Documento sulla Craipi
Obiettivo di questo sintetico documento è informare in maniera trasparente le lavoratrici ed i lavoratori della Rai. Vogliamo tracciare con chiarezza la nostra posizione sulla Craipi, anche per evitare un allarmismo non sufficientemente basato sui fatti, che non fa bene a nessuno.
In questi giorni abbiamo deciso di inviare una richiesta d’incontro urgente alla Rai e a Fistel Cisl e Uilcom Uil, perché reputiamo la situazione del Fondo Craipi preoccupante. Nel tempo abbiamo avanzato proposte affinché il Fondo si adeguasse alle nuove esigenze, impensieriti soprattutto dal fatto che la Craipi, nel passaggio da Fondo aziendale a Fondo di previdenza complementare non riuscisse a soddisfare le differenti esigenze previdenziali presenti nell’intera platea associativa.
Infatti le condizioni presenti nel 1992, anno a cui risale l’ultimo accordo in materia, si modificarono fortemente a partire dalla riforma previdenziale del 1995 e soprattutto a seguito del Decreto legislativo 252 del dicembre 2005.
I vecchi iscritti (ante 1992) continuano a godere di quote aziendali più elevate, che consentono loro, a fine carriera, di accedere a una prestazione maggiormente garantita. Per i nuovi (post accordo ‘92) e per i nuovissimi (dlgs 252), si tratta invece di costruire negli anni un montante idoneo alla trasformazione in rendita complementare.
La differente composizione della platea degli iscritti ha portato la Craipi a diversificare la politica di investimento, affiancando i prodotti assicurativi, tipici dei fondi aziendali preesistenti al dl 1124, con altri prodotti finanziari (inserendo elementi di rischio aggiuntivi).
Questo però è avvenuto senza aver definito una politica previdenziale (analisi della platea, esigenze previdenziali, rendimento atteso, rischio tollerato, frontiera efficiente) ed un Asset Allocation Strategica.
E’ bene comunque che i lavoratori considerino che il rendimento di un Fondo Pensione si misura sul periodo lungo e che la presente crisi finanziaria, con le ripercussioni che sta avendo su tutti i Fondi, non è il momento migliore per una valutazione a mente fredda. E’ in ogni caso necessario provvedere alla definizione di nuove politiche e nuove modalità di gestione degli investimenti e del rischio.
C’è da aggiungere che, in base al vecchio accordo, la Rai versa il TFR al Fondo in modo posticipato, una volta l’anno senza rivalutazione. Per cui chi ha investito il TFR verso il Fondo, per costruirsi una pensione aggiuntiva, non solo lo ha investito con un anno di ritardo, ma perdendo anche la rivalutazione. Naturalmente questo vale solo per l’ultimo anno, vale a dire dal momento in cui in base alla legge, è stata fatta l’opzione di conferimento al Fondo del TFR.
Il Fondo Craipi inoltre, diversamente da altri Fondi negoziali che hanno regolato la tempistica dei versamenti delle quote e quella della concessione di anticipazioni agli iscritti, è costretto a vendere parte del capitale, per far fronte alle richieste degli iscritti, intaccando così il valore dell’investimento.
Su nostra sollecitazione Craipi ha già posto questo problema alle parti istitutive.
La storia della Craipi tuttavia non aiuta, infatti contrariamente agli altri Fondi, non vi è una divisione tra chi sceglie gli investimenti e il Fondo stesso, il governo della Craipi si fonda sulla totale delega gestionale al Presidente designato da Rai. Altra anomalia, gli amministratori sono insediati da troppi anni, ma adesso, con le nuove norme inserite nello Statuto, si dovrà procedere al rinnovamento.
A nostro avviso ci sono proposte, molte delle quali abbiamo più volte avanzato, anche con una decisa battaglia in Consiglio e in Assemblea del Fondo, che ancora non sono state realizzate e che invece devono essere adottate rapidamente, a partire dall’aggiornamento dell’accordo istitutivo della Craipi.
Occorrono:
A) La costituzione di una gestione multi comparto con affidamento totale delle risorse a soggetti specializzati scelti pubblicamente (ex art 6 dlgs 252),
B) La modifica della prassi contributiva con destinazione del TFR, almeno per i nuovi iscritti, contemporaneamente agli altri contributi,
C) La definizione della politica previdenziale per ogni comparto, l’asset strategico, l’indice di riferimento,
D) La conseguente pubblicazione periodica degli andamenti con evidenza della differenza in più o in meno della gestione rispetto all’indice di mercato,
E) Il rinnovo degli organi,
F) La nomina del direttore generale/responsabile del Fondo,
G) Il prima possibile, a completamento del nuovo regolamento elettorale avvenuto, svolgere le elezioni dell’Assemblea Craipi.
Stiamo parlando di atti indispensabili, previsti dalla legislazione. Parte di questi, dopo un aspro confronto che ci ha visti impegnati a tutti i livelli, nella fase che ha preceduto la decisione sul conferimento del TFR, sono entrati a far parte dello Statuto o della nota informativa, ma nonostante i nostri sforzi appare quantomeno improbabile che possano trovare attuazione con l’attuale composizione del CdA.
Vi è sempre la possibilità di valutare anche diverse soluzioni ai problemi che vive la Craipi, in parte connessi alle dimensioni associative limitate.
Tuttavia l’esplorazione di queste possibilità non può prescindere né dal confronto con i lavoratori né da quello con le altre OO.SS. e con l’azienda.
Sulla base di questi semplici ragionamenti abbiamo chiesto un incontro alla Rai, mandandone comunicazione anche alle altre organizzazioni sindacali confederali, perché pensiamo sia opportuno trovare le soluzioni il prima possibile, anche con un confronto serrato. Nel caso ciò non si verifichi adotteremo ulteriori iniziative, con l’impegno necessario.
