SLC CGIL Nazionale

lunedì 12 luglio 2010

Comunicato Segreteria Nazionale Slc Cgil (12.07.2010)



PERCHE’ NO, PERCHE’ LO SCIOPERO

La Slc Cgil ha reputato non fruttuosa la discussione sul Piano Industriale e insufficiente il contenuto del Verbale di Conciliazione sulle Procedure di Raffreddamento aperte:
- Contro l’impostazione del Piano Industriale;
- Contro gli sprechi e la cattiva gestione dell’azienda;
- Per il cambiamento degli indirizzi di governo e di gestione del Gruppo Rai.
Per dirla sinteticamente - il Verbale di Conciliazione è insufficiente perché le motivazioni su citate non hanno trovato soluzione nel testo condiviso da Rai e le altre OO.SS.. Quindi in linea con quanto definito nel Coordinamento Unitario del 14 giugno, e con le procedure di raffreddamento avviate unitariamente il 15 giugno 2010, abbiamo indetto lo Sciopero Generale della Rai. In ogni modo e per giorni abbiamo discusso con le altre organizzazioni sindacali per mantenere iniziative comuni, e crediamo di aver svolto coerentemente e fino in fondo il nostro compito.
Sfidiamo chiunque a trovare nel testo suddetto la risposta alle problematiche elencate.
Di seguito chiariamo per punti i motivi per cui il verbale è stato da noi reputato non ricevibili:
1) Dalla discussione da noi sviluppata con tutti, azienda e sindacati, avevamo inteso che la firma apposta in calce all’accordo sarebbe stata quella del Direttore Generale. Questo, a nostro avviso, avrebbe avvalorato la comunicazione di stop ai processi (in relazione al Piano Industriale) già avviati a tutte le strutture, oltretutto, manca un impegno preciso dell’azienda a dare comunicazione, noi avevamo chiesto una circolare interna, inviata a tutte le strutture aziendali.
2) Noi avevamo chiesto un primo incontro NO STOP. Incontro nel quale valutare la reale disponibilità aziendale alla modifica sostanziale del Piano Industriale. Tale nostra richiesta nel verbale è stata trasformata in un primo incontro serrato per poi finire nella solita calendarizzazione, modalità tipica Rai per far perdere linearità e sostanza alla discussione.
3) Mancano totalmente i temi sindacali. La calendarizzazione è fatta solo sui punti voluti dall’azienda e presenti nel Piano Industriale, oltretutto, definendo come unica necessità quella di giungere al “pareggio di bilancio 2012”. Le nostre richieste di parlare: degli appalti e consulenze, dell’incidenza che il contratto di sevizio ha sul perimetro aziendale e sul modello produttivo (cosa discussa unitariamente il 7 luglio con la Commissione di Vigilanza), e del modo con cui rilanciare la capacità produttiva e ideativa dell’azienda non hanno trovato collocazione.
4) Citando il verbale: “Con particolare riferimento al tema della revisione/razionalizzazione dei modelli organizzativi ed allo studio di aree di attività no core, indicati nel documento illustrato e consegnato alle OO.SS., l’Azienda conferma che verrà comunque salvaguardata l’occupazione, con le modalità che verranno definite attraverso il confronto tra le Parti. L’esodo dei dipendenti avverrà attraverso politiche di incentivazione consensuale; qualsiasi futura eventuale determinazione sarà preceduta dal confronto tra le Parti.”
Da parte nostra non è accettabile l’affermazione che vi sono in azienda AREE DI ATTIVITA’ NO CORE. Inserendo tale elemento nel verbale si da spazio all’idea che quelle funzioni possano considerarsi fuori dal perimetro aziendale e quindi esternalizzabili.
Inoltre, l’azienda in ogni luogo, anche per voce del Direttore Generale, ha negato gli esuberi, parlando di semplice incentivazione volontaria all’esodo. Nel verbale, a nostro avviso, si torna in dietro e si impegnano le OO.SS. in una discussione su una cosa che dovrebbe essere già definita!!!
In aggiunta ci preoccupa la frase finale: qualsiasi futura eventuale determinazione sarà preceduta dal confronto tra le Parti.” Elemento che instilla il dubbio che, sulla scorta del Piano Industriale, l’esodo incentivato potrebbe non essere sufficiente a portare la struttura aziendale in equilibrio. Tale affermazione lascia spazio all’idea che possa essere necessaria una ulteriore riduzione di personale con formule che necessitano della condivisione delle OO.SS.(mobilità?) In sintesi l’azienda si lascia la porta aperta per aprire procedure per la riduzione di personale e lo fa, tramite questo verbale, con la disponibilità dei sindacati firmatari.
5) Citando il Verbale:
“Nel corso degli incontri tematici le Parti verificheranno gli effetti delle incentivazioni, ai fini di un riequilibrio dei modelli produttivi dell’Azienda, valutando possibili modifiche sia organizzative che dei profili professionali.”
Noi non avremmo mai sottoscritto un verbale che si riproponesse di sostituire le figure professionali in uscita attraverso la modifica dei modelli produttivi e organizzativi e delle figure professionali.
La nostra richiesta era quella di aprire una discussione sulla compensazione delle professioni in uscita per evitare buchi nella produzione o l’introduzione di nuovi appalti. Invece dal ragionamento fatto si evince che: “in cambio delle uscite facciamo lavorare di più chi rimane magari pagandolo un po’ meno (vista la volontà di costituire un doppio regime contrattuale per i TD)”.
La discussione sui modelli produttivi e l’organizzazione del lavoro e le figure professionali, sono questioni rilevanti che non si debbono affrontare solo dalla prospettiva aziendale, ma anche con: la revisione ed il miglioramento della scala parametrale, la formazione e il continuo aggiornamento del personale, gli investimenti in nuove tecnologie, la riduzione degli appalti con la finalità di reinternalizzare il lavoro per la piena occupazione degli interni. Oltretutto tali temi sono contrattuali e non certamente affrontabili con una discussione che scaturisce con un Verbale di Conciliazione sul Piano Industriale.
6) Per concludere tra i punti in discussione si inserisce quello dei TD, a noi preoccupa questa associazione. La discussione sui TD era già stata avviata e certo non rientrava tra i temi presenti negativamente sul Piano Industriale, almeno non in esplicito. Oltretutto questo fa divenire la discussione sulla stabilizzazione un elemento di possibile riequilibrio economico generale.
Manca oltretutto una chiara menzione ed impegno alla contrattualizzazione dei TD fuori dai Bacini, verificheremo con attenzione le “promesse” aziendali.
Detto questo, noi crediamo di dover modificare i modi con cui questa azienda costruisce le relazioni sindacali, e di conseguenza il modo con cui gestisce i propri lavoratori.
Crediamo che questo possa avvenire grazie alla forza delle iniziative che con i lavoratori si metteranno in campo. A partire dallo Sciopero Generale della Rai indetto per 19 luglio (intero turno, blocco delle prestazioni aggiuntive).
Speriamo che le altre organizzazioni sindacali tornino sui loro passi e con noi rispondano con forza ad un Piano Industriale RAIcida.

Roma, 12 luglio 2010
Segreteria Nazionale Slc Cgil


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