SLC CGIL Nazionale

domenica 18 novembre 2001

.


...sempre più precari!

INFORMATIVA CGIL SUL COLLEGATO LAVORO




Martedì 9 novembre è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge n.183 (collegato lavoro), che opera una vera e propria controriforma del diritto e del processo del lavoro.
Gli effetti della legge entrano in vigore 15 giomi dopo la pubblicazione.
Gli aspetti più negativi per i lavoratori riguardano:

- Il nuovo Istituto della certificazione;

- l'Introduzione dell'arbitrato di equità, con clausole compromissorie per cui le controversie future saranno demandate ad "arbitri", ossia senza tener conto delle previsioni dileggi e contratti collettivi;

- la limitazione del ruolo del giudice del lavoro;

- Il nuovo regime delle decadenze in materia di licenziamento con un gravissimo danno ai lavoratori precari;

- Apprendistato a 15 anni di età.

Il testo approvato dopo sette passaggi parlamentari e un rinvio alle Camere del Presidente della Repubblica il 31 marzo scorso, si compone di 50 articoli e tratta materie molto diverse tra loro.

Dalla lotta al lavoro sommerso e irregolare che sarà più difficile contrastare da parte degli organi di vigilanza, all'ennesima proroga delle deleghe in materia di lavori usuranti, ammortizzatori sociali, servizi all'impiego, fino alla indecente norma che consente l'avviamento al lavoro in apprendistato a partire dal 15 annodi età.

Si tratta di un provvedimento che, pur nella sua "mostruosità giuridica", persegue l'obiettivo della cancellazione dei diritti dei lavoratori.

E' fallito (almeno per adesso) l'assalto all'art. 18 dello "Statuto del lavoratori", che prevede la reintegrazione nel posto di lavoro del lavoratore in caso di licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo, ed è stato per merito della denuncia della Cgil e di gran parte degli operatori del diritto del lavoro (giuslavoristi, avvocati, giudici del lavoro ecc.).

Tuttavia, il Governo sta proseguendo nella sua opera di demolizione dei diritti e delle tutele dei lavoratori, con lo stravolgimento del processo del lavoro, e lo smantellamento dei principi fondamentali del diritto del lavoro. Il Ministro del Lavoro non a caso ha presentato lo "Statuto del lavori", con l'obiettivo di smantellare i diritti sanciti dallo Statuto dei Lavoratori, completando in questo modo un disegno avviato nel 2003.

Come raggiungere questo scopo? Il primo passo è depotenziare Il diritto del lavoro nato in Italia sul presupposto di considerare il lavoratore come la parte debole del rapporto, e come tale meritevole di tutela, attraverso la legge e la contrattazione collettiva, rispetto all'altro contraente rappresentato dal datore di lavoro. Ora non sarà più così!