COMUNICATO STAMPA
Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConfSal, respingono quanto teorizzato dal Direttore Generale della Rai nell’incontro del 14 novembre. Lo annuncia una nota della Segreteria Nazionale Slc Cgil.
Il percorso di riduzione dei costi, al fine di raggiungere il pareggio di bilancio del 2011, grava essenzialmente sul costo del lavoro (mancato rinnovo del contratto nazionale, mancata erogazione del premio di risultato, mancata erogazione di ogni salario accessorio) e sugli investimenti in tecnologie, nella formazione e sul prodotto: tutto questo genera una pesante stagnazione dalla quale la Rai rischia di non uscire.
Il mancato chiarimento sul mantenimento del perimetro aziendale, la rinuncia cioè alla cessione di asset strategici e alla esternalizzazione di ideazione e produzione (elementi propri del Piano Industriale del 2010/12 dell’ex D.G. Masi), non lasciano margini per condividere un piano così sviluppato.
Le OO.SS. reputano ci siano ancora spazi per trovare risorse per migliorare i conti, modi per rilanciare la produzione e recuperare pubblicità, tagliare sprechi, appalti e consulenze milionarie. La risposta non può essere nel modello, a tagli lineari, presentati dal DG Lorenza Lei che rischia solo di aggravare la situazione di un’azienda che vive una crisi economica e industriale pesantissima e neppure si può basare solo sul recupero del canone, elemento importante ma non di soluzione per una gestione dell’azienda strutturalmente sbagliata.
Con l’avvio delle procedure, come previsto dalla norma sullo sciopero dei servizi pubblici, la Rai ha ancora il margine per presentare alle OO.SS. un Piano che tenga conto di elementi di rigore ed equità e nello stesso tempo per il rilancio dell’azienda.
Nei prossimi giorni le OO.SS. programmeranno iniziative di lotta per far recedere l’azienda dalle scelte annunciate.
Roma, 17 Novembre 2011
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