In questi giorni abbiamo deciso di inviare una richiesta d’incontro urgente alla Rai e a Fistel Cisl e Uilcom Uil, perché reputiamo la situazione del Fondo Craipi preoccupante. Nel tempo abbiamo avanzato proposte affinché il Fondo si adeguasse alle nuove esigenze, impensieriti soprattutto dal fatto che la Craipi, nel passaggio da Fondo aziendale a Fondo di previdenza complementare non riuscisse a soddisfare le differenti esigenze previdenziali presenti nell’intera platea associativa.
Infatti le condizioni presenti nel 1992, anno a cui risale l’ultimo accordo in materia, si modificarono fortemente a partire dalla riforma previdenziale del 1995 e soprattutto a seguito del Decreto legislativo 252 del dicembre 2005.
I vecchi iscritti (ante 1992) continuano a godere di quote aziendali più elevate, che consentono loro, a fine carriera, di accedere a una prestazione maggiormente garantita. Per i nuovi (post accordo ‘92) e per i nuovissimi (dlgs 252), si tratta invece di costruire negli anni un montante idoneo alla trasformazione in rendita complementare.
La differente composizione della platea degli iscritti ha portato la Craipi a diversificare la politica di investimento, affiancando i prodotti assicurativi, tipici dei fondi aziendali preesistenti al dl 1124, con altri prodotti finanziari (inserendo elementi di rischio aggiuntivi).
Questo però è avvenuto senza aver definito una politica previdenziale (analisi della platea, esigenze previdenziali, rendimento atteso, rischio tollerato, frontiera efficiente) ed un Asset Allocation Strategica.
E’ bene comunque che i lavoratori considerino che il rendimento di un Fondo Pensione si misura sul periodo lungo e che la presente crisi finanziaria, con le ripercussioni che sta avendo su tutti i Fondi, non è il momento migliore per una valutazione a mente fredda. E’ in ogni caso necessario provvedere alla definizione di nuove politiche e nuove modalità di gestione degli investimenti e del rischio.
C’è da aggiungere che, in base al vecchio accordo, la Rai versa il TFR al Fondo in modo posticipato, una volta l’anno senza rivalutazione. Per cui chi ha investito il TFR verso il Fondo, per costruirsi una pensione aggiuntiva, non solo lo ha investito con un anno di ritardo, ma perdendo anche la rivalutazione. Naturalmente questo vale solo per l’ultimo anno, vale a dire dal momento in cui in base alla legge, è stata fatta l’opzione di conferimento al Fondo del TFR.
Il Fondo Craipi inoltre, diversamente da altri Fondi negoziali che hanno regolato la tempistica dei versamenti delle quote e quella della concessione di anticipazioni agli iscritti, è costretto a vendere parte del capitale, per far fronte alle richieste degli iscritti, intaccando così il valore dell’investimento.
Su nostra sollecitazione Craipi ha già posto questo problema alle parti istitutive.
La storia della Craipi tuttavia non aiuta, infatti contrariamente agli altri Fondi, non vi è una divisione tra chi sceglie gli investimenti e il Fondo stesso, il governo della Craipi si fonda sulla totale delega gestionale al Presidente designato da Rai. Altra anomalia, gli amministratori sono insediati da troppi anni, ma adesso, con le nuove norme inserite nello Statuto, si dovrà procedere al rinnovamento.
A nostro avviso ci sono proposte, molte delle quali abbiamo più volte avanzato, anche con una decisa battaglia in Consiglio e in Assemblea del Fondo, che ancora non sono state realizzate e che invece devono essere adottate rapidamente, a partire dall’aggiornamento dell’accordo istitutivo della Craipi.
Occorrono:
A) La costituzione di una gestione multi comparto con affidamento totale delle risorse a soggetti specializzati scelti pubblicamente (ex art 6 dlgs 252),
B) La modifica della prassi contributiva con destinazione del TFR, almeno per i nuovi iscritti, contemporaneamente agli altri contributi,
C) La definizione della politica previdenziale per ogni comparto, l’asset strategico, l’indice di riferimento,
D) La conseguente pubblicazione periodica degli andamenti con evidenza della differenza in più o in meno della gestione rispetto all’indice di mercato,
E) Il rinnovo degli organi,
F) La nomina del direttore generale/responsabile del Fondo,
G) Il prima possibile, a completamento del nuovo regolamento elettorale avvenuto, svolgere le elezioni dell’Assemblea Craipi.
Stiamo parlando di atti indispensabili, previsti dalla legislazione. Parte di questi, dopo un aspro confronto che ci ha visti impegnati a tutti i livelli, nella fase che ha preceduto la decisione sul conferimento del TFR, sono entrati a far parte dello Statuto o della nota informativa, ma nonostante i nostri sforzi appare quantomeno improbabile che possano trovare attuazione con l’attuale composizione del CdA.
Vi è sempre la possibilità di valutare anche diverse soluzioni ai problemi che vive la Craipi, in parte connessi alle dimensioni associative limitate.
Tuttavia l’esplorazione di queste possibilità non può prescindere né dal confronto con i lavoratori né da quello con le altre OO.SS. e con l’azienda.
Sulla base di questi semplici ragionamenti abbiamo chiesto un incontro alla Rai, mandandone comunicazione anche alle altre organizzazioni sindacali confederali, perché pensiamo sia opportuno trovare le soluzioni il prima possibile, anche con un confronto serrato. Nel caso ciò non si verifichi adotteremo ulteriori iniziative, con l’impegno necessario.
La Segreteria Nazionale
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