all’attuale grave esposizione finanziaria, alla rinuncia dei probabili ricavi, alla perdita del controllo di un asset strategico, all’attuale valore stimato ed ai costi dovuti all’operatore terzo per tutti i servizi di diffusione, trasmissione, collegamento, fonia ecc., svolti da Rai WAY.

- se non si ravvisi il rischio di fallimento dell’azienda di servizio pubblico, poiché, qualora si alienasse l’asset, il valore derivante da tale vendita sottratti i costi dovuti all’operatore terzo, darebbe liquidità solo fino al 2012.


Comunicato SAI SLC (7.12.2010)





“Il mondo della cultura, del cinema e della televisione” esprimono solidarietà ai lavoratori della Rai.
MANIFESTAZIONE VENERDI’ 10 DICEMBRE 2010
DALLE 11 ALLE 15
VIALE MAZZINI, 14 - ROMA


La Rai attraverso la sua opera di diffusione e di finanziamento ha in questi anni aiutato le produzioni cinematografiche, consentendo la realizzazione di prodotti indipendenti e di qualità.

La Rai ha consentito a tanti italiani di conoscere le diverse realtà regionali, ed ha sostenuto il cinema italiano e europeo d’autore.

La Rai, attraverso lo strumento televisivo e radiofonico, per tanto tempo è stata capace di trasmettere prodotti di qualità, oggi purtroppo relegati ai margini dei palinsesti, mentre le produzioni sono, sempre più frequentemente, delocalizzate.

Il SAI, pertanto, esprime solidarietà nei confronti dei lavoratori Rai che negli anni hanno contribuito ad una effettiva crescita culturale e civile del Paese, oggi pesantemente messa in discussione.

La perdita di un patrimonio, la perdita di capacità ideative e produttive di questa importanza, è inaccettabile.

Lo è al pari dei tagli alla cultura, alla scuola, all’università e alla ricerca, tutti simboli di un declino che va respinto.
Roma, 7 dicembre 2010
SAI SLC CGIL


Lettera TD reparto montaggio di Torino

Alla cortese attenzione
Resp. Dir. Prod. – Dott. Andrea Lo Russo Caputi
Uff. personale prod. – Dott.ssa Paola Sciommeri
Direttore – Dott. Maurizio Braccialarghe
Dirigente - Sig. Riccardo Gerbaudo
Resp. Post prod. – Ing. Massimo Visca
Funzionario Post prod. – Sig Dante Errico
Uff. Personale – Sig.ra Sandra Conterno
E p.c. a tutte le sigle sindacali

Noi lavoratori a TD del reparto RVM del centro di produzione RAI di Torino, vogliamo portare all’attenzione la nostra condizione precaria all’interno dell’azienda.
Siamo montatori con una idoneità e delle competenze specifiche, capacità ideativa e creativa e sin dal primo giorno di contratto siamo stati pienamente operativi. Ci vengono affidate produzioni, responsabilità e garantiamo la realizzazione dei programmi all’interno del nostro centro. Spesso lavoriamo in completa autonomia, abbiamo acquisito una maturità lavorativa e una professionalità che ha reso il nostro operato apprezzato come può essere testimoniato dalle produzioni con cui abbiamo lavorato in questi anni.
Oggi ci sentiamo esclusi da un progetto aziendale di cui ritenevamo di far parte.
Non ci viene garantita nessuna continuità lavorativa ed inoltre la nostra condizione ha subito un netto peggioramento nell’ultimo anno perché essendo inquadrati come figura artistica non ci viene riconosciuto il diritto a percepire l’indennità di disoccupazione.
Il blocco dei bacini ed assunzioni ci scoraggia, ci sentiamo esclusi da qualsiasi prospettiva lavorativa futura. Ne è un esempio la scelta di colmare una carenza nel nostro reparto con lo spostamento di altre figure e non programmando adeguatamente il nostro inserimento a tempo indeterminato. Riteniamo che questa azione sminuisca la professione del montatore che ha competenze specifiche tecniche e teoriche, familiarità e sensibilità di linguaggio; cose che riteniamo non siano acquisibili in breve tempo, attraverso affiancamenti estemporanei.
La mancanza di informazione e considerazione non solo è poco gratificante, ci porta delusione e demotivazione.
E’ per questo che chiediamo con forza chiarimenti sulle intenzioni dell’azienda riguardo la gestione futura dei nostri contratti, auspicando di poter rientrare al più presto in un processo di stabilizzazione.
Restiamo in attesa di un vostro cortese riscontro.
I lavoratori a TD del reparto RVM


lunedì 6 dicembre 2010

Odg dell'Assemblea del 1.12.2010 a Torino



La grave situazione aziendale che stiamo vivendo dal punto di vista economico e finanziario, deve trovare soluzioni efficaci in tempi brevi, per garantire quel ruolo mai esautorato di Servizio Pubblico che richiede un rilancio di RAI e, conseguentemente, dei suoi livelli occupazionali.

