Si è svolto oggi il primo incontro fra Governo e parti sociali su crescita e mercato del lavoro.
Nel corso del confronto il Presidente del Consiglio ha introdotto informando che il prossimo Consiglio dei Ministri varerà il decreto sulle semplificazioni.
Nel merito ha indicato l'importanza di questo tavolo di confronto, indicando nel lavoro e nel suo futuro il fattore produttivo più prezioso e degno di rispetto e contemporaneamente la sua incidenza quantitativa nei processi produttivi.
I provvedimenti già adottati secondo il Presidente del Consiglio (a partire da liberalizzazioni e semplificazioni, assieme a investimenti e riattivazione del CIPE) possono dare più spazio alla discussione su questo tavolo per trovare soluzioni strutturali.
Ha poi svolto la relazione il Ministro Fornero (erano presenti anche i Ministri Passera, Profumo, Grilli e il sottosegretario Catricalà)
Il Ministro ha proposto un percorso articolato su argomenti tematici, indicando in 3 o 4 settimane il tempo per lo svolgimento del confronto.
I tavoli originali proposti erano 5, poi in seguito ridotti a 4.
- Tipologie di impiego
- Apprendistato, formazione e aggiornamento professionale
- Flessibilità, produttività e sviluppo
- Ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro e servizi all'impiego
Questi tavoli dovrebbero essere preceduti da un documento base del Governo condiviso fra le parti.
I punti di quel documento letto dal Ministro, partivano dagli stessi concetti utilizzati per la riforma previdenziale: “cambiare il ciclo di vita, schema totalmente assicurativo, ecc..”
Nel merito sono state riproposte norme per le assunzioni (criticando meccanismi troppo legati all'anzianità?) basate su un nuovo contratto in cui le tutele dovrebbero evolvere con l'aumento dell'anzianità di servizio, che avrebbe riguardato solo i futuri rapporti di lavoro e che potrebbe essere applicato con un approccio sperimentale di settore o di azienda.
Quindi, riproponendo, pur senza denominazione, il concetto: meno tipologie sostituite da un meccanismo di gradualità per tutele e diritti. Meccanismo che risulterebbe penalizzante per i giovani e per chi ha perso il lavoro.
Un maggior costo, definito lieve, per le altre tipologie di lavoro, senza specificare quali, e di cui si prevede anche una riduzione, rendendo più conveniente la conversione a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda gli ammortizzatori si è parlato della trasformazione dell'attuale meccanismo in 2 pilastri più 1.
Il primo che richiama la cassa integrazione, restringendola però solo ai problemi di contrazione della operatività (in sostanza solo l'attuale ordinaria e superamento della straordinaria)
Il secondo solo per chi perde l'impiego, naturalmente con ampie indicazioni sul fatto che va scoraggiato un suo uso prolungato o ripetuto.
Entrambi questi aspetti devono essere finanziati con meccanismo assicurativo e quindi a totale carico di lavoratori e imprese.
Il possibile terzo pilastro è il cosiddetto reddito minimo (non meglio specificato), chiarendo però che non è disponibile nessuna risorsa pubblica e quindi il sistema andrebbe definito nell'accordo ma non entrerebbe in vigore per molto tempo.
La Ministra ha parlato inoltre di un possibile intervento legislativo sui vincoli alla contrattazione delle parti.
La proposta metodologica, se le linee guida non fossero state rigettate, era quella di svolgere un confronto basato su gruppi di lavoro informatici con scambio di pareri.
E' ovvio che come CGIL non abbiamo condiviso né le linee guida, né il metodo di confronto chiedendo la non divulgazione del documento perché non condiviso. Inoltre noi, ma anche tutte le altre parti sociali hanno rivendicato la piena autonomia delle parti e non norme di legge sulla contrattazione.
Anche CISL e UIL sulla base del documento unitario si sono dette non d’accordo sullo schema di proposta.
Le organizzazioni imprenditoriali presenti (Confindustria, ABI, Rete Imprese Italia e Cooperative) pur con diverse accentuazioni e motivazioni (molto simili sugli ammortizzatori alle posizioni sindacali, diverse sulle tipologie di lavoro) hanno comunque non condiviso le linee guida e il metodo di confronto.
Per questo il Ministro ha dovuto, concludendo, dire che il documento sarà rivisto e inviato la prossima settimana e i tavoli di confronto riprenderanno successivamente in plenaria.
Come si capisce da questa sommaria ricostruzione con la giornata di oggi si è solo superato un primo problema che però poteva diventare insormontabile per il proseguo del confronto.
Va costruita adesso un'altra agenda e altre priorità di merito (in questo senso interessanti i brevi interventi del Ministro Profumo sulla formazione permanente e del Ministro Passera sullo sviluppo e su strumenti per l’emergenza lavoro) sapendo che questa battuta d'arresto non significa di per sé cambiamento dell'orientamento del Ministro.
Come reazione a questa situazione alcune parti sociali hanno ipotizzato un confronto a latere che vorrebbe preservare molto dell’esistente e che presenta delle problematicità.
Le differenze fra noi e le organizzazioni dei datori di lavoro non sono certo tutte superate, e va evitato un percorso in cui positive conclusioni tra le parti su singoli aspetti possano incidere positivamente sul Governo, ma punti di dissenso lascerebbero totale scelta di decisione all'esecutivo.
Verificheremo nei prossimi giorni tutti questi aspetti e, non appena ci sarà inviato il nuovo testo del Governo, ve lo faremo pervenire insieme alle nostre osservazioni sul merito e sui meccanismi del confronto.
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