SLC CGIL Nazionale

martedì 31 marzo 2009



ELEZIONI CRAIPI


Trasparenza Rinnovamento Democrazia
Il 6 e 7 aprile si svolgeranno le elezioni della Craipi.
Noi ti chiediamo di votare la Slc Cgil.

1) TRASPARENZA
• Vogliamo rilanciare la partecipazione dei lavoratori.
• Vogliamo una gestione trasparente.
• Vogliamo che, come per altri fondi, sia possibile conoscere mensilmente l’andamento del proprio investimento.
• Vogliamo che le delibere dell’Assemblea e del Cda siano accessibili a tutti gli iscritti.
• Vogliamo che Craipi predisponga – anche via telefono e/o internet - un efficace servizio di assistenza ai lavoratori iscritti.
• Vogliamo l’estensione delle prerogative dei delegati dell’Assemblea.
• Vogliamo che sia chiaro chi fa cosa, chi sono coloro che scelgono gli investimenti e in cosa si investe.

2) RINNOVAMENTO
Proponiamo nomi nuovi per gli incarichi negli organismi del fondo:
• CDA
• ASSEMBLEA DEI DELEGATI
• COLLEGIO DEI REVISORI
Abbiamo candidato e presenteremo molte donne, giovani, persone che versano il proprio Tfr nel Fondo. Abbiamo aperto le nostre liste a lavoratori indipendenti, non iscritti alla CGIL, che in questi mesi hanno denunciato lacune nella gestione del fondo e hanno promosso iniziative nella direzione della trasparenza delle informazioni, della prudenza nella gestione delle risorse finanziarie, del rispetto delle regole.
In questi mesi, con la nostra azione abbiamo determinato la possibilità di voto ai tempi determinati e reso realizzabile la consultazione ormai da anni rinviata. Abbiamo spinto tutti ad aprire una discussione sulla situazione del Crapi, indirizzando una lettera alla Rai per un’analisi del preoccupante andamento del Fondo.

3) RIFORMARE
Va definita una chiara politica previdenziale (analisi delle esigenze previdenziali degli iscritti, rendimento atteso, rischio tollerato, ….) e adottata una politica prudenziale nelle scelte d’investimento.
Le scelte d’investimento dovranno essere delegate a soggetti qualificati che, nel rispetto delle norme di legge e delle indicazioni della Covip, rispondano del proprio operato ai lavoratori.
La Rai non dovrà più versare il TFR al Fondo in modo posticipato, una volta l’anno, senza rivalutazione. Gli investimenti vanno gestiti in funzione delle tipologie degli iscritti e delle loro scelte (consapevoli). Partendo da una costituzionale avversione al rischio che il fondo deve perseguire.
Il Fondo si deve dotare di liquidità in misura idonea per far fronte ai pensionamenti e alle richieste di anticipo. Non è possibile che per fare queste operazioni si smobilitino investimenti a lungo termine che producono perdite per tutti.

UNA SCELTA COERENTE

4) SINDACATO
In queste settimane, mentre il paese è investito da una crisi violentissima, Cisl,
Uil e Ugl hanno sottoscritto un Accordo col Governo di modifica del Modello Contrattuale senza la CGIL.
Modello che cambia radicalmente il sindacato, trasformandolo in associazione che fornisce servizi, esautorando la conflittualità. Questo è per noi inaccettabile
Vorremmo che le lavoratrici ed i lavoratori scegliessero consapevolmente il Nuovo Modello Contrattuale, impegno che noi ci stiamo assumendo.
Noi vi chiediamo di votarci anche per sostenere la nostra posizione:
• NO al contratto triennale (si produce una ulteriore dispersione di salario).
• NO ad una riforma del diritto di sciopero dei pubblici servizi che rischia di
annullare la forza rivendicativa dei lavoratori (sciopero virtuale: a voi tolgono lo stipendio però si lavora!!!).
• NO ad un indice del recupero inflazionistico che non tiene conto dei costi energetici che le famiglie sostengono.
• NO ad un ridimensionamento del Contratto Nazionale che può essere derogato da accordi territoriali peggiorativi.
• NO ad un sindacato che si priva del conflitto in cambio di una partecipazione ad un ente bilaterale che gli consenta di gestire le assunzioni ed il denaro dei lavoratori.
• NO alla “riforma” delle pensioni che oltretutto penalizza ancora una volta le donne e i giovani.
• SI ad una tassazione straordinaria dei redditi molto alti.
• SI all’aumento e all’estensione degli ammortizzatori sociali (anche ai precari).
• SI ad un rafforzamento della contrattazione nazionale e di secondo livello.
• SI ad una riduzione delle imposte per le fasce più deboli.

