SLC CGIL Nazionale

lunedì 6 dicembre 2010

Odg dell'Assemblea del 1.12.2010 a Torino



La grave situazione aziendale che stiamo vivendo dal punto di vista economico e finanziario, deve trovare soluzioni efficaci in tempi brevi, per garantire quel ruolo mai esautorato di Servizio Pubblico che richiede un rilancio di RAI e, conseguentemente, dei suoi livelli occupazionali.

È importante che tutti i lavoratori della RAI si rendano protagonisti, attraverso le loro Associazioni Sindacali, dei necessari cambiamenti che dovranno essere effettuati in Azienda.

È opportuno rimarcare quelle che reputiamo essere priorità irrinunciabili:

- Il perimetro Aziendale non può essere modificato da questo od altro piano industriale che contempli la cessione di rami di Azienda o di fondamentali “Asset” aziendali.
- La Rai è una e indivisibile; al suo prodotto contribuiscono, ognuno per la propria quota parte, tutti i settori aziendali.

Pertanto, come lavoratori di Torino, di Via Cernaia e Corso Giambone, delle squadre esterne di ripresa, del reparto trucco e parrucco, non accetteremo di essere considerati settori “no core” e quindi sacrificabili, anzi! I loro costi vanno detratti dagli ipotizzati benefici; ma c’è comunque una questione di ben più elevato tenore: questa Azienda deve guardare soprattutto al ben più alto compito, richiesto dal Contratto di Servizio, della crescita armonica, allargata e pluralista della cultura del Paese.

Le esternalizzazioni, in questo contesto, rappresenterebbero l’ultimo atto della negazione del ruolo di RAI come Azienda di produzione culturale che parla a tutti, compresi coloro che si affacciano per la prima volta al nostro Paese ed alla sua cultura.

Rispettare il ruolo della RAI significa ricercare una ripresa attraverso la valorizzazione dell’Azienda su tutto il territorio nazionale. A Torino in particolare non si può prescindere dal considerare necessario il rilancio delle attività, con tutte le vocazioni di servizio e produttive.

Il Centro di Produzione TV e Radiofonia, la cui arretratezza tecnologica rischia ormai di diventare il pretesto per giustificare mancate commesse, deve tornare a saturare le sue possibilità produttive continuando ad impiegare tutte le risorse presenti sul territorio che negli anni hanno maturato competenze e professionalità, definendo chiaramente il ruolo del CPTO nelle nuove Reti per Ragazzi e mantenendo l’attività anche per le reti generaliste.

L’attività dell’Orchestra Sinfonica va difesa e rilanciata come bene culturale prezioso per l’Azienda e per il Paese, valorizzata attraverso un’adeguata programmazione televisiva ben diversa dal vergognoso palinsesto di Rai5 che la vede relegata all’alba della domenica mattina.

Va rilanciato il Centro Ricerche le cui innovazioni tecnologiche hanno migliorato e fatto evolvere la televisione (basti pensare al televideo, al digitale terrestre e alla televisione in 3D) mentre ormai da tempo si trova in una situazione di degrado finanziario ed immobiliare.

Vanno rilanciati e valorizzati i centri direzionali di via Cernaia che hanno eccellenze nell’ambito amministrativo, informatico, tecnologico e degli abbonamenti, che rischiano, aldilà delle esternalizzazioni, un degrado prodotto da una poco oculata gestione finanziaria ed immobiliare.

Per questo tutti i lavoratori della RAI di Torino, riuniti nell’assemblea del 1 dicembre 2010, chiedono l’immediato ritiro delle proposte di esternalizzazione contenute nel piano industriale e impegnano tutte le organizzazioni sindacali a riaprire una vertenza per il rilancio delle attività della RAI di Torino.


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