SLC CGIL Nazionale

venerdì 28 maggio 2010

Comunicato Slc Snater



COMUNICATO SINDACALE


Riteniamo atto molto grave la contestazione disciplinare inflitta in questi giorni ad una lavoratrice Rai. Lavoratrice che tuteleremo nel miglior modo possibile, senza lasciare che atti come questo passino come normali o ripetibili.
L’aver contestato per iscritto una “presunta” dichiarazione, ritenuta lesiva della dignità di una dirigente, durante lo svolgimento di una assemblea sindacale è atto grave, per noi volto a minare i diritti sindacali e la libertà di opinione.
Riteniamo che in alcun modo, testimonianze e affermazioni espresse nella nostra assemblea del 23 aprile, possano essere considerate lesive della sensibilità di qualcuno. L’azienda, invece di reprimere, dovrebbe semmai comprendere l’esigenza dei propri dipendenti di trovare spazi di discussione (tra questi in primis quelli sindacali), all'interno dei quali cercare soluzioni alla crisi prodotta dall’attuale classe dirigente.
Non è minimamente accettabile che si cerchino di tacitare malumori o giuste rivendicazioni attraverso strumenti repressivi, e che tali atti vengano giustificati con l’utilizzo della parola “etico” vicino a “codice”. A noi sembra che l’unica cosa etica rimasta in Rai sia il lavoro, ed è quello che dovrebbe essere rispettato piuttosto che la presunta onorabilità di qualcuno. Ogni giorno sui giornali campeggiano insulti tra dirigenti, giornalisti e dipendenti dell’azienda, senza che mai questo sia ritenuto atto sufficiente per una contestazione. Certo, è facile prendersela con un' impiegata piuttosto che con un presentatore di prima serata!
Entrando nel merito, appare ai nostri occhi piuttosto curioso il ripetersi continuo, nel testo della contestazione disciplinare, della parola “Risulta” nell’accezione di “ci risulta”. Sarebbe auspicabile che in una comunicazione di questo genere ci si esprimesse in maniera chiara e leggibile, per non correre il rischio di far diventare uno strumento di “tutela” dell’azienda un atto arbitrario e intimidatorio nei confronti dei lavoratori subordinati.
Il fatto che all’azienda “risulti” qualcosa ci appare decisamente nebuloso, e ci fa interrogare su come tali affermazioni siano emerse o su chi le abbia fatte emergere. Per diradare un po’ di questa nebbia vogliamo ricordare all’azienda che mai il sindacato ha autorizzato registrazioni delle assemblee sindacali, e che sarebbe per noi comunque opportuno o “etico” che eventuali colleghi testimoni fossero citati “apertamente” per avvalorare quanto si afferma.
Inoltre, senza troppo entrare nel merito della contestazione, cosa che riteniamo assolutamente superflua in tale contesto, vorremmo ricordare all’azienda che gli unici testi utilizzabili per le contestazioni disciplinari sono il CCL e le leggi. Regolamenti o codici interni, se non sottoscritti dalle OO.SS, non possono essere (così afferma lo Statuto dei Lavoratori - art. 7) utilizzati ai fini disciplinari.
Non sarà quindi tollerato che si attacchi l’istituto dell’assemblea sindacale e per questo suggeriamo alla Rai di ritirare immediatamente il provvedimento alla lavoratrice e di non ripetere in seguito simili atti.
Stigmatizzando tale comportamento vi chiediamo una maggiore attenzione alle prerogative sindacali e alle libertà individuali. Se tale azione dovesse proseguire ci troveremo costretti ad utilizzare tutti gli strumenti legali propri del sindacato.

Roma, 27 maggio 2010
Slc Cgil Nazionale - Snater


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