SLC CGIL Nazionale

lunedì 27 dicembre 2010

Video Annozero anteprima 9 dic 2010





Comunicato stampa su Audizione in Commissione di Vigilanza Rai (Slc Cgil, Ugl Telecomunicazioni, Snater)



Il Presidente Zavoli terra conto delle posizioni sindacali negli atti di indirizzo ai Vertici Rai
Oggi le organizzazioni sindacali Slc Cgil, Ugl Telecomunicazioni, Snater sono state audite dalla Commissione di Vigilanza Rai, a seguito della richiesta d’incontro inviata lo scorso 4 novembre. Una delle iniziative di pressione e di lotta messe in campo dalla Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Tlc, Snater, Libersind-ConfSal contro il Piano Industriale presentato dal Direttore Generale Mauro Masi e sostenuto dall’intero CDA.
Le sigle sindacali presenti hanno consegnato e letto un documento articolato (sottoscritto anche dal Libersind-ConfSal) sull’attuale condizione aziendale all’Ufficio di Presidenza della commissione, composto dal Presidente Zavoli, dai Vicepresidenti Merlo (Pd) e Lainati (Pdl), dal Capogruppo PD al Senato Morri.
Nel documento si è ribadito con forza, anche grazie alla massiccia adesione allo sciopero in Rai del 10 dicembre (l’85% dei lavoratori), la scelleratezza di un Piano Industriale che blocca gli investimenti e fa risparmio attraverso tagli, esternalizzazioni, svendita di asset strategici, producendo inevitabilmente esuberi di personale e minore capacità ideativa e produttiva del servizio pubblico.
Nel documento presentato si conferma l’importanza del servizio pubblico. “La Rai non è solo informazione giornalistica, la Rai è attenzione alle minoranze etniche e alle comunità territoriali, contributo al cinema d’autore e indipendente italiano e europeo, attenzione, attraverso programmazioni dedicate, ai bambini, ai giovani, agli anziani e ai disabili, diffusione di programmazioni culturali, educative, formative. La Rai è ovviamente anche intrattenimento informativo, culturale e leggero.”
Per mantenere questo patrimonio pubblico i sindacati sono disponibili, lo hanno dichiarato da mesi, a migliorare la capacità produttiva, a operare nel solco del risparmio in un patto in cui tutte le parti aziendali, compresi giornalisti e dirigenti contribuiscano a ridurre sprechi, incarichi, appalti e consulenze inutili.
Il Presidente Zavoli ha espresso vivo interesse per la relazione reputandola funzionale ad un importante lavoro che la Commissione sta svolgendo, lavoro finalizzato alla promozione di atti di indirizzo ai vertici aziendali. Nel corso dell’audizione sono state accolte positivamente le ulteriori considerazioni relative alla cessione delle torri trasmittenti di RaiWay, tema sul quale l’ufficio di presidenza si è riservato un ulteriore approfondimento.
Le OO.SS. esprimono soddisfazione per l’attenzione ricevuta, in quanto soltanto grazie alla disponibilità del Presidente e della Commissione l’incontro si è potuto tenere in tempi brevi nonostante il convulso calendario istituzionale.
Roma, 21 dicembre 2010

Slc Cgil Ugl Telecomunicazioni Snater


Documento sindacale consegnato durante l'audizione in Commissione Vigilanza (Slc Cgil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind-ConFsal)




DOCUMENTO SINDACALE
CONSEGNATO DURANTE L’AUDIZIONE IN COMMISSIONE DI VIGILANZA RAI


Illustrissimo Presidente,
intanto La ringraziamo per la disponibilità dimostrata ricevendoci.

Sicuramente saprà della piena riuscita dello Sciopero generale dei lavoratori della Rai del giorno 10 dicembre u.s.

Vogliamo però sottolineare l’importante risultato di partecipazione: ben l’85% della popolazione dipendente, compresi i lavoratori a tempo determinato, ha partecipato all’astensione dal lavoro.

Inoltre, si è svolta una grande, pacifica e colorata manifestazione sotto Viale Mazzini, con la presenza di circa 1500 lavoratori.

Questa, Presidente (Lei lo sa bene), è forse la più grande e partecipata iniziativa di protesta dei lavoratori della Rai dal giorno della sua fondazione.

I nostri rappresentati non sono portati a grandi mobilitazioni: solitamente in Rai le soluzioni si trovano discutendo. Evidentemente, se questo è accaduto, è perché vi è un clima di esasperazione generale.

Tale esasperazione, che non ha un preciso colore politico (lo sciopero, infatti, è stato indetto da Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConfSal), assume il forte aspetto della richiesta a tutti di salvare la Rai, il servizio pubblico radio televisivo e i posti di lavoro, professionalità, conoscenze, esperienze che hanno costituito per anni la più grande industria culturale del paese.

Vorremmo anche sottolineare che a questa iniziativa delle maestranze hanno aderito, con astensione audio video, anche i giornalisti, e che hanno ad essa fornito il loro importante sostegno i molti dirigenti che hanno devoluto, in segno di protesta per la gestione dei vertici aziendali, il proprio salario del 10 dicembre a Telethon.

Da questo, dai numeri che si sono espressi, è facile capire che i lavoratori della Rai, tutti a qualsiasi livello, non sono d’accordo con i vertici aziendali, Direttore Generale e Consiglio di Amministrazione, sulle scelte espresse nel Piano Industriale.

Vogliamo essere chiari: la nostra non è una posizione legata a condizionamenti politici. E’ semplicemente mossa dal pragmatico desiderio di salvare l’azienda con tutto ciò che rappresenta ed esprime.

Nel mese di giugno, Presidente, noi Le abbiamo consegnato un documento articolato, in cui esprimevamo la nostra idea di servizio pubblico, elencando anche le problematiche da affrontare per rimettere in sesto l’azienda.
Questi mesi sono passati, in azienda e fuori, nella polemica strumentale. Nonostante le nostre considerazioni si è portata avanti un’idea di “risanamento” tutta fondata su tagli, ridimensionamenti, svendite, riduzione di costi in maniera orizzontale (investimenti tecnologici compresi).

Si sono fermati i percorsi di stabilizzazione del personale precario, di fatto impedendo l’attuazione piena di un accordo sottoscritto da tutti nel 2008, ed esponendo, oltretutto, circa 2500 lavoratori precari all’impatto della legge 183/2010.




Comunicato Slc Cgil Uilcom Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind Confsal (20.12.2010)



COMUNICATO

Le scriventi OO.SS., così come richiesto nella lettera alla Rai del 7 dicembre, hanno ricevuto la convocazione da parte delle Relazioni Sindacali con questa dicitura:
Spett.li Slc Cgil
Uilcom Uil
Ugl Telecomunicazioni
Snater
Libersind-ConfSal


Facendo seguito alle Vostre richieste di avviare un confronto in merito alle problematiche derivanti dalla legge n. 183/2010 (cd. Collegato lavoro), Vi confermiamo la nostra disponibilità ad incontrarVi il giorno 12 gennaio 2011 alle ore 10.30.

Sarà compito delle scriventi organizzazioni definire una posizione unitaria ed a seguito dell’incontro informare tempestivamente i lavoratori sull’esito.
Roma, 20 dicembre 2010

Slc Cgil - Uilcom Uil - Ugl Telecomunicazioni - Snater - Libersind ConfSal


Slc Cgil: informativa su TD e Collegato Lavoro





lunedì 20 dicembre 2010

martedì 14 dicembre 2010

comunicato Slc‐Cgil Uilcom‐Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind‐ConfSal (14.12.2010)



I Lavoratori Rai hanno scioperato per salvare la Rai
Lo Sciopero Rai è pienamente riuscito.

Il 10 dicembre le lavoratrici e i lavoratori della Rai si sono astenuti per l’intero turno di lavoro con punte di adesione allo sciopero superiori all’85‐90%.

Conseguentemente sono saltati tutti i programmi in diretta, alcuni di essi sono stati spostati alla giornata successiva.

Oltre 1500 lavoratori, provenienti da tutta Italia, si sono radunati davanti Viale Mazzini per manifestare il loro dissenso al piano industriale.

Mai, negli ultimi decenni, c’è stata una reazione cosi forte e coesa dei lavoratori contro un Piano Industriale, e le scelte dei vertici aziendali.

Un dato così alto non può che segnalare al Direttore Generale e al CDA l’indisponibilità dei lavoratori ad accettare questo Piano Industriale.

Va doverosamente citata anche la contemporanea adesione con astensione audio/video dei giornalisti e il documento di sostegno dei dirigenti alla vertenza dei lavoratori.

Tutta l’azienda reputa sbagliato determinare il risparmio attraverso esternalizzazioni, cessione di asset strategici e riduzione di personale che riducano le capacità produttive e ideative del servizio pubblico.

I lavoratori hanno indicato con forza l’importanza del mantenimento del perimetro aziendale e la necessità di salvare l’azienda rilanciandola attraverso gli investimenti in formazione e sviluppo tecnologico, il taglio degli sprechi, il miglioramento dei processi produttivi e gestionali, la salvaguardia della rete trasmittente e quella dei lavoratori precari che in questi anni hanno determinato in maniera strutturale la capacità produttiva aziendale.

Le OO.SS. ribadiscono che solo attraverso un Patto che impegni tutti a un percorso di riduzione dei costi, senza intaccare la produzione e la struttura aziendale, investendo su tecnologie e formazione si può salvare il Servizio Pubblico italiano.

Progetti aziendali che ipotizzano la vendita o la cessione della gestione dei gioielli di famiglia per passare la nottata e l’idea che la Rai possa divenire simile ai concorrenti privati dal punto di vista produttivo, tutto questo è stato respinto dalle Lavoratrici e dai Lavoratori della Rai, nonostante il palese quanto discutibile ostruzionismo messo in atto da chi non ha proclamato lo sciopero.

Slc‐Cgil Uilcom‐Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind‐ConfSal


venerdì 10 dicembre 2010

Comunicato Slc Cgil (10.12.2010)



COMUNICATO STAMPA


I LAVORATORI RAI RESPINGONO IL PIANO INDUSTRIALE

"Grande successo di adesione allo sciopero e alla manifestazione Rai. Allo sciopero ha aderito l’85% dei lavoratori. Alla manifestazione erano presenti almeno 1500 persone. Un primo risultato lampante è che sono saltate tutte le trasmissioni in diretta fin dalla prima mattina. I tg e i radiogiornali sono andati in onda in forma ridotta e sono stati introdotti dalla lettura di un comunicato unitario sulle ragioni dello sciopero." Così una nota della segreteria nazionale Slc/Cgil.
"I numeri parlano chiaro: il piano industriale presentato dal Direttore Generale Masi e approvato dal CdA è stato nettamente respinto - prosegue il comunicato. L’esito della giornata, dopo il referendum indetto dall’Usigrai, dimostra quanto oggi i vertici aziendali non rappresentino il sentire comune di chi vi lavora."
"Non vediamo altra via per riavviare un tavolo se non il ritiro delle cessioni degli asset aziendali e la rinuncia alle esternalizzazioni - conclude la nota. Solo a queste condizioni il sindacato è disponibile ad affrontare responsabilmente la crisi che investe l’azienda, trovando al suo interno le risorse necessarie per riqualificare e rilanciare il servizio pubblico."


Agenzie su sciopero e manifestazione



(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Se la Rai avesse ancora un gruppo dirigente oggi dovrebbe ringraziare i dipendenti che hanno scioperato perché credono ancora nel servizio pubblico e non vogliono assistere passivamente alla sua liquidazione industriale, culturale, editoriale": è l'opinione di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21.
"La loro - afferma Giulietti in una nota - non è una manifestazione di parte, ma la protesta di chi ancora crede che l'interesse generale venga prima del conflitto di interessi". (ANSA).