5) DEMOCRAZIA
Noi vogliamo consentire ai lavoratori di decidere.
Per questo stiamo organizzando ASSEMBLEE e REFERENDUM consultivi in tutti i luoghi di lavoro. Quando andrai a votare, non scegliere chi considera la PARTECIPAZIONE come un onere e non come un tuo diritto inalienabile. Cisl, Uil e Ugl hanno deciso per te il nuovo modello contrattuale e la limitazione del diritto di sciopero, non hanno accettato di organizzare una consultazione democratica con noi.

La Cgil ha sempre preteso la validazione degli accordi e delle piattaforme.

se vuoi essere padrone del tuo futuro
se “pretendi” di decidere democraticamente
vota la Slc Cgil
sostieni la Cgil


.

INDICATORI DI PERFORMANCE

CRAIPI non pubblica, in modo adeguatamente chiaro e strutturato:
  • indici di performance (rendimenti complessivi e per tipologia di investimento, indici patrimoniali e finanziari, …);
  • tabelle di comparazione con i principali parametri di mercato (cd. benchmarks);
  • tabelle di ripartizione degli investimenti per Gruppo finanziario emittente.
Nella presente sezione del sito riportiamo, a partire dal 2000 (primo anno di cui si dispone dei bilanci), i seguenti dati finanziari elaborati in base alle informazioni ufficiali diffuse dalla CRAIPI (es. Bilanci annuali) e da altre fonti istituzionali (es. COVIP):
  • Il rendimento della gestione finanziaria, comparato con i principali indicatori di mercato.
  • I risultati assoluti della gestione finanziaria per tipologia di prodotto e una stima del relativo rendimento.
  • La ripartizione delle risorse finanziarie per tipologia di prodotto finanziario.
  • La ripartizione degli investimenti per Gruppo Finanziario emittente.








DOCUMENTO SLC-CGIL su RAIWAY (25.03.09)

RAIWAY e le lavoratrici ed i lavoratori che vi lavorano, sono risorsa fondamentale per il gruppo RAI e per il paese intero.
E’ essenziale perché consente alla capogruppo di continuare a sviluppare tecnologie ed a gestire i propri asset; è strategica perché le reti nel nostro paese, siano esse di comunicazione (analogiche o digitali), ferroviarie o aeree, sono lo strumento che mette in relazione i cittadini nel nostro paese.
Un servizio, se vuole definirsi pubblico, deve porre grande attenzione a questo settore, soprattutto se si tratta di un campo in forte evoluzione come quello delle TLC.
RAIWAY si è dimostrata dinamica, ricca di risorse e professionalità, come ha dimostrato l’esperienza della digitalizzazione in Sardegna, positiva quanto impegnativa. Nei prossimi mesi si affronterà la digitalizzazione dell’intero paese e l’impegno sarà ancor più rilevante; per questo riteniamo che l’azienda debba investire da subito in risorse umane, costruendo e formando professionalità per il futuro, da inserire stabilmente negli organici dell’Azienda.
Tali risorse potranno anche costituire bacino di reperimento di personale per colmare quelle incongruenze, retaggio di vecchi accordi locali, che in talune circostanze hanno trasformato la reperibilità in istituto di copertura di turni e posti di lavoro.
Professionalità, versatilità e fantasia dei lavoratori sono risorse irrinunciabili per questa azienda.
Attraverso comportamenti virtuosi di internalizzazione delle attività, come per i nuovi collegamenti in tecnologia COFDM per “Buongiorno regione” ed il laboratorio specializzato per il riutilizzo degli apparati analogici dismessi dalle zone digitalizzate, si dovrà tendere alla valorizzazione delle risorse interne ed al recupero di altre figure professionali oramai disperse nel corso degli anni (elettricisti per la realizzazione e certificazione degli impianti, geometri per incarichi di natura urbanistica-progettuale ecc.).
La SLC-CGIL, ritiene che l’ottimizzazione dei processi lavorativi ed il rientro di appalti esterni, consentirà un recupero di costi che potranno generare nuova linfa in RAI WAY, sia in termini di occupazione, sia di valorizzazione dei propri lavoratori elementi questi basilari per un’azienda dinamica cardine nel gruppo RAI, presupposto e garanzia per un servizio pubblico, essenziale per il mantenimento dei principi democratici e la formazione culturale del nostro paese.
Roma, 25 marzo 2009
Coordinamento Rsu Slc Cgil Rai Way
Segreteria Nazionale Slc Cgil




