SLC CGIL Nazionale

martedì 11 gennaio 2011

Segreterie Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater: Comunicato Rai Way (10.01.2011)



All’inizio era RAI-Direzione Tecnica, quindi RAI-Divisione Trasmissione e Diffusione trasformata dopo breve vita in RAI WAY società del gruppo RAI con l'obbiettivo di dare slancio alle attività di diffusione e trasporto del segnale radiotelevisivo della concessionaria del Sevizio Pubblico.
Questo obbiettivo subì alterne vicende finchè un giorno nel tentativo di far cassa si prospettò la vendita della società a cui era stata trasferita la proprietà degli impianti .
Opportuno ricordare la tentata vendita del 49% alla multinazionale Crown Castle motivata dalle difficoltà legate ad un bilancio in profondo rosso della RAI, vendita opportunamente bloccata dal Ministro delle Telecomunicazioni di allora (oggi la memoria di molti vacilla).
Da allora puntualmente ad ogni piano industriale RAI spunta la possibilità, più o meno mascherata, di vendita degli impianti trasmittenti con motivazioni che mettono sempre in secondo piano le negative ricadute per gli utenti, per la RAI concessionaria del servizio pubblico e per tutti i lavoratori, in primo luogo di Rai Way.
La prospettata vendita delle torri,prevista dal piano industriale 2010-2012 è una operazione illogica e strategicamente incoerente e metterebbe la RAI, oggi più di ieri, fuori dal mercato delle telecomunicazioni, togliendole il ruolo guida che ha svolto sino ad oggi relegandola ad una posizione marginale in un settore in pieno e costante sviluppo.
La liquidità, derivante dalla prospettata vendita, altro non sarebbe che un allungamento dell’agonia nell’attesa del colpo finale per tutta l’Azienda Rai.
Altri interrogativi e incognite coinvolgono direttamente i lavoratori : quali sono le prospettive dei lavoratori di Rai Way? nella migliore delle ipotesi rientrare in Rai, resta da capire come e a fare cosa, ma esiste anche l’eventualità di essere assorbiti dalla società candidata ad acquisire la proprietà e la gestione degli impianti.
In questa seconda ipotesi ai lavoratori di RAI WAY quale contratto si applicherebbe? quello delle telecomunicazioni? quello dei metalmeccanici(www.contrattometalmeccanici.it), forse quello nazionale? uno nuovo stile Marchionne (link contratto pomigliano) con tutti i tagli annessi?
In ogni caso analizzando le motivazioni per cui si prospetta l'ennesima vendita di RAI WAY sorgono ulteriori e forti perplessità che creano dubbi sul futuro stesso della RAI .
Opportuno fare un piccolo passo indietro per guardare avanti.
Gli attuali vertici della Rai a luglio del 2009 non hanno ritenuto opportuno rinnovare il contratto con SKY rinunciando così a introiti per 50 milioni di euro l’anno per 7 anni; l’offerta Sky non era adeguata al " pacchetto" di canali tematici richiesti.
La ricollocazione dei canali tematici sul digitale terrestre, secondo dati forniti dall’Azienda, ha permesso una raccolta pubblicitaria nel 2009 pari a 11 milioni di euro e nel 2010 - grazie all’allargamento delle aree coperte con i segnale digitale - è salita a 30 milioni” con la prospettiva di aumentare ulteriormente con il completamento della rete.
Ciò non toglie che la perdita in queste prime fasi è stata secca ; la motivazione di questa operazione a perdere resta tutta politica e comunque con prospettive di sviluppo.
In questa ottica per il Sindacato la vendita delle componenti passive delle torri e degli impianti è una scelta politica, inserita nel piano industriale per dare momentaneo e apparente ossigeno alle casse RAI e lascerà, a conferma di quanto detto in precedenza, a chi le acquista la possibilità di sfruttare le enormi potenzialità del digitale proprio al nuovo proprietario del sito che potrà, in quanto
possessore anche dei tralicci, moltiplicare gli apparati e riscuotere un congruo affitto.
Il Servizio pubblico diventerà un cliente come altri e a questo punto, in prospettiva, si indeboliranno anche le motivazioni legate al pagamento del canone e alla concessione che ne consegue.
Sorge spontanea la domanda: perché vendere un bene strategico quando è dimostrato che lo sviluppo della rete e degli impianti apre la strada a considerevoli introiti economici ?
La Rai ha già pagato, utilizzando gli introiti del canone, la ricanalizzazione della banda terza per far posto a Europa 7 e salvare così Rete 4 di Mediaset, con non pochi disagi per la propria utenza e con costi non indifferenti.
Altri regali, dunque, la politica sta chiedendo alla nostra Azienda in favore di qualcuno che ha tutto l’interesse ad indebolire il Servizio Pubblico a favore del privato.
I lavoratori di RAI WAY hanno fortemente contribuito al processo legato al passaggio dall'analogico al digitale, lo dimostra il fatto che molte attività, normalmente date in appalto, sono state svolte dal personale interno. Anche in questo caso l’elevata professionalità ha fatto fronte alle carenze operative legate a modelli organizzativi superati e il Sindacato ha risposto in modo positivo alle richieste e alle necessità Aziendali. Dati i tempi strettissimi per la realizzazione, soprattutto a causa dei ritardi nell’assegnazione delle nuove frequenze di trasmissione e nella consegna dei nuovi apparati, tutti i lavoratori impegnati in campo hanno saputo adattarsi con orari di lavoro stressanti, dimostrando una splendida sinergia tra colleghi provenienti da tutte le zone d’Italia.
Il Sindacato ha dimostrato la disponibilità nel trovare soluzioni concordate che hanno dato flessibilità all'utilizzo del personale, quelle flessibilità che hanno permesso l'azzeramento degli appalti e il pieno utilizzo del personale.
Questi fatti evidenziano, e chi oggi decide delle sorti della RAI dovrebbe farne tesoro, l’attaccamento dei lavoratori alla propria Azienda e al ruolo che essa svolge nel e per il Paese.
Con tutta probabilità il passaggio al digitale terrestre dovrà essere completato nel 2011, anticipando le previste scadenze e questo renderà ancora più appetibile, per qualcuno non certo per la RAI viste le prospettive di vendita, l’affare Rai Way.
Si sta lavorando molto e forse sarebbe opportuno fermarsi e dare tempo a qualcuno per riflettere …!
In ogni caso le azioni messe in atto dal Sindacato sono frutto di riflessioni attente e ponderate e su questa strada e in questa ottica proseguirà mettendo in campo tutte le azioni possibili per ottenere risposte agli interrogativi e principalmente per eliminare la dicitura “cessione degli asset....” dal piano industriale.
I lavoratori Rai Way hanno diritto di lavorare senza questo spettro e questa inaccettabile "spada di Damocle".
Il 2011 si prospetta, per la RAI, anno di eccezionale attività e senza la professionalità e le forti motivazioni dei lavoratori di Rai Way l’anticipazione dello swich off potrebbe diventare molto difficoltoso e ciò sarebbe un danno per l'intero sistema Paese: questo non è accettabile e ancora meno condivisibile.
Alla RAI spetta la prima mossa, al Sindacato opportune e coerenti risposte, ai lavoratori certezze sul loro futuro.
LE SEGRETERIE
SLC UILCOM UGL SNATER


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