RAI: SCIOPERO; RIZZO NERVO, RISPETTO MA ORA RIPRENDA DIALOGO
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Bisogna avere un grande rispetto per i lavoratori della Rai che oggi hanno deciso di scioperare e che hanno organizzato una civile manifestazione sotto viale Mazzini. Adesso però è necessario che il dialogo riprenda. Sono, infatti, convinto che il piano industriale non sia stato spiegato bene a chi ogni giorno con il suo lavoro contribuisce al successo della Rai" E' l'auspicio del consigliere di amministrazione di Viale Mazzini Nino Rizzo Nervo.
"Il servizio pubblico attraversa un momento molto difficile - spiega Rizzo Nervo in una nota - che può essere superato soltanto con il concorso di tutti. Il piano non prevede affatto il ridimensionamento dell'azienda, anzi mette al centro il prodotto che è il vero core business e crea le condizioni per il risanamento attraverso l'aumento delle produzioni interne e non la cessione all'esterno dei contenuti del servizio pubblico. Per questo ritengo che il tavolo del confronto deve restare aperto ma l'azienda deve finalmente illustrare con chiarezza la situazione e i contenuti del piano industriale. Ma alla Rai bisogna chiedere di avere le carte in regola: non si possono chiedere sacrifici se prima non vengono eliminati gli sprechi, i privilegi di pochi e le scelte contrarie agli interessi aziendali". (ANSA)

RAI: PARDI (IDV), SOLIDARIETA' CON LAVORATORI IN SCIOPERO
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Per un servizio pubblico italiano e non 'all'italianà esprimo la più completa solidarietà a tutti i lavoratori Rai che oggi scioperano contro un piano industriale fatto sulla loro pelle e che favorirà soltanto un ulteriore impoverimento dell'azienda", dice Francesco 'Pancho' Pardi, capogruppo dell'Italia dei Valori in Vigilanza, annunciando l'adesione dell'Idv alla mobilitazione di oggi promossa da Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Tlc, Snater, Libersind Confsal, rappresentative degli operai, impiegati e quadri della Rai. "Un piano industriale - prosegue Pardi in una nota – che prevede la cessione di asset aziendali, anche strategici come RaiWay, l'esternalizzazione del lavoro e i conseguenti esuberi del personale significa rinunciare alle professionalità di altissimo livello presenti da sempre in Rai. Per questo è urgente riprendere immediatamente il dialogo tra azienda e sindacati, dialogo incomprensibilmente negato da mesi dai vertici. I lavoratori Rai sono il baluardo del Servizio Pubblico, gli ultimi difensori di un servizio di tutti e per tutti i cittadini".
"Tra l'altro - conclude l'esponente Idv - dispiace vedere che su una vicenda così importante, come quella per i diritti sacrosanti dei lavoratori, i sindacati non siano uniti: è infatti incomprensibile la posizione della Cisl. Nel prossimo futuro, indipendentemente da come andrà la questione di fiducia, è essenziale che le forze del centrosinistra sappiano ripensare il destino della Rai in una prospettiva capace di fare esprimere a pieno le potenzialità professionali dell'azienda senza più lottizzazioni". (ANSA).

(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Il Partito Democratico sostiene le ragioni dei lavoratori Rai che oggi scioperano. Il futuro della Rai non può prescindere dalla valorizzazione delle professionalità interne che sono la vera ricchezza del servizio pubblico. Oggi la Rai deve dimostrarsi all'altezza della sfida dell'innovazione tecnologica e non potrà certo farlo procedendo con scelte improvvisate, nascoste dietro la pur evidente esigenza di risanare i conti". E' la solidarietà degli esponenti del Pd Matteo Orfini e Carlo Rognoni. "Il risanamento - affermano Orfini e Rognoni in una nota - si può fare in tanti modi, e certamente scaricarne i costi sui lavoratori e impoverire l'azienda smembrandola non sono le uniche soluzioni possibili. Il piano industriale, per quel poco che è stato possibile capire dato che lo si è voluto di fatto secretare, non è adeguato a fare della Rai un'azienda forte, innovativa e competitiva. E' inoltre indispensabile recuperare un metodo di confronto e concertazione con le parti sociali a cui un piano così delicato non va semplicemente illustrato, ma deve essere discusso seriamente e approfonditamente". (ANSA).

“Smantellano la parte tecnologica della Rai e colpiscono chi lavora per mantenere nani e ballerine." Cosi' Emilio Miceli, Segretario generale Slc-Cgil, nel corso della manifestazione a viale Mazzini per lo sciopero generale della Rai. "Chiediamo una commissione che indaghi sugli sprechi.Vogliono esternalizzare gran parte della Rai, a partire da Raiway. E’ indubbio che l’attività centrale dell’azienda sia quella trasmissiva. Invece vogliono dismettere le torri e la gente che lavora in questo settore dell’azienda. La nostra firma sulle esternalizzazioni non ci sarà. In un momento di crisi, il Cda vuole continuare ad assicurare il dividendo politico. Forse, allora, i lavoratori e i sindacati sono gli unici che tengono alla Rai in questo paese. Ci chiediamo perché soldi finiscano nelle tasche di chi non si spende per migliorare l’azienda. Non c’è dubbio che le cose migliori della Rai sono quelle realizzate dai lavoratori interni. Chiediamo allora una commissione anti sprechi che ci dica come vengono spese le risorse dell’azienda. Né si può continuare a ricattare i precari e cacciarli: perché altrimenti saremo di nuovo in piazza. Siamo forti e questa manifestazione lo dimostra. Forte e determinante è stato il contributo dei giornalisti Rai per la riuscita dello sciopero. Chiediamo al Cda di riflettere su questo sciopero.”


SCIOPERO; MASI, APERTO A DIALOGO MA PROTESTA E' ERRORE
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Premesso che lo sciopero è un diritto fondamentale dei lavoratori e pertanto va non solo rispettato ma anche sempre e comunque garantito, ribadisco che la manifestazione di alcune sigle sindacali oggi in Rai rischia di essere un grave e controproducente errore perché allontana dal tavolo delle trattative e di quel dialogo necessario per trovare soluzioni in un momento in cui c'é bisogno di collaborazione da parte di tutti". Lo afferma il direttore generale della Rai, Mauro Masi, in merito allo sciopero di oggi.
"Un momento in cui Rai sta per la prima volta tentando di risolvere sul serio i propri problemi strutturali di bilancio per troppo tempo lasciati marcire - prosegue la nota -. Sarebbe forse utile e interessante che i promotori dello sciopero di oggi andassero a esercitare il loro diritto verso chi per decenni ha gestito Rai tra sprechi e disattenzioni magari indagando a fondo le cause di questi sprechi e disattenzioni e, chissà, forse individuando in questo esercizio, sorprese interessanti". "Per parte mia - conclude Masi - ribadisco di essere sempre disponibile al dialogo, 24 ore al giorno sette giorni su sette, ma sempre e solo nell'interesse dell'azienda e non di chi utilizza questi eventi per tentare, peraltro inutilmente, come accaduto di recente, di farsi un po' di pubblicità patetica d'accatto a scapito dell'immagine di Rai".

RAI : SCIOPERO; AZIENDA, NO PROVOCAZIONI,OK RIPRESA CONFRONTO
IMPEGNO A RISANAMENTO E QUINDI A DIFESA DEI POSTI DI LAVORO
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Rai continua a ritenere che vadano rigettate tutte le provocazioni e le strumentalizzazioni politiche e che invece la ripresa del confronto con tutte le componenti sindacali sia la maniera per poter ricercare soluzioni strutturali e governare i processi di cambiamento in atto". E' quanto recita il controcomunicato aziendale della Rai, in onda nelle edizioni in forma ridotta di telegiornali e giornali radio. "Il diritto di scioperare - prosegue la nota - va sempre rispettato e garantito, ma i telespettatori devono sapere che - in questo caso - si tratta di uno sciopero contro una Rai impegnata a risanare per la prima volta, in maniera seria e responsabile, il proprio bilancio e pertanto a difendere i posti di lavoro; contro una Rai in grado di vincere - e quest'anno con un distacco record - la competizione degli ascolti; contro una Rai capace, in pochi mesi, di moltiplicare la propria offerta passando dagli storici tre canali analogici ai 14 digitali, tutti a titolo gratuito, con un grande vantaggio per i telespettatori". (ANSA).

RAI : SCIOPERO; USIGRAI, CONFRONTO SOLO CON ADEGUATE GARANZIE
A GARIMBERTI E CDA CHIEDIAMO PARTECIPAZIONE ATTIVA
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Con lo sciopero, insieme alle sigle sindacali dei lavoratori e con la solidarietà dei dirigenti, stiamo dando una storica adeguata risposta ad un'azienda che sventola i nostri successi per celare il proprio malgoverno. Che dire degli ostacoli che hanno dovuto superare Annozero e Vieni via con me?". Lo afferma il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna, chiedendo adeguate garanzie per la ripresa del confronto. "L'Usigrai respinge tutte le affermazioni contenute nel controcomunicato aziendale - si legge in una nota -, cogliendo come positivo solo il pentimento laddove si parla di "ripresa del confronto con tutte le componenti sindacali" come modo per ricercare soluzioni. La Rai avrebbe dovuto semmai parlare di avvio del confronto visto che il direttore generale arroccandosi su alcune pregiudiziali lo ha di fatto precluso". "Fa sorridere amaramente il preambolo del controcomunicato Rai - prosegue Verna -, secondo cui il diritto di scioperare va sempre rispettato e garantito. C'é già la Costituzione a dircelo, non abbiamo bisogno di ulteriori concessioni Piuttosto la risposta che ci attendiamo dall'azionista e dal CdA, anche dopo il referendum su Masi, è sulla legittimazione dell'attuale Dg E poi come andare ad un tavolo di confronto con una controparte che si mostra senza reticenze "annoiata" da quel che diciamo? Ci si può sedere solo con precise garanzie. Va bene dunque l'auspicio espresso dal presidente Garimberti, ma chiederemo a lui e al consiglio di amministrazione (bene anche Verro e Rizzo Nervo) una partecipazione attiva". (ANSA).

SCIOPERO; VENDOLA, LAVORATORI DICONO NO A DECLINO
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - "Sono al fianco degli operai, degli impiegati e dei quadri della Rai, che oggi scioperano. I lavoratori scioperano perché non vogliono assistere al declino della loro azienda". E' quanto scrive il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola, sul suo sito. "I lavoratori della Rai scioperano contro il piano industriale - afferma Vendola - che, di fronte ai problemi di bilancio dell'azienda, non trova migliore soluzione se non quella di scaricare i costi della crisi sui lavoratori, mortificando chi quella azienda l'ha costruita. Il piano industriale pensato dai vertici aziendali, infatti, non guarda alla possibilità di conquistare nuovi mercati o di costruire nuovi format, puntando sulle tante e validissime professionalità presenti nell'azienda; non pensa ai lavoratori come a risorse importanti, tramite le quali uscire dalla crisi".
"Al contrario - prosegue il leader di Sel -, esternalizza il lavoro, cede i settori strategici della Rai, e chiudendo la porta in faccia a molti lavoratori, rinuncia a produrre nuove idee, rinuncia all'innovazione e alla creatività. Il piano industriale mette una pietra sul futuro dell'azienda culturale più importante del nostro Paese. E non è un caso che anche l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, abbia aderito oggi allo sciopero delle maestranze. Evidentemente le preoccupazioni degli operai, dei costumisti, degli sceneggiatori, dei falegnami, sono condivise anche dai giornalisti, ben consapevoli di come la Rai sia ormai da tempo occupata dai partiti e dalle lobby, e non sia più purtroppo un bene comune".


