Quanto è accaduto nella testata giornalistica RAI/TG1 rende ancor più evidente, dopo la soppressione dei talk show politici in campagna elettorale, la volontà dell’azienda e soprattutto delle forze politiche di governo, di avere l’informazione del servizio pubblico radio televisivo completamente omologata.
Nell’esprimere solidarietà verso i giornalisti e le giornaliste rimossi dalla conduzione dei TG1 dal direttore della testata, con una decisione che assume i connotati di una ritorsione, vogliamo denunciare che quanto è accaduto e sta accadendo è un grave attacco alla libertà d’informazione, ma è anche un incommensurabile danno per l’immagine della RAI e fa pensare ad un’azione programmata di RIDIMENSIONAMENTO e RIDEFINIZIONE dell’Azienda Editoriale di Produzione Televisiva che è stata protagonista dello sviluppo culturale, ma anche economico del nostro paese, a tutto favore del suo maggiore competitor che è Mediaset.
• La compressione delle capacità produttive dei vari Centri e Sedi (con appalti ed esternalizzazioni delle produzioni, anche non d’informazione)
• Lo sperpero di risorse economiche determinata da scelte che hanno prodotto mancati introiti e da dubbi incarichi
• La cancellazione, per un lungo periodo, di programmi con alti ascolti che hanno prodotto una diminuzione degli spettatori certificati e della credibilità
• I mancati investimenti in tecnologia e personale
stanno portando l’Azienda verso una lenta agonia e, fra le lavoratrici e i lavoratori Rai, si fa sempre più forte la convinzione che il management della Rai stia andando contro gli interessi dell’azienda e, quindi, del paese e dei lavoratori.
Facciamo appello a tutte le lavoratrici e i lavoratori e a tutte le organizzazioni sindacali, affinché si organizzi una risposta forte ed efficace, capace di riportare chi ne ha la responsabilità a difendere quest’azienda, questo patrimonio comune che rischia di andare distrutto per l’interesse di pochi.
Nell’esprimere solidarietà verso i giornalisti e le giornaliste rimossi dalla conduzione dei TG1 dal direttore della testata, con una decisione che assume i connotati di una ritorsione, vogliamo denunciare che quanto è accaduto e sta accadendo è un grave attacco alla libertà d’informazione, ma è anche un incommensurabile danno per l’immagine della RAI e fa pensare ad un’azione programmata di RIDIMENSIONAMENTO e RIDEFINIZIONE dell’Azienda Editoriale di Produzione Televisiva che è stata protagonista dello sviluppo culturale, ma anche economico del nostro paese, a tutto favore del suo maggiore competitor che è Mediaset.
• La compressione delle capacità produttive dei vari Centri e Sedi (con appalti ed esternalizzazioni delle produzioni, anche non d’informazione)
• Lo sperpero di risorse economiche determinata da scelte che hanno prodotto mancati introiti e da dubbi incarichi
• La cancellazione, per un lungo periodo, di programmi con alti ascolti che hanno prodotto una diminuzione degli spettatori certificati e della credibilità
• I mancati investimenti in tecnologia e personale
stanno portando l’Azienda verso una lenta agonia e, fra le lavoratrici e i lavoratori Rai, si fa sempre più forte la convinzione che il management della Rai stia andando contro gli interessi dell’azienda e, quindi, del paese e dei lavoratori.
Facciamo appello a tutte le lavoratrici e i lavoratori e a tutte le organizzazioni sindacali, affinché si organizzi una risposta forte ed efficace, capace di riportare chi ne ha la responsabilità a difendere quest’azienda, questo patrimonio comune che rischia di andare distrutto per l’interesse di pochi.
Roma, 2 aprile 2010
SLC CGIL ROMA E LAZIO
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