SLC CGIL Nazionale

mercoledì 3 novembre 2010

Comunicato Rai Way

In relazione all’apertura delle procedure di raffreddamento e di conciliazione, contro l’impianto del Piano Industriale, comunicate alla Rai, SLC CGIL, UILCOM-UIL, UGL Telecomunicazioni, SNATER , LIBERSIND Confsal, si rendono indisponibili a proseguire, in questa fase, la discussione sulla struttura organizzativa e gestionale con la Direzione di RAI WAY.

Questa scelta è finalizzata tra l’altro ad evitare, attraverso il processo di riorganizzazione gestionale in discussione, una eventuale agevolazione della “cessione ad un operatore di mercato degli asset e della gestione delle componenti passive delle torri di trasmissione,…” così come previsto nel Piano Industriale.

Le scriventi OO.SS, prima di proseguire il confronto in Rai Way, reputano indispensabile ed indifferibile acquisire una risposta chiara che smentisca definitivamente il rischio di cessione di asset aziendali così come espresso nel Piano Industriale.
Le linee guida del Piano Industriale sviluppate dal D.G. Masi e condivise dall’intero C.d.A. ridisegnano la struttura dell’intero gruppo RAI, producendo un ridimensionamento pesante della sua operatività.
Nel tentativo di risolvere i gravi problemi economici del gruppo, frutto di volubili gestioni passate e presenti che travalicano i confini aziendali, erroneamente si mette in atto il sacrificio di un asset altamente strategico, unico e prezioso come RAI WAY: ciò solo per consentire all’attuale management di fare cassa!

Le OO.SS. respingono l’idea, figlia del Piano Industriale, che “RAI WAY svolga un’attività No Core” per la Rai. Essa, infatti, per sua natura è parte integrante del Gruppo e come tale ha dimostrato di poter contribuire a migliorare la condizione economica in cui versa la Concessionaria del Servizio Pubblico, oltre che a fornire un servizio altamente tecnologico e concorrenziale sul mercato. Ampi sono gli spazi per l’aumento della sua capacita di business (WIMAX, ospitalità, TDMB cc.) e pertanto può e dovrà essere il volano per la ripresa economica della capogruppo.
A tal fine va aggiunto che RaiWay, attraverso una enorme disponibilità dei propri dipendenti, ha ridotto fortemente i costi esterni e gli appalti, dimostrando che si può aumentare in efficienza e conseguire utili senza cedere un patrimonio. In questo processo Le OO.SS hanno contribuito al raggiungimento di tali risultati, economici e gestionali, grazie a corrette e lungimiranti relazioni industriali: il tutto ad ulteriore dimostrazione del senso di responsabilità del sindacato, e della possibilità di trovare soluzioni condivise che non riducano il perimetro aziendale esponendo i lavoratori a processi di esternalizzazione e/o licenziamento.

Le scriventi OO.SS ribadiscono che la prospettata “ cessione” non è altro che una operazione finanziaria che metterebbe, dal giorno dopo, la Rai in una posizione di sudditanza nei confronti di operatori di mercato con un aggravio di costi di gestione a carico della Capogruppo e del servizio pubblico a totale ed unico vantaggio per il privato, che gestendo direttamente l’asset potrà controllare la cessione di capacità trasmissiva del servizio pubblico traendo conseguenti benefici economici.
Resta il profondo sconcerto nel leggere su vari articoli di stampa (non smentiti dalle parole del D.G.), il valore irrisorio, se paragonato alle infrastrutture e alle capacità industriali, di 300 Milioni di Euro attribuito ad una azienda che, con il passaggio delle trasmissioni al digitale, ha dimostrato senza ombra di dubbio di essere leader nella distribuzione e diffusione del segnale con nuove tecnologie e punto di forza del sistema delle telecomunicazioni nel nostro Paese.
Lo sconcerto aumenta per l’assoluta mancanza di trasparenza nelle scelte aziendali: basta infatti ricordare che nell’anno 2001, per l’acquisto (tentato e opportunamente bloccato) solo del 49% della società, Crown Castle offrì 400 Milioni di Euro, mentre oggi tale operazione concorrerebbe, insieme a esternalizzazioni e taglio dei salari, al raggiungimento del risanamento del bilancio RAI al 2012.

A quanto detto si aggiunge la mancanza di ogni garanzia per i lavoratori di RAI WAY (“ cessione… della gestione di componenti passive …”) che determina una incognita altrettanto inaccettabile per centinaia di posti di lavoro ad alto contenuto professionale e tecnico.

Oggi più che mai è prioritario chiarire le intenzioni dall’attuale vertice della Capogruppo che non può nascondersi dietro frasi e parole ambigue come quelle contenute nel piano industriale.
Solo dopo i dovuti chiarimenti sarà possibile riprendere il confronto già avviato sui temi organizzativi.
Infine, le scriventi OO.SS, reputano sbagliate, in questa fase, scelte che non obblighino l’azienda a risposte chiare e definitive sul futuro di Rai e Rai Way, aprendo al rischio di una frantumazione sindacale e ad un inadeguata risposta dei lavoratori a cessioni, esternalizzazioni ed esuberi.

Roma, 2 novembre 2010

SLC CGIL UILCOM UIL UGL TELECOMUNICAZIONI SNATER LIBERSIND-CONFSAL


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