Federconsumatori e Adusbef sostengono la protesta contro il nuovo piano industriale



Comunicato Stampa


RAI: FEDERCONSUMATORI E ADUSBEF SOSTENGONO LA PROTESTA CONTRO IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE.

Federconsumatori e Adusbef esprimono il loro sostegno allo sciopero del personale RAI, sceso oggi in piazza per ribadire il proprio no all’esternalizzazione dei servizi e dei programmi determinati dal nuovo Piano Industriale 2010-2012.
“Siamo convinti che, a fare le spese di tale scelta, saranno ancora una volta i cittadini. – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti - È questo, infatti, l’ennesimo atto di un copione che conduce dritto al tracollo culturale del nostro Paese”.
Il clima di instabilità e incertezza creato dalle prospettive di esuberi e di cessione degli asset aziendali a privati, oltre a mettere in discussione i sacrosanti diritti dei lavoratori che operano in questo campo, non potrà che influire negativamente sulla qualità e sull’elevato profilo culturale che, da sempre, hanno distinto la RAI. Ma vi è di peggio. Attraverso tali operazioni si rischia di mettere in discussione lo stesso ruolo pubblico del servizio radiotelevisivo.
Per questo, se si deciderà di proseguire in tale direzione, metteremo in campo iniziative per ristabilire il diritto dell’utenza ad un servizio pubblico e di qualità. Anzi, qualora questi fondamentali presupposti dovessero venire a mancare, daremo mandato ai nostri uffici legali di studiare tutte le modalità di intervento necessarie.


martedì 7 dicembre 2010

Lettera unitaria inviata all’azienda sulla questione TD/collegato lavoro



Spett. le RAI Radio Televisione Italiana
Direzione Risorse Umane
Relazioni Industriali e Sindacali
Viale Mazzini, 14
00195 Roma

Slc Cgil, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind-ConFsal esprimono grande preoccupazione per la situazione dei precari in Rai.
Tale preoccupazione si somma alla difficile condizione dell’azienda, un Piano Industriale sbagliato e provvedimenti adottati dal Direttore Generale e dal CDA inefficaci.
La difficile attuazione e manutenzione dell’Accordo sui Bacini del 4 giugno 2008, il blocco del turn-over preannunciato dal Direttore Generale, l’entrata in vigore della Legge 4 novembre 2010, n. 183, sono tutti elementi che obbligano l’azienda a trovare una soluzione condivisa per la stessa tenuta produttiva e ideativa della Rai.
Le scriventi OO.SS. reputano assolutamente necessario mettere in sicurezza i tanti lavoratori che in questi anni hanno consentito all’azienda di proseguire la sua missione di servizio pubblico.
Per questo evidenziano la necessità di sviluppare al più presto una trattativa, al fine di inserire nell’Accordo sui Bacini quegli elementi di tutela che garantiscano i lavoratori TD nel loro iter di stabilizzazione.
In tal senso si vuole ricordare l’esigenza, espressa anche nell’accordo del 2008, di riportare entro dicembre 2014, la soglia dell’utilizzazione dei contratti a tempo determinato ad un livello fisiologico dell’8%.
Va aggiunto che ci preoccupa anche la condizione di collaboratori, partite iva, consulenze e scritture.
L’abnorme e alle volte irregolare utilizzazione di tali forme contrattuali nel tempo ha sedimentato esperienze, professionalità probabilmente divenute indispensabili alla Rai.
Le OO.SS. vogliono però essere chiare, è loro intenzione raggiungere una soluzione condivisa che garantisca il processo di stabilizzazione dei precari.
I tempi purtroppo però sono stretti, il collegato Lavoro, che prevede la prescrizione per i diritti conseguiti entro 60 giorni, è entrato in vigore il 24 novembre 2010, quindi il tempo utile per trovare una soluzione evitando la via vertenziale è molto breve.
Per questo si invita la Rai, nel più breve tempo possibile, a condividere con le OO.SS. scriventi un serio confronto su tale tema.
Distinti Saluti,
Roma, 7 dicembre 2010
SLC-CGIL UILCOM-UIL UGL-TEL SNATER LIBERSIND-CONFSAL



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Interrogazione parlamentare dell'IDV



Premesso che:

nel 2000 la Rai sciolse la Divisione "Trasmissione e Diffusione", dando vita alla Consociata Raiway, facendo confluire al suo interno le 2300 stazioni trasmettenti ed il personale di manutenzione e progettazione, con l’intento di destinarne al mercato il 49%, per finanziare la digitalizzazione degli impianti di produzione TV;

la multinazionale Crown Castle, interessata al collocamento sul mercato delle stazioni trasmittenti, elaborò una proposta d'acquisto della somma di 413 mil di euro, in ragione della quotazione per l’intero asset in 905 mil di euro. L'operazione industriale relativa alla cessione dell’asset fu bloccata dall'allora Ministro delle Comunicazioni Sen. Maurizio Gasparri, poiché considerato strategico per la Rai;

il direttore generale Masi, nel proprio piano industriale, ha stimato un ricavo di 300 milioni di euro derivante dalla vendita dell’intero asset, ossia meno della metà dell’importo che sarebbe stato riscosso dalla Rai con la vendita del solo 49% e che le avrebbe consentito un cospicuo autofinanziamento, mantenendo comunque la quota di maggioranza dell’azienda;

Raiway costa alla capogruppo 230 mil. l’anno, ma ricava da terzi una somma compresa tra i 60 e 100 mil di euro ed inoltre sta investendo 120 mil di euro per la conversione della rete al digitale terrestre. Rai Way ha beneficiato di finanziamenti pubblici (legge 488/92) e continua a beneficiarne (dm 2007.08.02), utilizzandoli anche per il potenziamento di quello che il piano industriale definisce “asset passivi”;

Il Ministero dello sviluppo economico ha dato il via all’asta delle frequenze derivanti dal riassetto delle concessioni analogiche che comporterà l’assegnazione di almeno 5 frequenze nazionali. Pertanto, i nuovi gruppi editoriali assegnatari avranno la necessità di rivolgersi ad un operatore di rete, ruolo che Rai Way, avendo la rete italiana più capillare per la copertura della popolazione nazionale, potrebbe svolgere mediante il sistema “towers rental” arrivando così, a triplicare i suoi ricavi, senza che questo comporti un aumento dei costi fissi finanziandosi per soddisfare le esigenze di diffusione e di trasmissione dei programmi della Rai. L’appetibilità dell’asset è dimostrata dal fatto che la maggior manifestazione d’interesse all’acquisto, proviene dall’gruppo editoriale principale concorrente della Rai;

Il piano industriale, approvato all’unanimità dal CDA Rai su proposta del DG, prevede, oltre ad una serie di esternalizzazioni, la cessione delle torri di trasmissione di proprietà di Rai Way poiché, a Loro avviso, facenti parte di attività ”no-core”. Nel piano industriale, le torri, sono definite ”Asset passivi”

Considerato che

l’attuale situazione d’indebitamento della Rai, che chiuderà il bilancio 2010 con un passivo compreso tra i 118-130 milioni di euro, sommati al passivo dei precedenti esercizi, porterà l’azienda a una pesante esposizione finanziaria pari a circa 250 milioni di euro. Per fare fronte a ciò, il Direttore generale è riuscito ad operare una riduzione dei costi tramite tagli al turn over, alle utenze mobili, alle auto blu, alle trasferte del personale, a consulenze ed appalti con un presunto risparmio di 10 milioni di euro;

l’attuale esposizione finanziaria della Rai, la riduzione dei ricavi conseguente alle scelte strategiche dell’attuale management e vista l’impossibilità di aumentare i ricavi pubblicitari fissati per legge;

la richiesta di nulla-osta alla vendita delle torri, sarebbe stata effettuata dall’attuale Direttore generale ai ministeri competenti ;
si chiede di sapere:

- se non si ritenga necessario riconsiderare l’autorizzazione alla cessione delle torri, in coerenza con la decisione del Ministro Gasparri che bloccò la vendita del solo 49% per: "l'interesse a mantenere in capo alla Rai impianti di un così rilevante interesse strategico anche per la sicurezza; i dubbi circa la congruità del valore attribuito agli impianti, che risulta eguale a quello attribuito dall'IRI nel 1991; la pesante portata dei patti parasociali che assegnavano al socio di minoranza poteri di indirizzo addirittura superiori a quelli della Rai, socio di maggioranza” (resoconto stenografico, Senato, 8° commissione permanente (lavori pubblici, comunicazioni) seduta dell’13-11-2001);

- in ragione della valutazione delle eventuali conseguenze della vendita delle torri rispetto all’attuale grave esposizione finanziaria, alla rinuncia dei probabili ricavi, alla perdita del controllo di un asset strategico, all’attuale valore stimato ed ai costi dovuti all’operatore terzo per tutti i servizi di diffusione, trasmissione, collegamento, fonia ecc., svolti da Rai WAY.

- se non si ravvisi il rischio di fallimento dell’azienda di servizio pubblico, poiché, qualora si alienasse l’asset, il valore derivante da tale vendita sottratti i costi dovuti all’operatore terzo, darebbe liquidità solo fino al 2012.


Comunicato SAI SLC (7.12.2010)





“Il mondo della cultura, del cinema e della televisione” esprimono solidarietà ai lavoratori della Rai.
MANIFESTAZIONE VENERDI’ 10 DICEMBRE 2010
DALLE 11 ALLE 15
VIALE MAZZINI, 14 - ROMA


La Rai attraverso la sua opera di diffusione e di finanziamento ha in questi anni aiutato le produzioni cinematografiche, consentendo la realizzazione di prodotti indipendenti e di qualità.

La Rai ha consentito a tanti italiani di conoscere le diverse realtà regionali, ed ha sostenuto il cinema italiano e europeo d’autore.

La Rai, attraverso lo strumento televisivo e radiofonico, per tanto tempo è stata capace di trasmettere prodotti di qualità, oggi purtroppo relegati ai margini dei palinsesti, mentre le produzioni sono, sempre più frequentemente, delocalizzate.

Il SAI, pertanto, esprime solidarietà nei confronti dei lavoratori Rai che negli anni hanno contribuito ad una effettiva crescita culturale e civile del Paese, oggi pesantemente messa in discussione.

La perdita di un patrimonio, la perdita di capacità ideative e produttive di questa importanza, è inaccettabile.

