Le Segreterie Nazionali di Slc CGIL, Fistel CISL, Uilcom UIL, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConFsal riunite ieri a Roma hanno deciso di procedere nel forte contrasto al Piano di tagli deliberato dal Cda e dal Direttore Generale della Rai.
Nei prossimi giorni invieranno richieste d'incontro alle istituzioni competenti: Ministeri dello Sviluppo Economico e dell'Economia e Finanze, e alla Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai.
Le OO.SS sono fortemente contrari alle politiche di ridimensionamento delle capacità produttive e ideative dell'azienda di servizio pubblico: chiusura delle riprese esterne (con relativo incremento di appalti esterni e costi); abbandono della produzione per l'estero con la chiusura di Rai International, Rai Med, Rai Corporation e di 8 uffici di corrispondenza all'estero; la chiusura di tutti i programmi calcistici del dopo partita in funzione della rinuncia all'acquisto dei diritti calcistici; la riproposizione ai Ministeri competenti della vendita degli impianti trasmittenti di Rai Way, asset strategico che consente alla Rai di svolgere la sua funzione di servizio pubblico e che ha realizzato in questi anni bilanci positivi, anche grazie ad un processo di internalizzazione del lavoro (con la riduzione di appalti e costi), ed è costata di investimenti 400 milioni di euro per il passaggio al digitale (prezzo di vendita ipotizzato lo scorso anno da Masi: 300 ml di euro).
I sindacati invitano il Consiglio, a pochi mesi dalla scadenza, a fermare le delibere attuative e i processi avviati, rimettere alla discussione con le organizzazioni sindacali la valutazione dei risparmi da effettuare. La proclamazione dello sciopero sarà effettuata il giorno 12 dicembre, per poi realizzarsi il giorno 22 con presidi sotto tutti i centri di produzione e le sedi regionali, quindi la Rai ha ancora alcuni giorni per evitare lo scontro e ragionare di risparmi e di rilancio del servizio pubblico.
In questi giorni inizieranno le assemblee su tutto il territorio nazionale in preparazione delle iniziative.
Il sindacato rimane fortemente convinto che non è attraverso la rinuncia ad aree di business che si risana l'azienda, l'esigenza è quella di tagliare costi inutili e sprechi, forse questo è il momento di passare ad una nuova idea di Rai, fatta di lavoro e di bella programmazione che ritrovi il sano spirito del Servizio Pubblico.
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