Il giorno 10 settembre 2009, la Slc Cgil insieme a Snater, Uil.com Uil, Fistel Cisl e Ugl Telecomunicazioni hanno incontrato in assemblea i lavoratori di RaiSat.
Dopo l’incontro poco soddisfacente con Direttore Generale M. Masi di un mese fa, era questa un’esigenza per comprendere la reale condizione del lavoro in azienda.
Tolte le rassicurazioni, che la stessa direzione Rai ha fornito ai sindacati sul dato occupazionale, rimangono una serie di preoccupazioni amplificate dalle parole dei lavoratori.
Infatti RaiSat, azienda sperimentale e con utili importanti fino al 31 luglio del 2009, oggi versa in condizione comatosa.
Dopo l’incontro poco soddisfacente con Direttore Generale M. Masi di un mese fa, era questa un’esigenza per comprendere la reale condizione del lavoro in azienda.
Tolte le rassicurazioni, che la stessa direzione Rai ha fornito ai sindacati sul dato occupazionale, rimangono una serie di preoccupazioni amplificate dalle parole dei lavoratori.
Infatti RaiSat, azienda sperimentale e con utili importanti fino al 31 luglio del 2009, oggi versa in condizione comatosa.
Per questo:
Ci si aspetta chiarezza rispetto al progetto industriale, la valorizzazione di lavoratrici e lavoratori che in questi anni hanno costituito una esperienza importante, hanno costruito contenuti di grande qualità dando lustro al pubblico servizio.
Ci si aspetta un investimento su queste risorse e soprattutto su un lavoro che può essere da traino per il futuro della Rai sul Digitale Terrestre e sulla piattaforma di TivùSat.
Quello che invece ci siamo trovati ieri davanti sono lavoratori preoccupati del loro futuro, inteso soprattutto come futuro professionale e di evoluzione di una produzione che deve rispondere alle sfide del mercato.
Ci si preoccupa del futuro di quei lavoratori ancora non a tempo indeterminato, i quali possono vivere le vicissitudini di un gruppo con grandi difficoltà nella gestione delle proprie risorse.
Va detto con chiarezza che in questo momento il lavoro è pressoché fermo, tutta la parte dedita all’ideazione è stata eliminata, autori e consulenti esterni sono stati mandati via e ormai si mandano in onda prodotti Rai o cose già pronte.
Questo ovviamente si lega alla scelta rispetto al contratto con Sky, condizione che permette la trasmissibilità dei canali di RaiSat solo sulla Sardegna dove è avvenuto lo Switch off del Digitale Terrestre e su TivùSat (sulla quale mancano i dati della diffusione/acquisizione del decoder - presente in pochissimi negozi).
Tutto questo implica, oltre la perdita secca dei famosi 50 milioni di euro l’anno del contratto con Sky, la mancata diffusione di un prodotto il che può voler dire perdere pezzi di mercato. Ciò è ancor più grave, vista la diffusa inadeguatezza rispetto al cambiamento tecnologico da parte della Rai, che ha subito la scelta del legislatore sul digitale, invece di cogliere questo cambiamento come una opportunità di evoluzione del servizio pubblico.
In considerazione di queste criticità, unitamente alle altre organizzazioni sindacali chiederemo al Direttore Generale della Rai un incontro per chiarire quanto elaborato durante l’assemblea.
Infine Slc Cgil ha proposto ai lavoratori di RaiSat la partecipazione all’iniziativa sulla libertà di informazione del 19 settembre 2009, lanciata dalla Fnsi e organizzata anche dalla Cgil.
E’ necessaria la mobilitazione di tutti contro gli attacchi in atto, che colpiscono anche la Rai, che tendono a soffocare l’informazione libera, le professionalità, le esperienze e alcune realtà produttive importanti, al fine di impedire la critica e favorire gruppi privati riconducibili al Presidente del Consiglio.
Ci si aspetta un investimento su queste risorse e soprattutto su un lavoro che può essere da traino per il futuro della Rai sul Digitale Terrestre e sulla piattaforma di TivùSat.
Quello che invece ci siamo trovati ieri davanti sono lavoratori preoccupati del loro futuro, inteso soprattutto come futuro professionale e di evoluzione di una produzione che deve rispondere alle sfide del mercato.
Ci si preoccupa del futuro di quei lavoratori ancora non a tempo indeterminato, i quali possono vivere le vicissitudini di un gruppo con grandi difficoltà nella gestione delle proprie risorse.
Va detto con chiarezza che in questo momento il lavoro è pressoché fermo, tutta la parte dedita all’ideazione è stata eliminata, autori e consulenti esterni sono stati mandati via e ormai si mandano in onda prodotti Rai o cose già pronte.
Questo ovviamente si lega alla scelta rispetto al contratto con Sky, condizione che permette la trasmissibilità dei canali di RaiSat solo sulla Sardegna dove è avvenuto lo Switch off del Digitale Terrestre e su TivùSat (sulla quale mancano i dati della diffusione/acquisizione del decoder - presente in pochissimi negozi).
Tutto questo implica, oltre la perdita secca dei famosi 50 milioni di euro l’anno del contratto con Sky, la mancata diffusione di un prodotto il che può voler dire perdere pezzi di mercato. Ciò è ancor più grave, vista la diffusa inadeguatezza rispetto al cambiamento tecnologico da parte della Rai, che ha subito la scelta del legislatore sul digitale, invece di cogliere questo cambiamento come una opportunità di evoluzione del servizio pubblico.
In considerazione di queste criticità, unitamente alle altre organizzazioni sindacali chiederemo al Direttore Generale della Rai un incontro per chiarire quanto elaborato durante l’assemblea.
Infine Slc Cgil ha proposto ai lavoratori di RaiSat la partecipazione all’iniziativa sulla libertà di informazione del 19 settembre 2009, lanciata dalla Fnsi e organizzata anche dalla Cgil.
E’ necessaria la mobilitazione di tutti contro gli attacchi in atto, che colpiscono anche la Rai, che tendono a soffocare l’informazione libera, le professionalità, le esperienze e alcune realtà produttive importanti, al fine di impedire la critica e favorire gruppi privati riconducibili al Presidente del Consiglio.
Roma, 11 Settembre 2009
Slc Cgil Nazionale
Slc Cgil Nazionale
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