Lo è al pari dei tagli alla cultura, alla scuola, all’università e alla ricerca, tutti simboli di un declino che va respinto.
Roma, 7 dicembre 2010
SAI SLC CGIL


Lettera TD reparto montaggio di Torino

Alla cortese attenzione
Resp. Dir. Prod. – Dott. Andrea Lo Russo Caputi
Uff. personale prod. – Dott.ssa Paola Sciommeri
Direttore – Dott. Maurizio Braccialarghe
Dirigente - Sig. Riccardo Gerbaudo
Resp. Post prod. – Ing. Massimo Visca
Funzionario Post prod. – Sig Dante Errico
Uff. Personale – Sig.ra Sandra Conterno
E p.c. a tutte le sigle sindacali

Noi lavoratori a TD del reparto RVM del centro di produzione RAI di Torino, vogliamo portare all’attenzione la nostra condizione precaria all’interno dell’azienda.
Siamo montatori con una idoneità e delle competenze specifiche, capacità ideativa e creativa e sin dal primo giorno di contratto siamo stati pienamente operativi. Ci vengono affidate produzioni, responsabilità e garantiamo la realizzazione dei programmi all’interno del nostro centro. Spesso lavoriamo in completa autonomia, abbiamo acquisito una maturità lavorativa e una professionalità che ha reso il nostro operato apprezzato come può essere testimoniato dalle produzioni con cui abbiamo lavorato in questi anni.
Oggi ci sentiamo esclusi da un progetto aziendale di cui ritenevamo di far parte.
Non ci viene garantita nessuna continuità lavorativa ed inoltre la nostra condizione ha subito un netto peggioramento nell’ultimo anno perché essendo inquadrati come figura artistica non ci viene riconosciuto il diritto a percepire l’indennità di disoccupazione.
Il blocco dei bacini ed assunzioni ci scoraggia, ci sentiamo esclusi da qualsiasi prospettiva lavorativa futura. Ne è un esempio la scelta di colmare una carenza nel nostro reparto con lo spostamento di altre figure e non programmando adeguatamente il nostro inserimento a tempo indeterminato. Riteniamo che questa azione sminuisca la professione del montatore che ha competenze specifiche tecniche e teoriche, familiarità e sensibilità di linguaggio; cose che riteniamo non siano acquisibili in breve tempo, attraverso affiancamenti estemporanei.
La mancanza di informazione e considerazione non solo è poco gratificante, ci porta delusione e demotivazione.
E’ per questo che chiediamo con forza chiarimenti sulle intenzioni dell’azienda riguardo la gestione futura dei nostri contratti, auspicando di poter rientrare al più presto in un processo di stabilizzazione.
Restiamo in attesa di un vostro cortese riscontro.
I lavoratori a TD del reparto RVM


lunedì 6 dicembre 2010

Odg dell'Assemblea del 1.12.2010 a Torino



La grave situazione aziendale che stiamo vivendo dal punto di vista economico e finanziario, deve trovare soluzioni efficaci in tempi brevi, per garantire quel ruolo mai esautorato di Servizio Pubblico che richiede un rilancio di RAI e, conseguentemente, dei suoi livelli occupazionali.

È importante che tutti i lavoratori della RAI si rendano protagonisti, attraverso le loro Associazioni Sindacali, dei necessari cambiamenti che dovranno essere effettuati in Azienda.

È opportuno rimarcare quelle che reputiamo essere priorità irrinunciabili:

- Il perimetro Aziendale non può essere modificato da questo od altro piano industriale che contempli la cessione di rami di Azienda o di fondamentali “Asset” aziendali.
- La Rai è una e indivisibile; al suo prodotto contribuiscono, ognuno per la propria quota parte, tutti i settori aziendali.

Pertanto, come lavoratori di Torino, di Via Cernaia e Corso Giambone, delle squadre esterne di ripresa, del reparto trucco e parrucco, non accetteremo di essere considerati settori “no core” e quindi sacrificabili, anzi! I loro costi vanno detratti dagli ipotizzati benefici; ma c’è comunque una questione di ben più elevato tenore: questa Azienda deve guardare soprattutto al ben più alto compito, richiesto dal Contratto di Servizio, della crescita armonica, allargata e pluralista della cultura del Paese.

Le esternalizzazioni, in questo contesto, rappresenterebbero l’ultimo atto della negazione del ruolo di RAI come Azienda di produzione culturale che parla a tutti, compresi coloro che si affacciano per la prima volta al nostro Paese ed alla sua cultura.

Rispettare il ruolo della RAI significa ricercare una ripresa attraverso la valorizzazione dell’Azienda su tutto il territorio nazionale. A Torino in particolare non si può prescindere dal considerare necessario il rilancio delle attività, con tutte le vocazioni di servizio e produttive.

Il Centro di Produzione TV e Radiofonia, la cui arretratezza tecnologica rischia ormai di diventare il pretesto per giustificare mancate commesse, deve tornare a saturare le sue possibilità produttive continuando ad impiegare tutte le risorse presenti sul territorio che negli anni hanno maturato competenze e professionalità, definendo chiaramente il ruolo del CPTO nelle nuove Reti per Ragazzi e mantenendo l’attività anche per le reti generaliste.

L’attività dell’Orchestra Sinfonica va difesa e rilanciata come bene culturale prezioso per l’Azienda e per il Paese, valorizzata attraverso un’adeguata programmazione televisiva ben diversa dal vergognoso palinsesto di Rai5 che la vede relegata all’alba della domenica mattina.

Va rilanciato il Centro Ricerche le cui innovazioni tecnologiche hanno migliorato e fatto evolvere la televisione (basti pensare al televideo, al digitale terrestre e alla televisione in 3D) mentre ormai da tempo si trova in una situazione di degrado finanziario ed immobiliare.

Vanno rilanciati e valorizzati i centri direzionali di via Cernaia che hanno eccellenze nell’ambito amministrativo, informatico, tecnologico e degli abbonamenti, che rischiano, aldilà delle esternalizzazioni, un degrado prodotto da una poco oculata gestione finanziaria ed immobiliare.

Per questo tutti i lavoratori della RAI di Torino, riuniti nell’assemblea del 1 dicembre 2010, chiedono l’immediato ritiro delle proposte di esternalizzazione contenute nel piano industriale e impegnano tutte le organizzazioni sindacali a riaprire una vertenza per il rilancio delle attività della RAI di Torino.


Ordine del giorno su Accordo Bacini TD (1.12.2010)


L’assemblea dei lavoratori della Rai di via Verdi, via Cernaia, corso Giambone e dell’Orchestra Sinfonica, riunita il giorno 1/12/2010 presso l’Auditorium di Torino,

IMPEGNA

le Organizzazioni Sindacali Nazionali ad aprire immediatamente un tavolo di trattativa con l’Azienda finalizzato al mantenimento e rispetto dell’Accordo sui Bacini A e B dei lavoratori a Tempo Determinato alla luce del nuovo quadro legislativo.

Torino, 1 dicembre 2010


Mozione approvata (all'unanimità) dall'assemblea ADRAI del 25.11.2010

MOZIONE APPROVATA DALL’ASSEMBLEA DELL’ADRAI IL 25 NOVEMBRE 2010


L’Assemblea dei Dirigenti della Rai si trova a dover esprimere – ancora una volta e con ancora più decisione del solito – la sua forte e crescente preoccupazione per la situazione dell’Azienda.

PREOCCUPA il clima di scontro politico che e’ intorno all’Azienda.
Invece di affrontare i problemi strutturali prevale la logica del rinvio delle decisioni e un’interferenza sempre più accentuata del sistema dei partiti sulla vita dell’Azienda senza un punto di garanzia e filtro dell’autonomia del Servizio Pubblico.

PREOCCUPA la mancata definizione strategica di un perimetro delle attività della Rai.
Al momento si e’ parlato solo di esternalizzazioni e cessione di asset.
Il Piano Industriale presentato, infatti, non definisce nessuna alleanza industriale, limita l’intervento nel digitale al solo campo dell’offerta free con una indiscriminata moltiplicazione di canali a scarso budget, ipotizza la cessione di importanti asset aziendali al solo scopo di un ripiano finanziario della gestione corrente, ovvero ipotizza alcune aree di esternalizzazioni.
La base di partenza per la delineazione del piano medesimo sembra essere costituita da un mero obiettivo di pareggio dei bilanci, che sembra rendere il piano una semplice sommatoria di tagli, senza una prospettiva di scenari futuri e di alleanze.

PREOCCUPA la tempistica del Piano Industriale.
Esso riguarda il triennio 2010 – 2012 e appare lontano dal vedere la luce nella sua forma definitiva e, soprattutto, dal poter essere attuato in modo da poter realmente pervenire all’auspicato pareggio nel 2012.
Qualora si ritenessero congrue le misure previste, dall’outsourcing alle dismissioni degli immobili, esse necessiterebbero di molto tempo per poter essere concretamente attuate e lo stato delle decisioni sembra allontanare sempre di più la possibilità di un’attuazione compatibile con le dichiarate esigenze di recupero economico.

PREOCCUPA il tenore della circolare del 4 novembre scorso.
Si torna orizzontalmente a colpire voci già da anni coinvolte da tagli indiscriminati, che rischiano di provocare danni più che benefici.
Sia chiaro, l’Adrai è assolutamente d’accordo nel razionalizzare trasferte, consulenze, impegno di auto a nolo e molto altro, ma sarebbe ora di intervenire in modo mirato, con il coraggio, una volta per tutte, di andare a scovare le trasferte che non servono, le auto superflue e quant’altro, evitando di tagliare indiscriminatamente, col rischio di rinunciare a ciò che serve e mantenere ciò che, invece, è solo odioso privilegio.

PREOCCUPA il silenzio sulla natura giuridica della RAI
costretta a comportarsi come un ente pubblico in un contesto spietato, contro competitori con le mani totalmente libere.

PREOCCUPA che a tutti vengano chiesti sacrifici
anche alle parti più deboli dell’Azienda, ma che i volumi di lavoro degli appaltatori esterni che realizzano programmi per la RAI rimangano sostanzialmente inalterati.

PREOCCUPA l’emergere di fenomeni di spesa incontrollata.
Al di là delle responsabilità dei singoli, per cui auspichiamo un rapido accertamento della verita’, essi dimostrano smagliature e incapacità di controllo di tali inaccettabili episodi.

PREOCCUPA che siano disattesi gli impegni
a valorizzare il personale interno riconoscendo la qualifica di dirigenti ai colleghi che da tempo svolgono le relative attivita’ e funzioni e sui quali l’ADRAI aveva fornito disponibilita’ addirittura a discutere dei percorsi retributivi, pur di far ottenere loro la meritata qualifica.
L’ADRAI si e’ sempre opposta in ogni sede e occasione alle immissioni dall’esterno che mortificano i colleghi e rappresentano comunque un aggravio dei costi aziendali.

PREOCCUPA una certa rassegnazione del Vertice Aziendale.
Non e’ pensabile che il problema del canone sia una variabile indipendente (esogena) dell’equazione per risolvere la mancanza di risorse della Rai.
Un’evasione quasi pari al 30% ed un impegno Rai negli ultimi cinque anni che esorbita di circa 1 miliardo di euro il limite delle risorse destinate alle attivita’ di servizio pubblico, come certificato dalla societa’ di revisione dei bilanci, necessitano di interventi decisi sul piano istituzionale, utilizzando strumenti specifici che esistono nel nostro ordinamento e non di generiche lamentele.

PREOCCUPA il clima di tensione sindacale.
Nella storia della Rai ci sono stati altri momenti di tensione, ma mai si era arrivati a minacciare provvedimenti che mettono in discussione i posti di lavoro, attraverso esternalizzazioni, esuberi, blocco del turn over etc.
A conclusione
L’Assemblea dei Dirigenti,

APPROVA

La linea e l’operato del Direttivo esposti nella relazione del Presidente e la presente mozione

DELIBERA

1. di dare mandato al Direttivo e al suo Presidente di compiere gli atti necessari, nell’interesse dell’Azienda e qualora valutato opportuno, per attivare la procedura per il recupero degli importi dovuti dal Governo per le attività di servizio pubblico che esorbitano dall’importo del canone
2. di dare mandato al Direttivo di proseguire la trattativa per la riforma del sistema di assistenza sanitaria aziendale
3. nell’impossibilità di aderire allo sciopero indetto dalle OO.SS. per il giorno 10 dicembre p.v. e fermo restando l’impegno di lealta’ dei Dirigenti nei confronti dell’Azienda, di devolvere ciascuno una somma concordata a TELETHON in segno di solidarieta’ nei confronti della protesta dei lavoratori.