lunedì 30 marzo 2009





il 6 e 7 aprile si vota per Craipi

scegli la discontinuità, il rinnovamento

e la trasparenza,


vota Slc Cgil






giovedì 26 marzo 2009

mercoledì 25 marzo 2009

Verso il 4 aprile

"Siamo nella fase più acuta della crisi, ma il peggio deve venire, almeno per quanto riguarda la perdita di posti di lavoro. La situazione è molto difficile e si doveva affrontare con misure forti. Ma il governo Berlusconi non lo ha fatto"

... È questa l’analisi impietosa del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani in vista della manifestazione nazionale del 4 aprile a Roma. E la conferma di questa analisi ci arriva da tutte le principali fonti economiche: dall’Istat, al Comitato per l’occupazione e la protezione sociale del Consiglio europeo, che parla di una “recessione senza precedenti che potrebbe causare altri sei milioni di disoccupati entro il 2010”. Le conseguenze per le famiglie e i lavoratori potrebbero essere dunque sempre più pesanti.
Nelle precedenti stime della Unione europea si era parlato di una possibile perdita di 3 milioni e mezzo di posti di lavoro. Con le stime successive le previsioni sono vistosamente peggiorate. Si raddoppia il numero di disoccupati previsti. Nel frattempo, in Italia, l’Istat ha registrato negli ultimi mesi una vera e propria esplosione della cassa integrazione. Solo per il settore metalmeccanico, nel mese di febbraio, la cassa integrazione ordinaria è cresciuta del 1.048 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta di 23 milioni di ore di cassa integrazione nel solo mese di febbraio, con un incremento del 430% rispetto allo stesso mede dell’anno precedente. Il sistema economico appare bloccato: nel terzo trimestre del 2008 il Pil (Prodotto interno lordo) è diminuito dello 0,5 per cento rispetto al trimestre precedente e dello 0,9 per cento rispetto al terzo trimestre del 2007, come ci segnala l’Istat. Le previsioni sembrano confermare la tendenza. Ce ne hanno dato notizia la Banca d’Italia e lo stesso Istat, che scorporando le varie voci che compongono il Pil ha reso con chiarezza la fotografia della situazione: diminuiscono le esportazioni, diminuiscono gli investimenti, (il calo è del 3,5 per cento), diminuisce il deflettore del Pil. In una situazione così drammatica il governo Berlusconi si mostra incapace di una vera politica di contrasto alla crisi.

La Cgil – che non ha firmato l’accordo separato del 22 gennaio perché oltre ad essere sbagliato politicamente, è il contrario di quello che servirebbe in questo momento dal punto di vista economico – critica l’assoluta mancanza di una politica industriale e propone di mettere in campo politiche realmente “anticicliche”. Si tratta di dare un sostegno concreto agli investimenti, all’innovazione, ai progetti di qualità delle produzioni e dei processi produttivi. E sostenere la ricerca.

Sostegno ai redditi. Chi lo ha visto? Uno dei punti su cui si è più dibattuto in questi ultimi mesi riguarda la necessità di sostenere i redditi da lavoro per far ripartire i consumi e quindi per far ripartire il sistema economico nel suo complesso. Molte sono le interpretazioni economiche. Ma su un punto convergono tutte: in una situazione di crisi economica come quella attuale, è necessario sostenere i salari, gli stipendi e le pensioni. Eppure, nonostante le evidenze e le ricette degli economisti, il governo Berlusconi si mostra sordo a qualsiasi richiesta di aumento effettivo dei salari nei settori pubblici e degli stipendi nei settori pubblici e privati. Aumenta nel frattempo il numero dei lavoratori e dei pensionati che non riescono ad arrivare alla fine del mese. E come se non bastasse, il governo che ha chiesto il consenso agli elettori per palazzo Chigi sulla base della promessa del taglio delle tasse, la pressione fiscale è in aumento. La cosa scandalosa che sta avvenendo riguarda sempre il sistema fiscale. Oltre all’aumento progressivo della pressione fiscale generale e locale, risulta anche in forte ripresa l’evasione fiscale. Le misure di sostegno al reddito governative – in questo quadro – appaiono assolutamente insufficienti. Sono inadeguate e molto al di sotto delle necessità, come dimostra il bonus per le famiglie, provvedimento una tantum pensato oltretutto con criteri che non danno alcuna garanzia alle famiglie numerose.

