COMUNICATO
La recente denuncia dei lavoratori dei broadcasters sulle condizioni di lavoro per “L’isola dei famosi” conferma tutti i nostri dubbi sulla qualità e quantità degli appalti in Rai.
È insopportabile che, attraverso l’utilizzo di appalti e subappalti, si consegnino i lavoratori a condizioni di lavoro ottocentesche.
Con il metodo adottato dall’azienda, mancanza assoluta di comunicazione della condizione di lavoro negli appalti alle organizzazioni sindacali, si lascia campo libero a chi scarica tutti i costi del disagio, della sicurezza sulle maestranze.
È una vera provocazione che un programma chiamato L’Isola dei Famosi, format Magnolia che descrive passo passo le sofferenze di gente ben pagata e con grandi aspettative oscuri completamente le condizioni dei lavoratori.
Basta leggere l’articolo dell’espresso del 30 marzo, intitolato a ragione “L'isola dei lavori forzati”, per rendersi conto che c’è da parte del servizio pubblico l’oscuramento del mondo reale. Professionalità, capacità, inventiva vengono ripagati con bassi salari e rischi per la salute.
La Rai come molti altri committenti lascia mano libera all’appaltatore senza preoccuparsi di come i suoi soldi vengono impiegati e delle condizioni di lavoro.
Riteniamo peraltro che anche in altre aziende, grandi e piccole, scarsa sia l’attenzione alle condizioni dei lavoratori in appalto e al controllo che non si verifichino subappalti non leciti. L’unico criterio sembra essere il “massimo ribasso”, in spregio dei diritti di chi lavora e delle norme contrattuali.
Slc più volte ha portato esempi alle aziende di appalti irregolari, o con condizioni di lavoro insostenibili.
Più volte ha ribadito l’importanza che a un pieno utilizzo delle capacità produttive interne delle imprese televisive si affianchi una gestione degli appalti trasparente, rispettosa dei diritti di chi ci lavora, ma ha trovato scarsa disponibilità alla risoluzione dei problemi.
Evidentemente solo l’iniziativa dei lavoratori e una fase duramente vertenziale può convincere la Rai e le altre società del settore a inserire nei prossimi contratti elementi di chiarezza sugli appalti.
La questione appalti e lavoro in Rai, così come nell’insieme del settore è uno dei punti qualificanti dell’iniziativa sindacale,che richiede di costruire la solidarietà tra lavoratori per rivendicare pari dignità tra maestranze, indipendentemente dalle società che li impiegano.
È insopportabile che, attraverso l’utilizzo di appalti e subappalti, si consegnino i lavoratori a condizioni di lavoro ottocentesche.
Con il metodo adottato dall’azienda, mancanza assoluta di comunicazione della condizione di lavoro negli appalti alle organizzazioni sindacali, si lascia campo libero a chi scarica tutti i costi del disagio, della sicurezza sulle maestranze.
È una vera provocazione che un programma chiamato L’Isola dei Famosi, format Magnolia che descrive passo passo le sofferenze di gente ben pagata e con grandi aspettative oscuri completamente le condizioni dei lavoratori.
Basta leggere l’articolo dell’espresso del 30 marzo, intitolato a ragione “L'isola dei lavori forzati”, per rendersi conto che c’è da parte del servizio pubblico l’oscuramento del mondo reale. Professionalità, capacità, inventiva vengono ripagati con bassi salari e rischi per la salute.
La Rai come molti altri committenti lascia mano libera all’appaltatore senza preoccuparsi di come i suoi soldi vengono impiegati e delle condizioni di lavoro.
Riteniamo peraltro che anche in altre aziende, grandi e piccole, scarsa sia l’attenzione alle condizioni dei lavoratori in appalto e al controllo che non si verifichino subappalti non leciti. L’unico criterio sembra essere il “massimo ribasso”, in spregio dei diritti di chi lavora e delle norme contrattuali.
Slc più volte ha portato esempi alle aziende di appalti irregolari, o con condizioni di lavoro insostenibili.
Più volte ha ribadito l’importanza che a un pieno utilizzo delle capacità produttive interne delle imprese televisive si affianchi una gestione degli appalti trasparente, rispettosa dei diritti di chi ci lavora, ma ha trovato scarsa disponibilità alla risoluzione dei problemi.
Evidentemente solo l’iniziativa dei lavoratori e una fase duramente vertenziale può convincere la Rai e le altre società del settore a inserire nei prossimi contratti elementi di chiarezza sugli appalti.
La questione appalti e lavoro in Rai, così come nell’insieme del settore è uno dei punti qualificanti dell’iniziativa sindacale,che richiede di costruire la solidarietà tra lavoratori per rivendicare pari dignità tra maestranze, indipendentemente dalle società che li impiegano.
Roma, 8 aprile 2010
La Segreteria Nazionale
La Segreteria Nazionale
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