Roma, 25 novembre 2010


venerdì 26 novembre 2010

Volantone manifestazione nazionale 10.12.2010

10 dicembre 2010
MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEI LAVORATORI RAI
  •  NO AD UN PIANO INDUSTRIALE CHE IMPOVERISCE LA PIU’ GRANDE AZIENDA CULTURALE DEL PAESE.
  • NO ALLE CESSIONI DI ASSET AZIENDALI
  • NO ALLA ESTERNALIZZAZIONE DEL LAVORO
  • NO AI CONSEGUENTI ESUBERI DI PERSONALE.
Per questo le organizzazioni sindacali SLC CGIL, UILCOM UIL, UGL TLC, SNATER, LIBERSIND-CONFSAL, rappresentative degli operai, impiegati e quadri della Rai, hanno organizzato nella giornata dello SCIOPERO GENERALE DELLA RAI, LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE SOTTO la SEDE RAI di VIALE MAZZINI.
Allo SCIOPERO GENERALE ha aderito, per esprimere solidarietà ai dipendenti e la propria contrarietà al Piano Industriale, anche l’USIGRAI, sindacato dei giornalisti Rai.

MANIFESTAZIONE NAZIONALE , ROMA, 10 DICEMBRE
VIALE MAZZINI, DALLE ORE 11.00 ALLE ORE 14.00
Lavoratori dell’Orchestra Nazionale della Rai si esibiranno durante l’iniziativa
I cittadini e tutti coloro che parteciperanno potranno comprendere, anche attraverso le testimonianze, quanto la Rai sia complessa, quanto il lavoro in Rai sia professionalizzato, diversificato e specializzato e non sempre giustamente retribuito.
Gli sprechi, la cattiva gestione, i favori ai potenti che sono la malattia del servizio pubblico all’italiana, con cui tanti identificano “La Rai”, sono anche un danno per il lavoro.
Per questo i sindacati stanno chiedendo da mesi un tavolo di confronto che superi l’impianto dell’attuale Piano Industriale (strumento che impoverisce ancor di più la qualità del lavoro per mantenere inalterata la gestione clientelare) al fine di sviluppare una Piattaforma che comprenda la riduzione dei costi, degli sprechi, dei provvedimenti sbagliati, e che rilanci gli investimenti, la formazione e l’attenzione alla qualità del lavoro, con il mantenimento della Rai di proprietà pubblica provvista di tutti i suoi asset e le sue peculiarità.
La Rai è informazione ed è CULTURA. Registi, tecnici, montatori, autori, impiegati, tutti i dipendenti della Rai ogni giorno creano, inventano, assemblano e sviluppano contenuti che dal 1954 hanno costituito per molti italiani un processo formativo garantito dallo stato.
Tutto questo noi lo vogliamo tutelare, preservare, sviluppare…

mercoledì 24 novembre 2010

Comunicato Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Confsal (22.11.2010)

COMUNICATO SINDACALE
NON C’E’ ALTERNATIVA ALLO SCIOPERO!


Dopo aver letto il comunicato stampa della FISTEL CISL del 18 novembre u.s. scritto a seguito dell’incontro avuto con il D.G. Mauro Masi, siamo ancor più convinti che non c’e’ alternativa allo sciopero generale della RAI del 10 dicembre p.v.
Nonostante l’arduo tentativo del comunicato FISTEL di dire tanto sul nulla, quello che emerge con chiarezza è la confermata volontà del Direttore Generale della RAI di procedere con quanto previsto sul piano industriale ossia con esternalizzazioni, esuberi di personale e vendita di Asset strategici (cosa che oltretutto aveva confermato in video nella rubrica del Tg 2, Punto di Vista, il 5 novembre).
Nell’incontro si è ripetuto ciò che già a tutti noi, il 25 di ottobre, era stato detto e “offerto”dal Direttore Generale: “il Piano Industriale rimane in tutte le sue articolazioni ma siamo pronti a discuterne con le parti sociali”, proposta reputata da tutti noi irricevibile.
Lo abbiamo detto con chiarezza e lo vogliamo ribadire ai vertici aziendali e alla Fistel Cisl, non ci interessa discutere se gli esuberi del personale saranno tanti o pochi, oppure decidere quali sono i settori che possono essere esternalizzati e quali no, o peggio ancora considerare RAI WAY vittima sacrificale, venderla e ripianare il bilancio senza avere più la proprietà aziendale degli impianti di trasmissione.
Ad oggi rimane in vigore la delibera, votata unanimemente dal Cda, che ratifica l’impianto del Piano Industriale questo nonostante la contrarietà di tutte le OO.SS. compresi giornalisti e dirigenti.
In una difficile fase come è quella attuale ci sembra curioso che una organizzazione sindacale, invece di protestare fortemente mantenendo l’unità sindacale, inviti gli altri sindacati a sedersi ad un tavolo negoziale viziato dalla pregiudiziale dei tagli che pesano come macigni.
Se in alcune occasioni alcuni hanno parlato di scioperi politici, in questo caso ci sentiamo
di inquadrare il comportamento della Cisl come un atto tutto politico di non sciopero.
Noi faremo pesare la forza delle nostre iniziative per trovare un’altra modalità di confronto. Non siamo disponibili a discutere con la pistola puntata, da subito vanno rimosse esternalizzazioni, cessioni, esuberi. Se questo avverrà, un momento dopo, si dovrà necessariamente ricercare con la RAI gli indispensabili interventi per generare un risparmio di carattere strutturale e rilanciare il lavoro, gli investimenti, i prodotti Rai e per salvare il servizio pubblico dalla crisi.
Infine, questo è quanto ci impegneremo a spiegare al Presidente della RAI e al C.d.A. in un incontro che abbiamo richiesto da qualche giorno.
Roma, 22 novembre 2010


Slc Cgil Uilcom Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind-Conf.Sal


mercoledì 17 novembre 2010

Volantino dello sciopero del 10 dicembre 2010

SCIOPERO NAZIONALE RAI

10 dicembre 2010

  •  NO AD UN PIANO INDUSTRIALE CHE IMPOVERISCE LA PIU’ GRANDE AZIENDA CULTURALE DEL PAESE.
  • NO ALLE CESSIONI DI ASSET AZIENDALI
  • NO ALLA ESTERNALIZZAZIONE DEL LAVORO
  • NO AI CONSEGUENTI ESUBERI DI PERSONALE.

Le lavoratrici ed i lavoratori della Rai sono preoccupati per il loro lavoro e per il futuro del servizio pubblico radiotelevisivo.

PER QUESTO IL 10 DICEMBRE SCIOPERERANNO PER L’INTERO TURNO DI LAVORO

Il Piano Industriale presentato dal Direttore Generale e approvato dal Consiglio di Amministrazione non da nessuna prospettiva di rilancio, parla di tagli, di riduzioni, di perdita di capacità produttive. Non finalizza i sacrifici, fatti anche in questi ultimi anni dai lavoratori, per il rilancio della Tv di qualità.
I Sindacati hanno provato a proporre la riduzione degli sprechi, la riduzione dei sovrabbondanti appalti e consulenze, ma il Piano Industriale insiste solo sullo smembramento dell’Azienda, sulla cessione dei suoi asset strategici, sul costo del lavoro del Contratto degli impiegati, operai e quadri, di tutte le professionalità che hanno contribuito a fare grande il servizio pubblico.
In più la crisi del mercato e la consequenziale caduta degli introiti pubblicitari, la pessima gestione dei vertici, stanno ponendo la Rai su una via di declino. Per questo i sindacati, nel tempo, hanno contestato scelte anche di carattere editoriale, figlie di spinte partitiche più che di interesse culturale, industriale ed economico.
Non si può dimenticare il ruolo del servizio pubblico nel paese: raggiungere le case degli italiani su tutto l’articolato territorio nazionale ed i molti italiani all’estero fornendo informazione e cultura, aiutando le imprese private del settore e le produzioni indipendenti e d’autore, ponendo anche attenzione alla programmazione dedicata ai bambini, agli anziani, ai disabili e a tutte le minoranze del nostro Paese.
Tutte queste funzioni, proprie della Tv e Radio Pubblica di un paese democratico e civile, possono esistere se la Rai esiste.
La condizione del lavoro, la dignità del lavoro tutelato costituisce un elemento di sicurezza per rendere libero ed indipendente il servizio pubblico radiotelevisivo.
I lavoratori sono disposti, come lo sono sempre stati, a fare sacrifici solo a fronte di una equa distribuzione dell’impegno e della garanzia del rilancio aziendale.
I vertici aziendali si sono dimostrati pessimi interlocutori, non in grado di pianificare con le parti sociali l’uscita dalla crisi. Per tutto questo il 10 dicembre Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Tlc, Snater, Libersind-ConFsal hanno deciso di indire uno SCIOPERO NAZIONALE, con MANIFESTAZIONE NAZIONALE sotto la sede Rai di Viale Mazzini.



Vademecum dello sciopero del 10 dicembre


La possibilità di aderire al blocco del lavoro “straordinario”, è finalizzata a vanificare la pessima pratica, già vista durante altri scioperi, di far anticipare lavorazioni del giorno di sciopero in giornate antecedenti attraverso lavoro straordinario/ supplementare, con il chiaro intento, da parte aziendale, di vanificare parte dell’effetto delle iniziative di lotta.

1) Non è dovuto da parte dei lavoratori comunicare anticipatamente ai propri superiori la partecipazione allo sciopero.
I “responsabili/superiori” non devono richiedere ne fare pressione sui lavoratori subalterni per avere informazioni sulla partecipazione alla iniziativa sindacale anticipatamente.

2) In questa occasione, il BLOCCO DELLE PRESTAZIONI AGGIUNTIVE, và interpretato come la possibilità da parte dei lavoratori di non svolgere nella giornata prestazioni oltre il normale orario di lavoro: straordinari, supplementari, reperibilità (quando questa sostituisce un turno di lavoro in sciopero o non).
Ovviamente, così come scritta nella legge sul diritto di sciopero nei pubblici servizi, tale modalità serve anche a produrre il rallentamento della produzione.
L’adesione a tale iniziativa, blocco delle prestazioni aggiuntive, è individuale e volontaria. Può essere fatta per 10 giorni, quelli previsti dalla proclamazione (1 – 10 dicembre), o per 1 solo giorno magari quello in cui al lavoratore viene chiesto di anticipare una lavorazione della giornata del 10 dicembre.
Stesse identiche condizioni sono previste per i lavoratori a tempo determinato.

Specifichiamo che la eventuale/volontaria adesione al blocco degli straordinari produrrà la perdita del pagamento degli straordinari per la sola giornata di adesione, o per le giornate di adesione individuale. Altre interpretazioni, che possano danneggiare i lavoratori, saranno dalle OO.SS. perseguite.

Roma, 15 novembre 2010


Slc Cgil Uilcom Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind-ConFsal


Foto del presidio sotto la Camera dei Deputati del 16.11.2010





martedì 16 novembre 2010

Comunicato Craipi Slc Cgil - Snater (15-11-2010)



Cari colleghi,
lo scorso 8 novembre 2010 si è tenuta, su richiesta dei delegati Slc CGIL e con la condivisione di tutti i delegati delle altre OO. SS., l’Assemblea della CRAIPI per discutere di trasparenza e d’informazione a delegati, iscritti e potenziali aderenti.