La Cgil ha avanzato una serie di proposte organiche sul fronte dei redditi. Dalla restituzione del fiscal-drag, all’aumento delle pensioni, insieme all’estensione della quattordicesima alle pensioni povere, oltre alla proposta sulla tassazione dei redditi oltre i 150 mila euro di cui parliamo a parte in queste pagine. Il governo ha invece risposto con la Social card e con la proposta di privatizzare i servizi pubblici, la sanità e l’assistenza. Per quanto riguarda tutte le altre proposte sugli ammortizzatori sociali, il governo si trincera dietro il problema del debito, mentre si scatenano le polemiche sulle proposte di scambio (riduzione delle pensioni in cambio di risorse per gli ammortizzatori sociali. Di Reddito minimo neppure l’ombra.

E la politica industriale? Solo il bluff delle centrali. Di fronte a una crisi di una portata paragonabile solo a quella del 1929, il governo Berlusconi tira fuori vecchie e stantie ricette. Alcune assolutamente inutili, altre perfino pericolose, come per esempio quella sulle centrali nucleari (non si propone lo sviluppo della ricerca, ma l’istallazione di centrali vecchie e poco sicure) o quella più recente sulle abitazioni e l’abusivismo. Anche in questi campi (quello energetico e quello residenziale ed edilizio) il governo mostra di essere vecchio e antiquato. Oltre alle centrali nucleari si punta di nuovo tutto sul Ponte sullo stretto, senza affrontare neppure alla lontana la questione strategica delle infrastrutture diffuse. L’unica arma nelle mani di Berlusconi è l’invito alla furbizia, all’aggiramento della regola, all’abuso e quindi alla illegalità diffusa e accettata. Il piano di politica industriale italiano pone il nostro paese all’ultimi posti delle classifiche. Se ci fosse un rating sulla politica industriale e innovativa, l’Italia conquisterebbe sicuramente gli ultimi posti.

La Cgil chiede una svolta sostanziale. Con i documenti che sono stati alla base della convocazione della manifestazione del 4 aprile, la Cgil ha suggerito varie cose, tra cui l’apertura di un tavolo della chimica (dalla Sardegna al Veneto, dove sono in gioco varie chiusure di stabilimenti), l’avvio di un tavolo sulla moda e il Made in Italy, l’avvio di un grande processo di ristrutturazione degli edifici scolastici per la loro messa in sicurezza, l’avvio dei cantieri per le opere pubbliche che siano davvero utili. Per quanto riguarda l’industria metalmeccanico, la Cgil ritiene che si è fatto pochissimo finora soprattutto dal punto di vista della domanda. Molto si deve fare ancora dal punto di vista della conversione eco-compatibile dei prodotti.

Sostegno all’occupazione. La crisi finanziaria si è trasformata immediatamente in una crisi economica. Il segretario generale della Cgil, Epifani, è stato tra i primi a parlare di “valanga”. Il ministro dell’economia Tremonti, prima ha smentito il catastrofismo, poi è diventato più pessimista dello stesso segretario generale. Il premier Berlusconi ha farfugliato e dopo aver invitato i cittadini a comprarsi azioni di due grossi gruppi (atteggiamento mai visto da parte di un capo di governo), ha cominciato a minimizzare la crisi, spargendo a piene mani ottimismo fittizio e forzato. Ora anche il governo è costretto ad ammettere la drammaticità della crisi anche perché non è più possibile smentire le previsioni dell’Ocse, del Fondo monetario internazionale, della Banca d’Italia, della Bce (la Banca centrale europea) della Commissione europea e chi più ne ha ne metta. Il Fondo monetario vede sempre più nero all’orizzonte. La Cgil, oltre ad avanzare una serie di proposte dettagliate sul fronte dell’innovazione e sulla politica industriale, ha chiesto che si intervenisse subito sul fronte della difesa dell’occupazione e dei posti di lavoro. Oltre alle proposte sugli ammortizzatori sociali, sarebbe necessario anche l’aumento della cassa integrazione e la rivisitazione del tetto che riduce a 750 euro la retribuzione.

