COMUNICATO
Nella mattinata del 1 marzo u.s., dopo 24 ore di trattativa no stop tra OO.SS. e Rai, Slc Cgil ha valutato la proposta aziendale sulla parte economica insufficiente. Il mix proposto, tra tagli degli istituti contrattuali e risorse messe a disposizione, per il rinnovo del contratto e premio di risultato, sono stati giudicati non in equilibrio, soprattutto sul versante dei tagli, giudicati eccessivamente onerosi per alcune aree di lavoratori e non in linea con il senso ed il valore di una novazione contrattuale.
Il 29 febbraio, le OO.SS., dopo la consegna in plenaria di un documento che conteneva una proposta sulla parte normativa del Contratto e delibere del 29 novembre 2011, a valle di una discussione avvenuta nei coordinamenti nazionali, avevano individuato e relazionato (sempre in plenaria) all'azienda una serie di modifiche articolate e sostanziali. Si era poi deciso, visti anche i tempi lunghi di confronto e per poter giungere ad una ipotesi complessiva: parte normativa/delibere e parte economica, prima di approfondire la disamina del primo documento, di avviare in ristretta (per richiesta aziendale), un confronto su quest'ultima parte.
Purtroppo, dopo circa 12 ore di discussione sulla parte "economica", con interruzioni funzionali al confronto con le delegazioni nazionali, nonostante le modifiche e gli avvicinamenti sui valori complessivi e soprattutto per le notevoli distanze ancora presenti sulle modalità di risparmio sugli istituti contrattuali, la trattativa non ha portato ad un esito positivo.
Per chiarire i termini economici della discussione, l'azienda, nel documento consegnato la scorsa settimana, ipotizzava un risparmio, attraverso un taglio orizzontale degli istituti, di circa 12 milioni di euro sull'anno e intorno ai 15 a regime, al termine della trattativa i tagli erano scesi a circa 7 milioni di euro con una offerta di incrementi complessivi per circa 44 milioni di euro per l'intero triennio: PdR 2012 al 70/75% (nonostante questo dai dati economici anche quest'anno non è stato raggiunto), minimi a partire da aprile 2012 con seconda tranches a dicembre, una tantum intorno ai 2000 euro con 1000 per i TD ripartito sulle presenze. Inutile dire che la distanza più grande si è realizzata sui tagli, più volte è cambiata l'individuazione degli istituti da ridurre, ma il mix è stato sempre ritenuto troppo oneroso e concentrato su aree specifiche di lavoro, tanto da far ritenere che, se anche uno degli intendimento sindacali per raggiungere l'accordo è quello di salvare le riprese esterne (uno dei settori strategici per il servizio pubblico), l'operazione proposta dall'azienda, per come è formulata, indipendentemente dalla modifica della delibera attuativa della chiusura del settore, per i tagli economici pesantissimi e l'intercambiabilità, a totale appannaggio aziendale, tra produzione interna ed esterna, ne determinerebbe comunque lo smantellamento.
Nonostante l'enorme sforzo delle OO.SS., l'assunzione di responsabilità, la volontà di cercare soluzioni anche attraverso sacrifici sostenibili, sembra sempre più evidente che l'azienda minando singoli istituti punti a smantellare la struttura contrattuale più che a trovare soluzioni congrue. Tutti sappiamo che la struttura del salario va cambiata, che non è opportuno, oltre che giusto, che i salari siano in buona parte determinati dalla parte variabile della retribuzione, ma questo modello, creato nel tempo e rispondente, ci permettiamo di dire, a logiche più funzionali al rapporto "clientelare" e al controllo gestionale da parte dell'azienda che alle esigenze di sindacato e lavoratori, non può essere cambiato a colpi d'accetta né con operazioni estemporanee. Se il sacrificio deve essere fatto, e noi ci rendiamo conto che il momento lo esige, deve essere fatto in maniera equa, ripartito tra tutti i soggetti aziendali, giornalisti e dirigenti compresi, e deve essere realizzato organicamente, con una rimodulazione che consenta di spostare le entità economiche senza penalizzare chi lavora. Per far questo bisogna partire da una scelta che tiene conto dei modelli produttivi e dei PROCESSI PRODUTTIVI, ipotizzare tagli "casuali", li dove ci sono i soldi, mentre non si ferma la ragione per cui certe scelte gestionali vengono fatte, non risolve il problema al massimo lo sposta. Inutile ribadire che, lo abbiamo chiesto nella discussione sulla parte normativa, è necessario ridurre l'utilizzo di appalti e consulenze, dando regole certe e possibilità di controllo al sindacato, e tornare a ragionare di organico e figure professionali in relazione a modelli e processi produttivi. Siamo convinti che se si vuole seriamente rivedere la struttura del salario si deve, necessariamente, cambiare il modo con cui si gestisce il lavoro in azienda, se invece, come si sta agendo nella discussione intavolata in questi giorni, si vuole uscire da una situazione di "crisi contingente" con un risparmio minimo, lo si deve fare senza eccessi ideologici o punitivi, trovando un mix economico che risponda all'incremento economico degli stipendi e che non realizzi ulteriori storture o penalizzazioni.
Noi siamo pronti da tempo ad affrontare la discussione larga sulla questione lavoro, ci sembra che l'azienda invece vada avanti con richieste spot di tagli e senza considerare l'intera platea dei lavoratori della Rai, e questo, diciamo noi, non può che sottolineare l'inadeguatezza più volte espressa dei vertici aziendali.
Con la situazione che si è realizzata dopo questa lunga e complessa discussione, ferme restando le determinazioni individuate nei vari coordinamenti ed il giudizio sui vertici aziendali e sulla discussione di questi giorni appena esplicitata, Slc Cgil si riunirà in un suo coordinamento nazionale indetto per martedì 6 marzo 2012 ed ha proposto già a tutte le altre OO.SS. di incontrarsi in una riunione di segreteria per una valutazione più complessiva e per decidere come proseguire alla luce della rigidità aziendale.
Per la complessità del momento e le difficoltà che si pongono nel percorso per novare il contratto e per rispondere ai temi normativi e di contrasto alle determinazioni delle delibere, si è volutamente evitato nel comunicato di approfondire valutazioni sulla modalità con cui si è sviluppata la discussione di questi giorni ed anche l'articolata trattativa sulla modulazione del risparmio, crediamo che evitare ulteriori polemiche possa aiutare il sindacato ed i lavoratori a spingere l'azienda ad adottare lo stesso comportamento e a ragionare su una proposta compatibile con il contesto reale.
Segreteria Nazionale SLC-CGIL
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