SLC CGIL Nazionale

lunedì 20 aprile 2009

Epifani: dopo la firma separata, per evitare la giungla contrattuale mano libera alle categorie

Parla il segretario Cgil
"Sfido Cisl e Uil sulla rappresentanza"


E adesso? Gugliemo Epifani, segretario generale della Cgil, sfoglia le tre cartelline con cui ha motivato per iscritto il no della sua confederazione all`accordo sulla riforma del sistema contrattuale. «Adesso bisognerebbe lasciar lavorare le categorie, senza gabbie rigide, senza quelle ingessature e quei controlli dall`alto previsti, invece, proprio dall`accordo siglato da Cisl e Uil. Che, sia detto con forza, non è innovativo, è corporativo, non estende la contrattazione di secondo livello e non porta più soldi nelle tasche dei lavoratori».

Chi lo ha sottoscritto naturalmente sostiene con altrettanta forza che è innovativo, porta più soldi ai lavoratori ed estende la contrattazione in azienda.

Io credo il contrario e, secondo me, anche i lavoratori, ma non c`è modo di sentire cosa ne pensano. Questo è un accordo che parte con un deficit di democrazia.

Però anche dal Pd (come ha fatto ieri da queste colonne Enrico Letta) le chiedono di firmare.

La Cgil firma ciò che è coerente con le sue scelte e con gli interessi dei lavoratori.

Non è che poi finisce come è accaduto a Pontedera: la Fiom non ha firmato l`intesa sui precari e il referendum tra i lavoratori ha promosso l`accordo con la stragrande maggioranza dei consensi.

Un minuto dopo l`esito del referendum la Fiom ha dichiarato che avrebbe sottoscritto l`accordo. Le consultazioni servono proprio a risolver le divergenze di opinioni. La volontà dei lavoratori è sovrana, sempre. È proprio per questo che dico: accetto la sfida, vediamo che ne pensano i lavoratori. Se sono d`accordo sulla riforma io firmo subito.

Per ora si sa che le nuove regole troveranno applicazione nei contratti degli alimentaristi e delle telecomunicazioni.Qui avete presentato piattaforme unitarie. Rimetterete tutto in discussione?

Spero di no, ma ho la sensazione che se sarà applicata rigidamente la nuova disciplina scopriremo che le richieste di alimentaristi e dipendenti delle Tlc non sono più ammissibili, non si adattano al nuovo modello. E sarà proprio la nuova super-commissione di controllo istituita dall`accordo a denunciarlo. Rifaremo tutto? Lo dico io a Cisl e Uil.

Si tratterà di adattare le richiese salariali al nuovo indice di inflazione e di modulare al meglio gli spazi di manovra della contrattazione aziendale. Forse basta un po` di buon senso...

Il buon senso avrebbe suggerito una moratoria di due anni per gestire la crisi e cambiare poi le regole del gioco. Ora vedremo: bisogna lasciare alla categorie spazi di adattamento, senza ingerenze di super commissioni dirigiste o corporative, altrimenti sarà la giungla.

Come nel caso dei metalmeccanici? Presenterete piattaforme separate?

Tocca alla categoria decidere. Se non ci sono possibilità di verifica della riforma contrattuale con i lavoratori ognuno dovrà seguire la propria via per acquisire il consenso. lo sono sicuro che i lavoratori sono con noi.

Ma così facendo costringerete l`impresa ascegliere gli interlocutori. Non rischiate un clamoroso auto-isolamento?

Semmai stiamo vivendo una vera "conventio ad excludendum" che non abbiamo voluto e non abbiamo cercato. Credo che qualcuno nel Governo abbia lavorato per questo e abbia avuto alleati anche nelle parti sociali.

Il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, ha invitato tutti a declinare l`intesa con senso di responsabilità.

Non manca certo alla Cgil, ma temo che il sistema di regole messo in piedi dalla riforma finisca per creare un modello autoreferenziale e assaipoco innovativo. Semmai ora bisogna chiarire con Cisl e Uil in maniera risolutiva quali siano le regole tra noi condivise in tema di democrazia sindacale e di rappresentanza e rappresentatività.

Un dibattito che accompagna la vita sindacale fin dal dopoguerra. Sembra più una scusa che un tema davvero operativo.

