SLC CGIL Nazionale

sabato 26 febbraio 2011

Comunicato incontro 22-23 feb 2011 (Slc Cgil Uilcom Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind Confsal)



COMUNICATO

Il 22 ed il 23 febbraio le scriventi OO.SS. hanno incontrato la Rai per discutere del Piano Industriale, del Contratto Nazionale di Lavoro, della stabilizzazione dei precari.

Tale incontro, che nasceva dalle richieste sindacali espresse con forza nello sciopero generale del 10 dicembre 2010, non ha portato al risultato auspicato.

Si è sancita l’interruzione della trattativa, in quanto, a fronte di una piena disponibilità sindacale, è venuta meno qualsiasi apertura aziendale.

Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConfSal, non hanno ritenuto possibile proseguire nella discussione sui presupposti che l’azienda ha posto in essere, primo tra tutti un risparmio di circa 35/40 milioni di euro da mettere in campo con tagli su Contratto, Premio di Risultato, Istituti Contrattuali a fronte della rinuncia solo parziale delle esternalizzazioni.

Dalla discussione avuta in una riunione di ristretta (segreterie nazionali e azienda), in cui non sono stati approfonditi i molti temi di merito, è risultato evidente che, nonostante la volontà delle OO.SS. di ricercare soluzioni di risparmio (da ripartire equamente tra le varie realtà aziendali), non vi è stata la disponibilità aziendale per il ritiro della “cessione dell’asset infrastrutturale delle stazioni trasmittenti”, comprensivo dei lavoratori che di questi impianti si occupano. Questo alla luce della determinazione, presente nelle Linee Guida del Piano Industriale, dei vertici aziendali che hanno demandato ai Ministeri dell’Economie e Finanze e dello Sviluppo Economico (Comunicazione) la scelta della cessione degli impianti trasmittenti di Rai Way.
Tale procedura esautorando di fatto il tavolo sindacale, degli elementi necessari per salvaguardare il lavoro oltre che il perimetro produttivo, non ha permesso l’avvio della discussione, che va detto, già per la sua complessità risultava di difficile compimento.

L’azienda ha chiarito che non vi è ancora, da parte dei Ministeri, la determinazione di acconsentire al progetto presentato dal Direttore Generale e dal CDA Rai. Di contro, tale iter, che non potrà essere breve per i suoi presupposti di complessità, immobilizza l’azienda, bloccando, di fatto, la possibilità di discutere e realizzare un Piano Industriale che, se modificato da un accordo avanzato con le OO.SS., possa creare le condizioni per il rilancio della Rai.

Per quanto detto rimane forte la preoccupazione per il futuro dell’azienda, per tutti quei lavoratori che, nel Piano Industriale, vedono a rischio il proprio posto di lavoro o la propria stabilità lavorativa.

Le OO.SS. ribadiscono che lo scellerato progetto industriale che vede la riduzione del perimetro aziendale, la dismissione di importanti asset, l’esternalizzazione di aree produttive importanti non può essere la risposta ad una crisi finanziaria e gestionale.

La volontà sindacale di ricercare un giusto equilibrio tra il risparmio e l’adeguato riconoscimento del lavoro, divengono inefficaci se, da parte aziendale, manca la capacità e la volontà di produrre un equa distribuzione dello sforzo.
La sensazione è che si continui a perseguire l’ormai collaudato rituale: regalare appalti e consulenze milionarie, finanziare progetti privi di un reale valore di servizio pubblico o anche semplicemente commerciale, per giunta tentando di enfatizzare delle azzardate vie di uscita che, essendo dei palliativi, non fanno altro che spostare nel tempo il tracollo.

È chiaro che con l’interruzione da parte delle scriventi OO.SS. del tavolo di trattative, un tavolo che per stessa ammissione dell’azienda non è in grado di determinare su questioni fondamentali per la Rai (come il futuro di Rai Way), si dovrà dare vita ad una profonda riflessione.
È sempre più chiaro che per ricercare delle risposte esaustive, ed un confronto adeguato alla gravità del momento, dovranno essere investiti dalle iniziative sindacali direttamente i vertici aziendali e le Istituzioni: Commissione di Vigilanza Rai e Ministeri (questi ultimi competenti nelle loro qualità di organi di indirizzo e di controllo del Servizio Pubblico Radiotelevisivo).
Già in questi giorni si sono raccolte delle firme a sostegno di una lettera da inviare al Ministro Romani, spiegando le ragioni della contrarietà dei lavoratori di RaiWay alla Cessione dell’asset.
La lettera aperta al Ministro sarà spedita a testate nazionali per la sua pubblicazione, l’intenzione è anche quella di volantinarla sotto al Ministero dello Sviluppo Economico e quello dell’Economia per poi consegnarla con le firme allegate ai Ministri.

Alla luce di quanto detto, le scriventi per valutare e sviluppare ulteriori iniziative hanno indetto per il 2 marzo il Coordinamento Nazionale Unitario. In quell’occasione si individueranno le determinazioni con cui affrontare il complesso percorso.


Roma, 25 febbraio 2011

Slc Cgil Uilcom Uil Ugl Telecomunicazioni Snater Libersind-ConfSal


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