Preliminarmente, il Consiglio di Amministrazione ha riassunto le molteplici attività svolte nel corso dei primi 10 mesi di mandato, così riassumibili:
  • riscontro alle numerose richieste informative avanzate dalla COVIP a maggio 2010;
  • ridefinizione delle strategie nella gestione degli investimenti. Il Consiglio si è impegnato in un’azione di generale ricontrattualizzazione (al ribasso) degli oneri finanziari e d’individuazione di soluzioni appropriate al “problema delle polizze assicurative” (l’obiettivo è di rinegoziare, ove giuridicamente e tecnicamente possibile, le condizioni contrattuali giudicate eccessivamente onerose per CRAIPI e di riscattare le polizze considerate non sufficientemente redditizie minimizzando il rischio di incorrere in significative perdite di capitale);
  • affidamento allo studio Olivieri, già consulente CRAIPI, del monitoraggio della gestione finanziaria;
  • organizzazione interna al Consiglio di Amministrazione, con la creazione di un Comitato Finanza e di un Comitato Organizzativo;
  • automazione (in via di definitivo completamento) del processo di trasmissione dei flussi informativi tra i gestori finanziari e il service amministrativo Previnet;
  • negoziazione con la RAI di nuove e più efficienti modalità di gestione delle spese di funzionamento del fondo (Craipi contrattualizzerà direttamente i propri fornitori con rimborso contestuale da parte di RAI dei costi sostenuti);
  • richiesta a RAI, che deve ancora rispondere, di versamenti mensili e non più annuali del T.F.R. maturato dagli iscritti;
  • attività propedeutiche alla stipula di convenzioni con primarie compagnie di assicurazione per l'erogazione della prestazione pensionistica in forma di rendita nei casi previsti dalla legge.
Le numerose attività svolte hanno l’obiettivo di rendere la gestione del fondo più moderna ed efficiente. Auspichiamo che, in futuro, il Consiglio di Amministrazione pubblicizzi le attività svolte e le decisioni adottate anche attraverso il sito intranet esistente.
Successivamente il Consiglio di Amministrazione ha risposto alle richieste formulate, per iscritto, dai delegati CGIL e che i delegati Snater e UGL, con i loro interventi, hanno sostanzialmente e fattivamente condiviso e appoggiato.

In sintesi il Consiglio di Amministrazione ha reso noto che:
  • distribuirà ai delegati il bilancio tecnico aggiornato al 2009 redatto dallo studio Olivieri (il documento è stato effettivamente trasmesso ai delegati lo scorso venerdì 12 novembre);
  • predisporrà un progetto di bilancio arricchito dei dati necessari a rendere più trasparente la formazione del risultato di gestione e la conoscenza delle caratteristiche degli iscritti;
  • comunicherà agli iscritti un rendiconto semestrale riportante i dati qualitativi e quantitativi della gestione finanziaria materialmente disponibili;
  • trasmetterà la comunicazione annuale agli iscritti conformemente alle nuove indicazioni di COVIP;
  • assegnerà alla Previnet, secondo modalità e tempi in fase di definizione, la realizzazione del sito internet del fondo;
  • sta valutando la predisposizione di un questionario con lo studio Olivieri da distribuire agli iscritti e ai potenziali aderenti per la rilevazione delle esigenze previdenziali;
  • valuterà, secondo modalità e tempi ancora da definire, la realizzazione di un motore di calcolo e la redazione di un progetto esemplificativo per consentire ad iscritti e potenziali aderenti di effettuare stime previdenziali (ricordiamo che le attuali disposizioni COVIP non impongono alla CRAIPI tale adempimento).
Sulla richiesta di revisione generale dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione ritiene che un’eventuale bozza predisposta da una Commissione di Delegati debba ottenere il preventivo assenso delle parti istitutive del Fondo (RAI e OO.SS.). Approfondiremo con le OO.SS. le indicazioni ricevute dal Consiglio e qualora la richiesta di revisione riuscisse a trovare una concreta attuazione, sarà nostra premura considerare con attenzione le indicazioni provenienti da iscritti e potenziali aderenti.
Per concludere,

in un contesto di serena discussione abbiamo apprezzato, ancorché con talune cautele e distinguo, l’attenzione del Consiglio di Amministrazione per le tematiche discusse e la volontà di assicurare la trasparenza e le informazioni richieste. Siamo ragionevolmente fiduciosi che sin dal primo semestre 2011 gli iscritti, i delegati e i potenziali aderenti potranno raccogliere i frutti dell’impegno degli Organi della CRAIPI (Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale) in termini di flussi informativi maggiori, periodico aggiornamento dei documenti istituzionali, completezza dei dati di bilancio.

Per quanto ci riguarda, vigileremo affinché le forti rassicurazioni ricevute trovino concreta applicazione, a cominciare dal prossimo bilancio annuale.


I Delegati Slc CGIL della CRAIPI I Delegati S.N.A.TE.R. della CRAIPI


mercoledì 10 novembre 2010

Volantone




NO AD UN PIANO INDUSTRIALE CHE IMPOVERISCE LA PIU’ GRANDE
AZIENDA CULTURALE DEL PAESE.

NO ALLE CESSIONI DI ASSET AZIENDALI

NO ALLA ESTERNALIZZAZIONE DEL LAVORO

NO AI CONSEGUENTI ESUBERI DI PERSONALE.

Slc Cgil, Uil.com Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind-ConFsal
hanno proclamato lo SCIOPERO PER L’INTERO TURNO per il giorno 10
dicembre per rispondere ad un Piano Industriale sbagliato.

I sindacati da mesi sono impegnati nel proporre un confronto vero per:

rilanciare il servizio pubblico,
salvare la qualità dei prodotti,
tutelare il lavoro e la sua dignità,

senza trovare da parte dei vertici Rai una adeguata disponibilità.


lunedì 8 novembre 2010




Masi ci spiega perchè il 10 dicembre DOBBIAMO PROPRIO SCIOPERARE.....

da Punto di Vista del 5 maggio 2010



giovedì 4 novembre 2010

Nota su iniziative unitarie


PROGRAMMA DI LOTTA

Care/i Lavoratrici e Lavoratori,

Dopo la rottura con la Rai sull’impianto del Piano Industriale, abbiamo intenzione di organizzare una risposta forte alle indisponibilità aziendali di eliminare dal P.I. le esternalizzazioni, la cessione di asset aziendali, la riduzione del personale e quella del perimetro aziendale.

Per questo abbiamo ritenuto di sviluppare un programma unitario.
Questo ci deve consentire di informare tutti i lavoratori della situazione in azienda, responsabilizzandoli e preparandoli ad una efficace reazione.

Sapete già tutti, comunicazione da noi già diffusa, che abbiamo chiesto audizione, sulla questione del Piano e della situazione aziendale, al Presidente della Commissione di Vigilanza Sergio Zavoli.
A breve diffonderemo esternamente e internamente all’azienda la lettera con la quale illustriamo al Presidente Zavoli la nostra posizione.

Il 15 novembre, Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Tlc, Snater e Libersind-ConFsal, indiranno una conferenza stampa per informare della nostra posizione i cittadini-utenti.

Il 16 novembre, con la convocazione di un Coordinamento Nazionale Unitario andremo a manifestare davanti la Camera ed il Senato , dalle ore 15.00 alle ore 17.00, ovviamente sono invitati tutti i lavoratori che hanno la possibilità di partecipare. Prima di tale iniziativa il Coordinamento unitario, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 si riunirà presso Hotel Mayfair Residence Rome - Via Sicilia 183 ( http://www.hotel-mayfair-rome.com/location.php ) per fare il punto della situazione sulle iniziative sindacali da attuare.

Dal 17 al 30 novembre svolgeremo le assemblee in tutte le sedi regionali, per tanto le Rsu e territori avranno il compito di individuarne le date.

Dal 1 al 9 dicembre svolgeremo le assemblee in tutti i centri di produzione.
In queste 3 settimane sarebbe auspicabile che i territori, Rsu e lavoratori si impegnassero a costruire iniziative di visibilità.

Per il 10 dicembre è indetto lo SCIOPERO GENERALE con una MANIFESTAZIONE NAZIONALE a Roma.
Va aggiunto che nell’indizione di sciopero individueremo dal 1 dicembre al 10 il blocco delle prestazioni aggiuntive (straordinari, supplementari, reperibilità), iniziativa a cui i lavoratori potranno aderire volontariamente per non consentire all’azienda di anticipare le lavorazioni per il giorno dello sciopero.

Ovviamente, in questo percorso lungo, ci auspichiamo che l’azienda ripensi alla sua posizione e che tolga dal piano industriale: esternalizzazioni, esuberi, cessioni, riduzione del perimetro aziendale e che conseguentemente apra ad una Piano industriale efficace che rilanci la Rai.

Roma, 4 novembre 2010

Slc Cgil Uilcom Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind-ConFsal


Sciopero Generale Rai 10 dicembre 2010



Le scriventi Organizzazioni Sindacali, avendo esperito in data 3 novembre 2010 con esito negativo le procedure di raffreddamento e conciliazione di cui all'articolo 3 dell'accordo delle prestazioni indispensabili e sulle altre misure di cui all'art. 2, comma 2, legge 146/1990, come modificata dalla legge 83/2000, nel settore del servizio radiotelevisivo pubblico siglato in data 22.11.2002 tra OO.SS. e Rai, indicono una giornata di sciopero per tutti i dipendenti del gruppo RAI per il giorno 10 dicembre 2010 (con blocco di tutte le prestazioni aggiuntive e straordinarie a partire dal 1 dicembre al 10 dicembre 2010), per l'intera durata di ciascun turno di lavoro su tutto il territorio nazionale, sedi centrali, distaccate e Centri Mobili e comunque ove presente personale del gruppo RAI, con le seguenti motivazioni:
  • contro l'impostazione del Piano industriale presentato dal Direttore Generale;
  • contro le esternalizzazioni, le cessioni di asset, la riduzione del personale e quella del perimetro aziendale.
La presente comunicazione vale come preavviso ai sensi della Legge 83/2000 e precedenti.
Distinti saluti


Slc Cgil Uilcom Uil Ugl telecomunicazioni Snater Libersind Confsal


Lettera a Presidente della Commissione di Vigilanza della Rai



Trasm. a m/fax ed e‐mail
Roma, 4 novembre 2010
Al Presidente della Commissione
Parlamentare di Vigilanza sulla RAI
Sen. Sergio Zavoli
Palazzo S. Macuto (II piano)
Via del Seminario, 76
00187 - Roma
Illustrissimo Presidente,
in questi giorni, stiamo assistendo ad una “discussione” sulla Rai che ha i deplorevoli toni del dibattito politico.
Il rammarico è che le questioni poste dalle Organizzazioni Sindacali appaiono, anche dalle dichiarazioni dei Consiglieri di Minoranza alle agenzie di stampa, come figlie di un furore corporativo e auto conservativo.
La cosa che più ci preme è quindi riportare la discussione sui veri temi che affliggono, dal nostro punto di vista, la Rai.
Noi, qualche mese fa, in audizione alla Commissione da Lei presieduta, abbiamo espresso, anche attraverso documentazione consegnata nell’occasione, le nostre osservazioni sullo stato della Rai, evidenziando la difficile situazione economica, gestionale, organizzativa, tecnica con cui ogni giorno i lavoratori si trovano a lottare per realizzare un prodotto di qualità, degno del Servizio Pubblico Radio Televisivo.
Le dichiarazioni del Direttore Generale del 25 ottobre, relative al taglio di sprechi, tra cui: “il turn-over dei lavoratori e i salari alti”, ci feriscono ulteriormente.
È in corso, a nostro avviso, un processo di disinformazione che tende a nascondere la reale portata delle operazioni già effettuate in Rai negli ultimi mesi. Si è infatti già provveduto alla riduzione di provvedimenti gestionali e incentivazioni, alla compressione del budget delle reti per l’acquisto di prodotti televisivi, a tagli su investimenti per l’innovazione tecnologica, a tagli attraverso la revisione gestionale del lavoro, che hanno inciso pesantemente sui lavoratori e sulla capacità produttiva e ideativa dell’azienda.




mercoledì 3 novembre 2010

Comunicato Rai Way

In relazione all’apertura delle procedure di raffreddamento e di conciliazione, contro l’impianto del Piano Industriale, comunicate alla Rai, SLC CGIL, UILCOM-UIL, UGL Telecomunicazioni, SNATER , LIBERSIND Confsal, si rendono indisponibili a proseguire, in questa fase, la discussione sulla struttura organizzativa e gestionale con la Direzione di RAI WAY.