Democrazia sindacale significa regolare il rapporto tra chi firma i contratti per tutti e i lavoratori; rappresentanza significa stabilire quale sia il peso di ogni singola organizzazione e rappresentatività vuol dire trovare un sistema di regole per esercitare l`azione sindacale sui luoghi di lavoro. Non abbiamo ancora trovato un`idea comune ma ciò non significa che questi siano temi da poco.

Deve ripartire da qui il filo dell`unità sindacale che si è spezzato?

Direi di sì. Ma ci tengo a dire che non è la Cgil a spezzare il dialogo unitario, semmai sono altri a vivere una competiziope aperta verso di noi.

Si riferisce al segretario della Cisl Raffaele Bonanni?


Certo le ultime interviste sono andate oltre.

Ha solo detto, ad esempio, che la Cgil è stata troppo tiepida nel condannare i sequestri dei manager, atti invece pericolosi.

L`enfasi posta su questo tema dei sequestri nasce da una lettura un po` sopra le righe di alcuni fenomeni accaduti all`estero. In Italia questo costume non c`è, non c`è stato e spero non ci sarà mai: durante i momenti di massima tensione delle vertenze si cerca innanzitutto il massimo di consenso delle comunità locali e qualche volta si sono occupate strade o stazioni ma nulla di più. Il sequestro dei manager non fa parte della nostra cultura oltre a essere illegale e sbagliato. Tuttavia il problema non si supera comprimendo le reazioni alla crisi, ma risolvendo innazitutto i motivi del malcontento che, in buona sostanza, significa difendere l`occupazione.

Difendere l`occupazione significa anche creare le condizioni ideali per la ripresa. Oggi serve soprattutto fiducia e la firma a un accordo sindacale importante come quello sulla riforma dei contratti crea fiducia perchè punta alla stabilità delle relazioni industriali e al rilancio della domanda interna. Insomma, in questo caso i lavoratori sono più penalizzati da un "no" che da un "si".

Ma le regole danno fiducia se sono regole condivise altrimenti possono creare il contrario. Basti solo pensare che avremo due anni di bassa inflazione poi un ritorno a tassi di inflazione più alti come conseguenza delle iniezioni di liquidità di questi mesi. Difendere gli interessi dei lavoratori significa capire già ora che il modello congegnato nell`accordo non reggerà l`urto dei prossimi anni.

Torniamo alla difesa dell`occupazione. Il Governo ha recuperato 8 miliardi per gli ammortizzatorisociali, ma anche in questo caso la Cgil ha detto che non va bene...

Abbiamo solo detto che non sono fondi aggiuntivi ma dirottati da altre inziative; che stanno arrivando con troppo ritardo; che fino a oggi non era ancora chiaro se si poteva prorogare o no la cassa integrazione ordinaria.

Ma proprio oggi (ieri ndr) sono stati firmati i IO protocollo con altrettante regioni, e nei giorni scorsi è stata annunciata la proroga della Cig ordinaria oltre le 52 settimane.

Adesso verificheremo se effettivamente è così e fino a quanto si può allungare, ma in ogni caso gli ammortizzatori devono essere accompagnati da politiche industriali chiare. E evidente che il futuro della Fiat di Pomigliano d`Arco o della Indesit o della Cai non è legato alla più o meno corretta amministrazione della cassa integrazione. Servono politiche di sviluppo, indicazioni su quale debba diventare il futuro industriale.

Che effetto le fa vedere l`amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne che tratta Detroit e sentire il presidente Barack Obama lodare il "turnaround" della Fiat?

Mi fa piacere naturalmente, del resto Marchionne è manager internazionale, ha lavorato in Canada; insomma si muove nel suo ambiente. Ma non vorrei che la questione Fiat finisse tutta ridotta ai rapporti con Chrysler. A noi servono risposte sulle fabbriche italiane: sarebbe un bello smacco se si arrivasse a rilanciare gli impianti in Polonia, Brasile, Serbia e magari anche negli Usa dimenticando quelli a casa nostra.

Ricostruzione in Abruzzo. Lei vorrebbe la tassa sui super-ricchi?

In questi casi la via maestra è sempre una tassa di scopo. E chi la deve pagare? I lavoratori a mille euro? I precari? Per la ricostruzione dell`Abruzzo serviranno molti denari, il Governo non potrà fare le nozze con i fichi secchi.

di Alberto Orioli
Fonte: Il Sole 24 ore


Approfondimenti: Nota Cgil del 27.01.09 sugli effetti dell'accordo separato






Nessun commento: