Il 17 marzo la Rai in 21 Piazze
21 piazze presidiate dai lavoratori della Rai per unire l’Italia e ricordare il valore del lavoro.
Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind‐ConfSal, a seguito del Coordinamento Nazionale Unitario dei lavoratori della RAI hanno indetto lo stato di agitazione.
Questa è la determinazione figlia dell’ennesimo tavolo inconcludente, incontro del 22 e 23 febbraio 2011 con l’azienda, sul Piano Industriale. Tavolo di discussione ottenuto faticosamente sugli argomenti propri dello sciopero generale del 10 dicembre.
La preoccupazione per i molti temi irrisolti: Piano Industriale, Rinnovo del Contratto di Lavoro, stabilizzazione dei precari, non lasciano altra risposta se non quella di rimettere in campo momenti di mobilitazione.
Prima, tra tutte le iniziative, la consegna, durante un presidio, di una lettera dei lavoratori di Rai Way (già inviata alla stampa), sulla situazione della loro azienda, ai ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Economia e Finanze, che hanno la responsabilità sulla scelta di vendita dell’asset (Rai Way società del gruppo RAI che si occupa della gestione della rete di trasmissione e diffusione dei segnali audio‐video del Servizio Pubblico Radiotelevisivo) così come ipotizzato nel Piano Industriale e già respinto con l’adesione dell’85% dei lavoratori allo sciopero generale. Sempre in tal senso la determinazione, uscita dal Coordinamento di oggi, di inviare formale richiesta d’incontro delle 5 sigle scriventi, ai Ministeri su citati e ai Gruppi Parlamentari per esplicitare con forza le ragioni dei lavoratori.
Inoltre, per il valore simbolico ed unificante che ricopre la Rai nel nostro paese, attraverso la funzione espressa per decenni nella costruzione di una identità nazionale, le lavoratrici ed i lavoratori della Rai, per esprimere il proprio dissenso sulle pericolose scelte industriali degli attuali vertici Rai, manifesteranno nelle piazze e distribuiranno materiale esplicativo il 17 di marzo, giorno in cui si festeggiano i 150 anni dell’unità d’Italia.
Anche in questo modo, fortemente simbolico, il lavoro in Rai intende esprimere il proprio disagio.
Disagio, non solo, per le condizioni in cui è realizzato, per la precarietà in cui è costretto a permanere, ma anche per il rischio che la perdita del valore che incarna possa minare nelle fondamenta una “istituzione”, LA RAI, che ha operato nei decenni repubblicani per la costruzione di una identità nazionale, favorendo l’elaborazione di linguaggi, esperienze e valori diversi.
Il 17 marzo in 21 piazze, una per ogni regione d’Italia/una per ogni sede della Rai, i lavoratori dedicheranno una propria giornata, superando ogni polemica ideologica, per rammentare che il Servizio Pubblico, la sua integrità, la sua autonomia esiste se è consapevolmente sostenuto da tutti, e se il lavoro, elemento fondativo della democrazia italiana e della carta costituzionale riveste un ruolo centrale nella realizzazione del Servizio Pubblico Radio Televisivo.
Le scriventi, entro la prossima settimana, provvederanno a meglio esplicitare le iniziative, oltretutto calendarizzandone di nuove, nazionali e territoriali, dirette a sensibilizzare l’opinione pubblica e a realizzare una pressione sulle istituzioni per far valere le ragioni del lavoro.
Tali determinazioni saranno comunicate tempestivamente agli organi di stampa.
Slc Cgil Uilcom Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind‐ConfSal
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