Il tema degli strumenti di sostegno al reddito e le politiche attive del lavoro dovrebbero trasformarsi in una politica organica. Si tratta di mettere in campo interventi che sono l’esatto opposto di quello che il governo Berlusconi sta praticando, con la solita impostazione punitiva nei confronti dei lavoratori che vengono utilizzati come capri espiatori di una politica fallimentare. L’esempio più lampante è sicuramente la campagna di Brunetta nel pubblico impiego, che sfrutta in modo becero i sentimenti più bassi dell’opinione pubblica. Analogo il segno dell’intervento del governo contro il diritto di sciopero.

Infine, anche sul terreno del Welfare, la Cgil chiede un vero e proprio ribaltamento dell’impostazione del governo. Invece di continuare a giocare sulla guerra tra poveri, è necessaria una vera innovazione che riesca ad includere nel sistema del Welfare anche tutte quelle fasce di popolazione che oggi sono escluse. A questi temi la Cgil dedicherà una importante iniziativa nei giorni successivi alla manifestazione nazionale del 4 aprile.

Fonte: http://www.rassegna.it




sabato 14 marzo 2009

LISTA SLC CGIL RAI PER CRAIPI



Berutti Giacomo

Torino

Bonanno Antonino

Palermo

Bracciale Rocco

Bologna

Calabria Giorgio

Milano

Caponi Emilio

Roma

Carusi Alessandro

Roma

Castelletti Riccardo

Roma

Ceccarelli Cinzia

Roma

Conti Roberta

Roma

D’Alò Patrizio

Pescara

De Simone Giovanni

Roma

Franceschini Mariarita

Roma

Gargiulo Mario

Napoli

Gatti Giulio

Trento

Giovannelli Barletta Fabio

Roma

Langone Rocco

Bari

Magnoni Piero

Trieste

Marcinò Manlio

Bolzano

Masiero Renato

Venezia

Mauri Pietro

Milano

Merlo Maurizio

Roma

Palermo Salvatore

Napoli

Parenti Giovanni

Roma

Pelusio Teresa

Roma

Repoli Luigi

Roma

Sciulli Claudio

Aosta

Serani Beatrice

Roma

Sorrentino Antonio

Ancona

Tofani Fabio

Roma

Tofi Claudio

Perugia

Torrebruno Loredana

Roma

Tortorici Roberto

Firenze

Trionfi Alberto

Roma

Zapponi Katia

Torino

Zorzan Mauro

Milano




venerdì 13 marzo 2009

LISTA SLC CGIL RAI WAY CRAIPI

Coccioni Sandro

Centro Italia – Bologna

Morao Terenzio

Nord Italia – Venezia

Zagari Cosmo

Sud Italia – Cosenza



giovedì 12 marzo 2009

Roma 4 Aprile 2009: manifestazione nazionale



CONTRASTARE LA CRISI, PROGETTARE IL FUTURO

Il mondo è attraversato da una crisi drammatica
Tutti i governi si mobilitano
Il governo italiano pensa ad altro!

Un Governo che non decide è un Governo che vuole scaricare i costi della crisi su lavoratori e lavoratrici, su pensionati e pensionate, sui giovani. È la risposta sbagliata. Nella crisi servono più tutele sociali, non meno.

Bisogna investire risorse per la politica industriale

La CGIL chiede che tutte le misure prevedano esplicitamente vincoli di difesa dell'occupazione e impegni a non spostare all'estero produzioni e stabilimenti

Difendere il lavoro

La cassa integrazione si prolungherà nel tempo ed aumenterà: chiediamo che venga aumentato da subito il tetto che riduce a 750 € la retribuzione netta mensile: una cifra troppo bassa che non consente di vivere

Difendere i salari, stipendi, pensioni

Un numero enorme di lavoratori e pensionati non riesce ad arrivare alla fine del mese. Abbiamo chiesto detrazioni sul lavoro dipendente, la restituzione del fiscal-drag, di aumentare le pensioni e di estendere la quattordicesima alle pensioni povere. Il Governo ha risposto con la social-card e propone di privatizzare i servizi pubblici, la sanità, l'assistenza.