È importante che tutti i lavoratori della RAI si rendano protagonisti, attraverso le loro Associazioni Sindacali, dei necessari cambiamenti che dovranno essere effettuati in Azienda.

È opportuno rimarcare quelle che reputiamo essere priorità irrinunciabili:

- Il perimetro Aziendale non può essere modificato da questo od altro piano industriale che contempli la cessione di rami di Azienda o di fondamentali “Asset” aziendali.
- La Rai è una e indivisibile; al suo prodotto contribuiscono, ognuno per la propria quota parte, tutti i settori aziendali.

Pertanto, come lavoratori di Torino, di Via Cernaia e Corso Giambone, delle squadre esterne di ripresa, del reparto trucco e parrucco, non accetteremo di essere considerati settori “no core” e quindi sacrificabili, anzi! I loro costi vanno detratti dagli ipotizzati benefici; ma c’è comunque una questione di ben più elevato tenore: questa Azienda deve guardare soprattutto al ben più alto compito, richiesto dal Contratto di Servizio, della crescita armonica, allargata e pluralista della cultura del Paese.

Le esternalizzazioni, in questo contesto, rappresenterebbero l’ultimo atto della negazione del ruolo di RAI come Azienda di produzione culturale che parla a tutti, compresi coloro che si affacciano per la prima volta al nostro Paese ed alla sua cultura.

Rispettare il ruolo della RAI significa ricercare una ripresa attraverso la valorizzazione dell’Azienda su tutto il territorio nazionale. A Torino in particolare non si può prescindere dal considerare necessario il rilancio delle attività, con tutte le vocazioni di servizio e produttive.

Il Centro di Produzione TV e Radiofonia, la cui arretratezza tecnologica rischia ormai di diventare il pretesto per giustificare mancate commesse, deve tornare a saturare le sue possibilità produttive continuando ad impiegare tutte le risorse presenti sul territorio che negli anni hanno maturato competenze e professionalità, definendo chiaramente il ruolo del CPTO nelle nuove Reti per Ragazzi e mantenendo l’attività anche per le reti generaliste.

L’attività dell’Orchestra Sinfonica va difesa e rilanciata come bene culturale prezioso per l’Azienda e per il Paese, valorizzata attraverso un’adeguata programmazione televisiva ben diversa dal vergognoso palinsesto di Rai5 che la vede relegata all’alba della domenica mattina.

Va rilanciato il Centro Ricerche le cui innovazioni tecnologiche hanno migliorato e fatto evolvere la televisione (basti pensare al televideo, al digitale terrestre e alla televisione in 3D) mentre ormai da tempo si trova in una situazione di degrado finanziario ed immobiliare.

Vanno rilanciati e valorizzati i centri direzionali di via Cernaia che hanno eccellenze nell’ambito amministrativo, informatico, tecnologico e degli abbonamenti, che rischiano, aldilà delle esternalizzazioni, un degrado prodotto da una poco oculata gestione finanziaria ed immobiliare.

Per questo tutti i lavoratori della RAI di Torino, riuniti nell’assemblea del 1 dicembre 2010, chiedono l’immediato ritiro delle proposte di esternalizzazione contenute nel piano industriale e impegnano tutte le organizzazioni sindacali a riaprire una vertenza per il rilancio delle attività della RAI di Torino.


Ordine del giorno su Accordo Bacini TD (1.12.2010)


L’assemblea dei lavoratori della Rai di via Verdi, via Cernaia, corso Giambone e dell’Orchestra Sinfonica, riunita il giorno 1/12/2010 presso l’Auditorium di Torino,

IMPEGNA

le Organizzazioni Sindacali Nazionali ad aprire immediatamente un tavolo di trattativa con l’Azienda finalizzato al mantenimento e rispetto dell’Accordo sui Bacini A e B dei lavoratori a Tempo Determinato alla luce del nuovo quadro legislativo.

Torino, 1 dicembre 2010


Mozione approvata (all'unanimità) dall'assemblea ADRAI del 25.11.2010

MOZIONE APPROVATA DALL’ASSEMBLEA DELL’ADRAI IL 25 NOVEMBRE 2010


L’Assemblea dei Dirigenti della Rai si trova a dover esprimere – ancora una volta e con ancora più decisione del solito – la sua forte e crescente preoccupazione per la situazione dell’Azienda.

PREOCCUPA il clima di scontro politico che e’ intorno all’Azienda.
Invece di affrontare i problemi strutturali prevale la logica del rinvio delle decisioni e un’interferenza sempre più accentuata del sistema dei partiti sulla vita dell’Azienda senza un punto di garanzia e filtro dell’autonomia del Servizio Pubblico.