Questa scelta è finalizzata tra l’altro ad evitare, attraverso il processo di riorganizzazione gestionale in discussione, una eventuale agevolazione della “cessione ad un operatore di mercato degli asset e della gestione delle componenti passive delle torri di trasmissione,…” così come previsto nel Piano Industriale.

Le scriventi OO.SS, prima di proseguire il confronto in Rai Way, reputano indispensabile ed indifferibile acquisire una risposta chiara che smentisca definitivamente il rischio di cessione di asset aziendali così come espresso nel Piano Industriale.
Le linee guida del Piano Industriale sviluppate dal D.G. Masi e condivise dall’intero C.d.A. ridisegnano la struttura dell’intero gruppo RAI, producendo un ridimensionamento pesante della sua operatività.
Nel tentativo di risolvere i gravi problemi economici del gruppo, frutto di volubili gestioni passate e presenti che travalicano i confini aziendali, erroneamente si mette in atto il sacrificio di un asset altamente strategico, unico e prezioso come RAI WAY: ciò solo per consentire all’attuale management di fare cassa!

Le OO.SS. respingono l’idea, figlia del Piano Industriale, che “RAI WAY svolga un’attività No Core” per la Rai. Essa, infatti, per sua natura è parte integrante del Gruppo e come tale ha dimostrato di poter contribuire a migliorare la condizione economica in cui versa la Concessionaria del Servizio Pubblico, oltre che a fornire un servizio altamente tecnologico e concorrenziale sul mercato. Ampi sono gli spazi per l’aumento della sua capacita di business (WIMAX, ospitalità, TDMB cc.) e pertanto può e dovrà essere il volano per la ripresa economica della capogruppo.
A tal fine va aggiunto che RaiWay, attraverso una enorme disponibilità dei propri dipendenti, ha ridotto fortemente i costi esterni e gli appalti, dimostrando che si può aumentare in efficienza e conseguire utili senza cedere un patrimonio. In questo processo Le OO.SS hanno contribuito al raggiungimento di tali risultati, economici e gestionali, grazie a corrette e lungimiranti relazioni industriali: il tutto ad ulteriore dimostrazione del senso di responsabilità del sindacato, e della possibilità di trovare soluzioni condivise che non riducano il perimetro aziendale esponendo i lavoratori a processi di esternalizzazione e/o licenziamento.

Le scriventi OO.SS ribadiscono che la prospettata “ cessione” non è altro che una operazione finanziaria che metterebbe, dal giorno dopo, la Rai in una posizione di sudditanza nei confronti di operatori di mercato con un aggravio di costi di gestione a carico della Capogruppo e del servizio pubblico a totale ed unico vantaggio per il privato, che gestendo direttamente l’asset potrà controllare la cessione di capacità trasmissiva del servizio pubblico traendo conseguenti benefici economici.
Resta il profondo sconcerto nel leggere su vari articoli di stampa (non smentiti dalle parole del D.G.), il valore irrisorio, se paragonato alle infrastrutture e alle capacità industriali, di 300 Milioni di Euro attribuito ad una azienda che, con il passaggio delle trasmissioni al digitale, ha dimostrato senza ombra di dubbio di essere leader nella distribuzione e diffusione del segnale con nuove tecnologie e punto di forza del sistema delle telecomunicazioni nel nostro Paese.
Lo sconcerto aumenta per l’assoluta mancanza di trasparenza nelle scelte aziendali: basta infatti ricordare che nell’anno 2001, per l’acquisto (tentato e opportunamente bloccato) solo del 49% della società, Crown Castle offrì 400 Milioni di Euro, mentre oggi tale operazione concorrerebbe, insieme a esternalizzazioni e taglio dei salari, al raggiungimento del risanamento del bilancio RAI al 2012.

A quanto detto si aggiunge la mancanza di ogni garanzia per i lavoratori di RAI WAY (“ cessione… della gestione di componenti passive …”) che determina una incognita altrettanto inaccettabile per centinaia di posti di lavoro ad alto contenuto professionale e tecnico.

Oggi più che mai è prioritario chiarire le intenzioni dall’attuale vertice della Capogruppo che non può nascondersi dietro frasi e parole ambigue come quelle contenute nel piano industriale.
Solo dopo i dovuti chiarimenti sarà possibile riprendere il confronto già avviato sui temi organizzativi.
Infine, le scriventi OO.SS, reputano sbagliate, in questa fase, scelte che non obblighino l’azienda a risposte chiare e definitive sul futuro di Rai e Rai Way, aprendo al rischio di una frantumazione sindacale e ad un inadeguata risposta dei lavoratori a cessioni, esternalizzazioni ed esuberi.

Roma, 2 novembre 2010

SLC CGIL UILCOM UIL UGL TELECOMUNICAZIONI SNATER LIBERSIND-CONFSAL


Leggi Informa..TD



In questo numero:
  • Una clausola pericolosa nel collegato al lavoro approvato in via definitiva
  • La CGIL invita il ministro Sacconi a rivedere la norma
  • Pensione o non pensione? I precari ne chiedono il conto
  • La pensione complementare: una scelta o una necessità?


martedì 2 novembre 2010

Richiesta convocazione (2.11.2010)

Roma, 2 novembre 2010
Al Presidente della Commissione
Parlamentare di Vigilanza sulla RAI
Sen. Sergio Zavoli
Palazzo S. Macuto (II piano)
Via del Seminario, 76
00187 - Roma


Illustrissimo Presidente,
le scriventi OO.SS. appreso della convocazione per una audizione del CdA RAI, presso la Commissione di Vigilanza Parlamentare per un atto di indirizzo sui seguenti temi:
- Pluralismo ed informazione;
- Etica aziendale;
- Gestione risorse umane ed economiche;
chiedono di essere convocate preventivamente al fine di contribuire e fare chiarezza sulla reale situazione RAI.
Le stesse puntualizzano, inoltre, che a breve invieranno una lettera per meglio argomentare la loro posizione.
Distinti saluti.

SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL UILCOM-UIL UGL-Telecomunicazioni SNATER LIBERSIND-ConfSal


venerdì 29 ottobre 2010

Comunicato Rsu e Snater Dir. Prod. Rm (28.10.2010)

COMUNICATO

La RSU e lo SNATER della Dir. Prod. di Roma sono stupiti dall’esplicitazione dei contenuti inerenti i provvedimenti di risanamento della Rai.
Nelle varie sedi di discussione l’azienda ha sbandierato come risolutori provvedimenti che sembrano essere in contraddizione con il reale “risanamento”.

a) Riduzione del 20% degli appalti.
Tale dato richiede un approfondimento circostanziato, sulla valenza incisiva reale, perché se già realizzata, a questa RSU non è arrivato nessun segno tangibile al riguardo. Se riguarda un piano ancora da eseguire allora è d’obbligo un necessario un approfondimento.
o Il 20% è riferito al valore economico, alla quantità o al volume degli appalti? Se la riduzione riguarderà attività importanti di progetti editoriali (quali format) realizzate all’esterno il cui costo incida da solo a ottenere il taglio del 20%, o alla riduzione di piccole attività o servizi non strategici per professionalità richieste o per i mezzi di produzione.
Quindi si vuole ridurre il ricorso ai “format” è conseguentemente reinternalizzare l’ideazione o si vuole continuare sulla strada del prodotto chiavi in mano?
Le esternalizzazioni o cessioni non sono forse attività che successivamente dovranno essere appaltate? Si annunciano tagli agli appalti e poi si intravedano mega appalti per realizzare le esternalizzazioni !
Fino ad ora l’Azienda ha operato su questo capitolo con azioni poco coordinate, incidendo principalmente sugli appalti di servizio con la politica del ribasso, oppure spostando i centri di spesa in modo da toglierli dal controllo sindacale

b) Aumento della produttività.
L’aumento della produttività è tangibile, i canali del digitale terrestre sono reali. Purtroppo scarseggiano gli investimenti in tecnologia e manca una strategia editoriale che dia certezze alla produzione.
o L’innovazione tecnologica e la formazione sono strategiche per migliorare e rendere efficiente i processi produttivi.
Attualmente, nonostante i nostri numerosi richiami, molti impianti, compresi quelli per alimentare i nuovi canali DTT, sono equipaggiati con mezzi obsoleti che solo grazie all’impegno di chi vi opera continuano a garantire il servizio.
o Il continuo impegno di risorse e di lavoratori su programmi che poi vengono cancellati dalla programmazione o spostati nella messa in onda, provocano un aumento sostanziale dei costi di produzione e un irresponsabile mal utilizzo dei lavoratori e degli impianti (vedi l’odissea sul Teatro delle Vittorie sostanzialmente fermo).
o Inoltre la dichiarazione aziendale di cospicui investimenti per i nuovi canali dgt, non trovano traccia nel CPTV di Roma, ne in mezzi tecnologici, e tantomeno in risorse umane,

c)Blocco del Turnover ( il reintegro di personale che và in pensione)
o Questa iniziativa è già attiva da molti anni, circa 15. Da quando sono state attivate le c.d. Incentivazioni. Attualmente, proprio per questa politica, alcuni settori considerati, secondo le stagioni, non strategici hanno avuto una riduzione anche del 50% di lavoratori addetti.
La carenza di alcune figure professionali accompagnata dall’aumento degli impegni produttivi e dall’assenza di investimenti in tecnologia ha messo in crisi intere linee produttive in cui si stanno creando forti contrasti tra le esigenze di esercizio e le legittime esigenze del lavoratore sancite anche dalla legge ( vedi riposi, nl, ferie e stacchi).

Solo analizzando questi capitoli si intravvede “ad essere buoni” una poco coerente e sana gestione aziendale. Se poi a tutto questo aggiungiamo le numerose nomine avvenute negli ultimi anni ci accorgiamo che le strategie messe in atto o quelle che si vogliono realizzare, conducono la Rai su un percorso di sostanziale ridimensionamento delle sue capacità produttive.

Roma 28.10.2010
RSU e SNATER Dir. Prod. Roma

Comunicato Rsu CPTV Napoli (28.10.2010)


INTERROTTO IL DIALOGO

Il 25 Ottobre u.s. Le OO.SS. hanno incontrato l'Azienda per confrontarsi sui contenuti delle linee guida del piano industriale.
Il D.G. Masi ha immediatamente sgombrato il campo da ogni possibile mediazione dichiarando di aver ricevuto dal C.d.A., totale ed incondizionato mandato per l’applicazione del piano industriale anche e soprattutto per quanto riferito ad esternalizzazioni, esuberi del personale e cessione di rami d’azienda.

Le OO.SS. hanno riaffermato l'inderogabile necessità di “un’inversione di rotta” e la rimozione dal tavolo del “macigno” delle esternalizzazioni e della riduzione degli attuali livelli occupazionali quale prerogativa necessaria per avviare un confronto capace di ricercare soluzioni condivise per affrontare la grave crisi economico-finanziaria che attanaglia la Rai.

Questa RSU, nel condividere totalmente la linea politica e sostenendo l’azione delle Segreterie Nazionali, impegnate nel difficile confronto con una controparte miope, è fermamente convinta che ogni strategia di risanamento non può essere ipotizzata scaricando il costo totale su quanti quotidianamente prestano la loro opera con alto senso di responsabilità e professionalità, altresì convinti che ogni strategia di ridimensionamento del perimetro industriale della più grande azienda culturale del Paese sarebbe un gravissimo colpo inferto alla tenuta democratica della nostra società.

Nessuno dei propri asset aziendali e/o degli attuali livelli occupazionali possono essere assolutamente negoziabili in un contesto aziendale torbido, costellato da sprechi di ogni sorta, falcidiato da appalti ultramilionari figli di un'allegra gestione.
Solo attraverso atti di responsabilità di tutte le realtà aziendali saranno possibili azioni correttive del disavanzo strutturale che può e deve essere riequilibrato nell’integrità dell’Azienda.

Napoli, 28 Ottobre 2010
RSU CPTV di NAPOLI

mercoledì 27 ottobre 2010

Comunicato Rsu Rai Milano (27.10.2010)



RAI: PROVE DI INTIMIDAZIONE NELLE ASSEMBLEE DEI LAVORATORI


Il “fatto criminoso” è successo a Roma in viale Mazzini sei mesi fa durante l’assemblea generale dei lavoratori. In questi giorni l’azienda ha provveduto a sanzionare la lavoratrice con un provvedimento disciplinare di 10 giorni, equivalente all’anticamera del licenziamento.
La lavoratrice sarebbe rea di aver fatto dichiarazioni lesive nei confronti di una dirigente RAI che, provenendo da Mediaset, sarebbe solita riferirsi a Fedele Confalonieri, Presidente di Mediaset, chiamandolo vezzosamente “zio”. Come riportato dagli articoli dei quotidiani l’esternazione nasce dal fatto che molto spesso in RAI l’occupazione di poltrone strategiche di tipologia dirigenziale avverrebbe con persone provenienti da realtà televisive in concorrenza con la televisione pubblica. Esprimere anche un pensiero nel quale si possa mettere in dubbio il fatto che “la RAI non sembri voler reagire alla concorrenza soprattutto di Mediaset” sembra peggio di una bestemmia.


Tutto questo in una assemblea sindacale.


Riteniamo il provvedimento disciplinare un puro atto intimidatorio nei confronti di tutti i lavoratori e lo respingiamo con tutte le forze. Nel contempo dichiariamo la totale solidarietà nei confronti della lavoratrice.

E adesso puniteci tutti


RAI: Ferraro (Slc Cgil), Rottura su piano industriale

“Dopo due giorni di confronto in azienda, nell’ambito dell’incontro con il Direttore generale della Rai Mauro Masi, le organizzazioni sindacali hanno preso atto che il CdA ha rigettato le richieste del sindacato di rimuovere dal piano industriale le esternalizzazioni di attività, gli esuberi del personale e le cessioni di asset aziendali, elementi che sgombrati dal tavolo avrebbero poi permesso alle parti di aprire un confronto per ricercare soluzioni condivise alla attuale crisi economica aziendale.” Così dichiara Riccardo Ferraro, segretario nazionale Slc/Cgil, al termine del confronto.

“La risposta da parte di Slc/Cguil, Uilcom/Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf.Sal a questo miope atteggiamento del vertice Rai è l’avvio di una fase di conflitto e di lotta a tutela dell’attuale perimetro aziendale e a salvaguardia dell’occupazione – prosegue il sindacalista. Ancora una volta, nonostante le ragionevoli richieste sindacali sul piano industriale, viene confermata la miopia politica sia del CdA che del Direttore Generale che invece di spendere in costose consulenze esterne, avrebbe potuto coinvolgere preventivamente i sindacati ed ascoltarne le ragioni.”

“Chiediamo al CdA della Rai un’immediata inversione di rotta in quanto giudichiamo il contenuto del piano industriale non ricevibile e non negoziabile, sapendo che solo un atto di responsabilità di tutte le realtà aziendali può realizzare la salvaguardia della Rai e dei suoi dipendenti.”

“In ultimo – conclude Ferraro - esprimiamo dispiacere e meraviglia per la posizione assunta dalla Cisl che ha condiviso con noi un percorso unitario e che la vede al termine prendere le distanze su una questione così rilevante. Valuteremo unitariamente alle altre sigle tutte le azioni per contrastare le misure dichiarate, a partire dall’avvio delle procedure di raffreddamento e conciliazione.”
Roma, 25 ottobre 2010


Comunicato Slc-Cgil, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf.sal (26.10.2010)


PIANO INDUSTRIALE: E' ROTTURA!

Il 25 ottobre 2010 le Segreterie Nazionali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf.sal, hanno incontrato il Direttore Generale della RAI Mauro Masi proseguendo l'incontro del 27 settembre sui temi del piano industriale.

Le OO.SS. hanno preso atto che il C.d.A. ha rigettato le richieste del Sindacato di rimuovere dal piano industriale il macigno delle esternalizzazioni di attività, degli esuberi del personale e delle cessioni di asset aziendali, elementi che sgombrati dal tavolo avrebbero poi permesso alle parti di aprire un confronto per ricercare soluzioni condivise alla attuale crisi economica aziendale.
La risposta da parte di Slc-Cgil, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf.sal a questo miope atteggiamento del vertice RAI è l'avvio di una fase di conflitto e di lotta a tutela dell'attuale perimetro occupazionale e aziendale.
II C.d.A., emanazione della politica che occupa la RAI, si è dimostrato miope alle richieste sindacali sul piano industriale di cui il Direttore Generale si era fatto carico dopo l'incontro del 27 settembre. Questo non esclude che se il Direttore Generale, prima di varare il piano industriale, avesse avuto il senso di responsabilità e l'umiltà di relazionarsi con il sindacato, anziché seguire le indicazioni di costose consulenze esterne, oggi non saremmo in questa deprecabile situazione.
Slc-Cgil, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf.sal chiedono al C.d.A. della RAI un'immediata inversione di rotta e giudicano quanto contenuto nel piano industriale non ricevibile e non negoziabile. Solo attraverso atti di responsabilità di tutte le realtà aziendali sono possibili azioni correttive dello sbilancio economico strutturale, senza
ricorrere a misure di esternalizzazioni ed esuberi di personale mantenendo altresì inalterato ilperimetro aziendale e produttivo.
A sostegno di quanto affermato le scriventi OO.SS. avviano le procedure di conciliazione e raffreddamento ai sensi della legge 146/90 e dell'accordo tra RAI e OO.SS. del 22/11/2001.

Slc-Cgil, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf.sal

Roma, 26/10/2010

martedì 26 ottobre 2010

Risoluzione del Parlamento europeo sulla proposta di revisione della Direttiva per il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti

25/10/2010
Con 390 voti a favore, 192 contrari e 59 astensioni il Parlamento europeo ha approvato il 20 ottobre u.s. le modifiche alla Direttiva Ue in materia di protezione della maternità, che rappresenta un’importante opportunità per promuovere misure volte al miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro per le lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento e le pari opportunità nel mercato del lavoro. La revisione della Direttiva 92/85 è stata una richiesta storica della CES e del movimento sindacale europeo. La Direttiva dovrà ora essere approvata in via definitiva dal Consiglio dei ministri dell’UE e la CES ha già richiesto alla Presidenza di turno dell’Unione europea (Belgio) di considerare la questione come priorità assoluta.

Il Parlamento europeo è andato oltre la proposta della Commissione che chiedeva l’estensione del congedo di maternità da 14 a 18 settimane, allungando il periodo fino a 20 settimane ma la remunerazione per le ultime 4 settimane varia a seconda delle legislazioni nazionali. Il voto del Parlamento pur estendendo il periodo del congedo, non ha previsto la sua remunerazione al 100% in tutti gli Stati membri. Ricordiamo che la CES nelle sua posizione in merito alla revisione della Direttiva aveva richiesto un congedo retribuito totalmente per almeno 18 settimane. Per quanto riguarda il congedo di paternità la risoluzione del Parlamento prevede l’introduzione del congedo obbligatorio di due settimane interamente retribuite. Nonostante l’Italia abbia già una legislazione tra le più favorevoli in Europa la novità per il nostro Paese è rappresentata dall’introduzione del congedo di paternità obbligatorio che potrebbe rappresentare un primo piccolo passo verso una più equa ripartizione delle responsabilità tra i due genitori. Attualmente infatti, il congedo parentale per i padri oltre ad essere scarsamente utilizzato è coperto solo per il 30 % del salario.

La risoluzione vieta inoltre il licenziamento delle donne dall’inizio della gravidanza fino ad almeno il sesto mese dopo la fine del congedo di maternità. Deve essere poi garantito il proprio posto di lavoro o un impiego equivalente, la stessa retribuzione, categoria professionale e responsabilità precedente alla maternità.

Lo scoglio da superare è il Consiglio dei ministri dell’UE perché alcuni Paesi europei (tra i quali la Germania e la Gran Bretagna) considerano queste norme troppo onerose e le imprese europee si sono già dichiarate contrarie sostenendo che in futuro sarà più difficile assumere le donne.

lunedì 25 ottobre 2010

Comunicato Rsu Rai - Area di Staff Roma DG





COLPIRNE UNO PER EDUCARNE MILLE!

È esattamente quello che sta accadendo qui, da noi, in RAI, in viale Mazzini, nella più grande Azienda culturale del Paese. Sembra incredibile ma è così.

Cosa è accaduto:
una nostra collega, durante la seconda delle assemblee svoltesi nella primavera scorsa – (si, nella primavera scorsa, hanno aspettato ben cinque mesi per prendere questa decisione) – ve la ricordate quella con la passeggiata finale per i piani? Eravamo tanti, cinque-seicento, IN ASSEMBLEA - LUOGO SINDACALE DEPUTATO AD ESPRIMERE LE OPINIONI DEI SINGOLI LAVORATORI -
Federica fece il suo intervento come tanti altri di noi. Un intervento acceso e strutturato, nel quale citava fatti e situazioni, tutti veri, senza offendere nessuno.
Forse quelle assemblee così partecipate e quelle passeggiate per i piani hanno dato molto ma molto fastidio ai vertici aziendali.
Dopo un mese, accadde l’incredibile: contestazione disciplinare per avere fatto un intervento in assemblea! La domanda sorge davvero spontanea: come e’ stato rilevato quanto è stato detto?
In assemblea si registra? Si verbalizza ? Oppure vale riferire, riportare, spiare ?
Subito dopo furono raccolte circa 400 firme di colleghi che dimostravano solidarietà a Federica, diverse sigle sindacali uscirono con comunicati che condannavano questa palese violazione dei diritti del lavoratore.
Oggi, a cinque mesi di distanza, quando ormai sembrava tutto esaurito, l’Azienda ha un sussulto di memoria e trasmette a Federica la sanzione.

Il sindacato continuerà a dare tutto l’appoggio e il supporto necessario per difenderla in ogni sede.


Questo episodio attacca il principio della libertà sindacale, il diritto del lavoratore di partecipare attivamente alla vita dell’Azienda, fa sentire tutti noi minacciati, controllati, spiati, sotto tiro, indifesi, ricattati.
E allora:

COLPIRNE UNO PER EDUCARNE MILLE
oppure
COLPIRNE UNO PER FARNE ARRABBIARE MILLE

SOLIDARIETÀ A FEDERICA