Con l'accordo separato si sceglie la divisione contro la contrattazione
Ma tutto ciò non fermerà l'azione della CGIL


Partecipa alle assemblee che la CGIL promuove per illustrare i contenuti dell' Accordo separato e per far conoscere le proprie proposte per affrontare la grave crisi che attraversa il Paese

Partecipa alla consultazione promossa dalla CGIL e con il voto fai conoscere il tuo giudizio sull'Accordo separato

Partecipa il 4 Aprile alla grande
Manifestazione Nazionale a Roma


domenica 8 marzo 2009

Ambientalisti sul piede di guerra "Torna la speculazione anni '60"


ROMA - La più dura è Legambiente, che in una nota scomoda addirittura il classico Mani sulla città di Francesco Rosi: "Sembra di tornare alla situazione descritta in quel film, al tempo in cui in barba a qualsiasi norma, Piano o Regolamento edilizio, negli anni '60 in Italia, speculatori senza scrupoli hanno potuto ampliare, demolire, ricostruire edifici brutti e insicuri". Secondo l'organizzazione di difesa dell'ambiente, "sono pagine di storia del nostro Paese che hanno fatto nascere edifici e periferie squallide, dove l'edilizia ha creato ricchezza solo per gli speculatori e case invivibili". Ha poi aggiunto Edoardo Zanchini, responsabile Urbanistica di Legambiente: "Pensare di premiare con il 20-30% di aumento di cubatura interventi che verrebbero realizzati in deroga a Piani urbanistici e regolamenti edilizi significa rendere più brutte e invivibili le città italiane e premiare gli speculatori".

Le preoccupazioni degli ambientalisti riecheggiano anche nel commento di Ermete Realacci, ora responsabile di queste tematiche per il Pd: "È indispensabile un forte rilancio dell'edilizia pubblica sia per l'uso abitativo che per quello scolastico. Ma le norme annunciate dal governo appaiono confuse e pericolose. La proposta di oggi sarebbe iniqua e devastante per l'equilibrio delle città, speriamo resti solo un annuncio come tanti altri".

Per Giovanna Melandri, responsabile Cultura del Pd, "l'Italia rischia di dare l'ultimo assalto alla propria bellezza e al proprio paesaggio, valori imprescindibili della nostra identità e del nostro futuro".

Fonte: http://repubblica.it

Crisi economica: assegno ai disoccupati, nel Lazio è legge

Mentre se ne discute a livello nazionale, la Regione Lazio gioca d’anticipo e vara la legge sul “Reddito minimo di cittadinanza”. Grazie al provvedimento approvato il 4 marzo scorso, infatti, i disoccupati, gli inoccupati e i precari che hanno un reddito inferiore a 8.000 euro annui riceveranno un sostegno di 530 euro al mese, oltre ad agevolazioni per servizi culturali e sportivi. “Siamo la prima grande regione italiana – ha detto il governatore Piero Marrazzo (centrosinistra) – che si dota di uno strumento fondamentale che non ha nulla a che fare con la vecchia logica assistenzialista. Portiamo un modello di tutela presente in tutti i paesi europei più avanzati: dalla Francia all’Austria, Belgio, Olanda fino ai Paesi scandinavi e anglosassoni”.

I REQUISITI La legge gode di una copertura finanziaria di 20 milioni di euro e dovrebbe interessare circa 20 mila persone per il 2009. Sarà poi compito della Giunta regionale individuare ogni anno i criteri che orienteranno la graduatoria di chi avrà diritto al reddito mensile. A usufruirne saranno in primo luogo le donne e i precari, che nel giro di qualche mese dovrebbero ricevere i primi assegni. Per ottenere i benefici si dovrà dimostrare di essere residenti nel Lazio da almeno 24 mesi al momento della presentazione della domanda, essere iscritti alle liste di collocamento dei Centri per l’impiego e avere un reddito personale imponibile non superiore a 8.000 euro.

L’OK DEI SINDACATI “È un importante passo avanti”, commentano Cgil, Cisl e Uil del Lazio: “Ora occorre che questa legge, fortemente voluta e sostenuta dal sindacato, venga tradotta in azione concreta con l’emanazione del regolamento attuativo, il cui iter chiediamo venga concluso in tempi rapidi”. I segretari regionali Claudio Di Berardino, Francesco Simeoni, Luigi Scardaone giudicano apprezzabile la scelta della Regione di assegnare ai Comuni un ruolo centrale nella attuazione della legge, “perché le amministrazioni comunali possono attivare un circuito virtuoso di solidarietà concreta nei confronti dei nuclei familiari più vulnerabili”. Il sindacato chiede poi che “parallelamente al reddito minimo garantito, la Regione rafforzi e implementi le politiche attive del lavoro, costruendo percorsi formativi e di riqualificazione professionale per disoccupati, inoccupati e precari che perdono il lavoro”. Per le tre sigle, infatti, il fine ultimo di ogni forma d’integrazione e sostegno al reddito “deve essere la prospettiva dell’inserimento lavorativo”.

Fonte: http://www.rassegna.it