PREOCCUPA la mancata definizione strategica di un perimetro delle attività della Rai.
Al momento si e’ parlato solo di esternalizzazioni e cessione di asset.
Il Piano Industriale presentato, infatti, non definisce nessuna alleanza industriale, limita l’intervento nel digitale al solo campo dell’offerta free con una indiscriminata moltiplicazione di canali a scarso budget, ipotizza la cessione di importanti asset aziendali al solo scopo di un ripiano finanziario della gestione corrente, ovvero ipotizza alcune aree di esternalizzazioni.
La base di partenza per la delineazione del piano medesimo sembra essere costituita da un mero obiettivo di pareggio dei bilanci, che sembra rendere il piano una semplice sommatoria di tagli, senza una prospettiva di scenari futuri e di alleanze.

PREOCCUPA la tempistica del Piano Industriale.
Esso riguarda il triennio 2010 – 2012 e appare lontano dal vedere la luce nella sua forma definitiva e, soprattutto, dal poter essere attuato in modo da poter realmente pervenire all’auspicato pareggio nel 2012.
Qualora si ritenessero congrue le misure previste, dall’outsourcing alle dismissioni degli immobili, esse necessiterebbero di molto tempo per poter essere concretamente attuate e lo stato delle decisioni sembra allontanare sempre di più la possibilità di un’attuazione compatibile con le dichiarate esigenze di recupero economico.

PREOCCUPA il tenore della circolare del 4 novembre scorso.
Si torna orizzontalmente a colpire voci già da anni coinvolte da tagli indiscriminati, che rischiano di provocare danni più che benefici.
Sia chiaro, l’Adrai è assolutamente d’accordo nel razionalizzare trasferte, consulenze, impegno di auto a nolo e molto altro, ma sarebbe ora di intervenire in modo mirato, con il coraggio, una volta per tutte, di andare a scovare le trasferte che non servono, le auto superflue e quant’altro, evitando di tagliare indiscriminatamente, col rischio di rinunciare a ciò che serve e mantenere ciò che, invece, è solo odioso privilegio.

PREOCCUPA il silenzio sulla natura giuridica della RAI
costretta a comportarsi come un ente pubblico in un contesto spietato, contro competitori con le mani totalmente libere.

PREOCCUPA che a tutti vengano chiesti sacrifici
anche alle parti più deboli dell’Azienda, ma che i volumi di lavoro degli appaltatori esterni che realizzano programmi per la RAI rimangano sostanzialmente inalterati.

PREOCCUPA l’emergere di fenomeni di spesa incontrollata.
Al di là delle responsabilità dei singoli, per cui auspichiamo un rapido accertamento della verita’, essi dimostrano smagliature e incapacità di controllo di tali inaccettabili episodi.

PREOCCUPA che siano disattesi gli impegni
a valorizzare il personale interno riconoscendo la qualifica di dirigenti ai colleghi che da tempo svolgono le relative attivita’ e funzioni e sui quali l’ADRAI aveva fornito disponibilita’ addirittura a discutere dei percorsi retributivi, pur di far ottenere loro la meritata qualifica.
L’ADRAI si e’ sempre opposta in ogni sede e occasione alle immissioni dall’esterno che mortificano i colleghi e rappresentano comunque un aggravio dei costi aziendali.

PREOCCUPA una certa rassegnazione del Vertice Aziendale.
Non e’ pensabile che il problema del canone sia una variabile indipendente (esogena) dell’equazione per risolvere la mancanza di risorse della Rai.
Un’evasione quasi pari al 30% ed un impegno Rai negli ultimi cinque anni che esorbita di circa 1 miliardo di euro il limite delle risorse destinate alle attivita’ di servizio pubblico, come certificato dalla societa’ di revisione dei bilanci, necessitano di interventi decisi sul piano istituzionale, utilizzando strumenti specifici che esistono nel nostro ordinamento e non di generiche lamentele.

PREOCCUPA il clima di tensione sindacale.
Nella storia della Rai ci sono stati altri momenti di tensione, ma mai si era arrivati a minacciare provvedimenti che mettono in discussione i posti di lavoro, attraverso esternalizzazioni, esuberi, blocco del turn over etc.
A conclusione
L’Assemblea dei Dirigenti,

APPROVA

La linea e l’operato del Direttivo esposti nella relazione del Presidente e la presente mozione

DELIBERA

1. di dare mandato al Direttivo e al suo Presidente di compiere gli atti necessari, nell’interesse dell’Azienda e qualora valutato opportuno, per attivare la procedura per il recupero degli importi dovuti dal Governo per le attività di servizio pubblico che esorbitano dall’importo del canone
2. di dare mandato al Direttivo di proseguire la trattativa per la riforma del sistema di assistenza sanitaria aziendale
3. nell’impossibilità di aderire allo sciopero indetto dalle OO.SS. per il giorno 10 dicembre p.v. e fermo restando l’impegno di lealta’ dei Dirigenti nei confronti dell’Azienda, di devolvere ciascuno una somma concordata a TELETHON in segno di solidarieta’ nei confronti della protesta dei lavoratori.

Roma, 25 novembre 2010